Dopo i droni, le radiazioni: che succede negli Usa? – #1034
Dopo i droni misteriosi, adesso a New York è scoppiato il caso delle radiazioni fuori dalla norma rilevate da un sistema di monitoraggio mondiale. La Repubblica titola: “Radiazioni record nel Bronx e nell’Upper West Side: dopo i droni, un altro mistero spaventa gli Usa”.
Il fatto in questione è che a un certo punto, attorno a venerdì della scorsa settimana, i contatori della Geiger Counter World Map hanno iniziato a segnalare delle radiazioni molto sopra la norma nel Bronx e nell’Upper West Side, due quartieri di New York. La Geiger Counter World Map è una mappa interattiva che raccoglie i dati dai contatori Geiger, ovvero i dispositivi usati per rilevare le radiazioni, usati da persone comuni per misurare la radioattività nell’ambiente. Questo è un fattore importante da considerare perché non sono dati ufficiali, dopo capiamo meglio quanto sono attendibili.
Comunque, andiamo con ordine: di quanto erano anomali questi dati? Be’ un bel po’. Considerate che la radioattività è ovunque in natura, ed esiste un livello chiamato “fondo di radioattività naturale”, che è considerato normale e non pericoloso. I comuni strumenti usati dai privati, quelli di cui la mappa in questione misura i conteggi, esprimono la radioattività in CPM, conteggi per minuto, che è’ un modo un po’ grezzo e che non distingue fra tipi di radioattività e così via ma che comunque fornisce un dato grossolano ma utile.
Nell’Upper West Side venerdì sono stati rilevati valori di circa 175 CPM, quindi il triplo del valore massimo considerato normale. Nel Bronx è stato rilevato un valore addirittura di 1.048 CPM, un valore è 20 volte superiore al massimo normale.
Questi livelli molto alti potrebbero essere dovuti a varie cose. Ad esempio a fonti di radiazioni non identificate, come materiali radioattivi abbandonati, ordigni, ma anche malfunzionamenti dei contatori Geiger che hanno registrato il dato e falsi allarmi, magari dovuti a errori di rilevazione.
Non è un’ipotesi peregrina quella dell’errore. Perché come vi dicevo i dati della mappa vengono da dispositivi privati, e non da enti ufficiali come l’EPA (l’Agenzia per la Protezione Ambientale americana). I contatori Geiger usati dalle persone non sempre sono precisi, e alcuni modelli possono registrare conteggi più alti del normale.
Per fare una prova mi sono fatto un giro sulla mappa in questione, ve la lascio anche sotto fonti articoli, se siete interessati a darci un’occhiata. E devo dire che valori molto alti non sono così rari. Ad esempio ho notato che i valori a NY nella giornata di domenica e di lunedì erano nella norma, mentre ad esempio in Arkansas c’èra un valore di quasi 800 CPM, mentre a Como ce n’era uno di circa 400. Vi ricordo che oltre ai 60 CPM si parla di anomalia.
Questo per dire che io non so se a Como o in Arkansas, come in altre decine di luoghi in Europa e negli Usa (dove i conteggi sono più diffusi) ci fosse un’effettiva perdita di radiazioni o se era un errore, ma ecco, non abbiamo letto articoli di giornale sul pericolo nucleare a Como. Come mai allora i giornali hanno dato così rilevanza alle rilevazioni americane?
Credo che sia per via dei droni misteriosi comparsi nei cieli americani, e in particolare proprio sopra New York da circa un mese a questa parte. In pratica da metà novembre si moltiplicano le segnalazioni e i video di questi oggetti misteriosi, molto grandi e con luci lampeggianti che volano in formazioni sopra diversi luoghi degli Usa soprattutto nel New Jersey e a New York, spesso sopra aree sensibili, tra cui basi militari e infrastrutture critiche.
Le autorità federali, tra cui l’FBI e il Dipartimento per la Sicurezza Interna (DHS), stanno attivamente investigando su questi avvistamenti. La Federal Aviation Administration (FAA) ha imposto restrizioni temporanee al volo dei droni in 22 aree sensibili, tra cui basi militari e infrastrutture critiche, per garantire la sicurezza dello spazio aereo.
Le autorità stanno tenendo una linea abbastanza ambigua e forse reticente, che sta alimentando teorie del complotto varie. Ad esempio John Kirby, portavoce del Consiglio per la Sicurezza Nazionale della Casa Bianca, ha dichiarato che molti di questi avvistamenti possono essere attribuiti a velivoli con equipaggio che operano legalmente, come piccoli aerei o elicotteri, o persino a fenomeni naturali come stelle particolarmente luminose. Che sì, magari alcuni sì, ma non si spiega la quantità.
E il fatto che le due notizie siano state collegate è dovuto al fatto che una delle teorie che hanno circolato di più, anche se priva di alcuna conferma da parte di fonti ufficiali o governative, è che i droni stiano cercando, stiano sniffando il suolo in cerca di roba nucleare. In un video diventato virale su TikTok John Ferguson, chief executive di una grossa azienda produttrice di droni afferma: “Se quei droni sono nostri, l’unico motivo per cui volerebbero [di notte] e a un’altezza così bassa sarebbe per cercare di ‘annusare’ qualcosa a terra. Tutto qui.”
E Ferguson si spinge ad affermare che una testata nucleare risalente all’era sovietica sarebbe recentemente scomparsa dall’Ucraina e potrebbe essere arrivata negli Stati Uniti. Smontata, inviata per singoli componenti e rimontata su suolo Usa da nemici inflitrati. Ovviamente siamo nel campo delle ipotesi fantasiose (ma ce ne sono anche di molto più fantasiose). Al tempo stesso di fronte al silenzio del governo queste ipotesi proliferano a dismisura. Il punto è che siamo di fronte a due ipotesi. Una di queste due è certamente vera. O il governo americano sa, ma non dice, oppure non sa. In entrambi i casi, capite che la cosa inquieta abbastanza le persone.
Ci spostiamo in Islanda, dove il 30 novembre si è votato per eleggere il nuovo parlamento, elezioni in cui ha vinto il partito di centrosinistra, e dove sabato è stato presentato il nuovo governo, e c’è una novità importante. La racconta Daniele Castellani Perelli su Repubblica. In pratica il nuovo governo guidato dalla Prima Ministra socialdemocratica Kristrún Frostadóttir, segna una svolta storica nella politica del paese. Per la prima volta, tutti i partiti dell’esecutivo sono guidati da donne, e sia la Presidente della Repubblica, Halla Tomasdottir, sia la Prima Ministra sono figure femminili.
È una novità storica, non credo che esistano esempi equivalenti nella storia recente delle democrazie. È un simbolo potentissimo, e devo dire che l’Islanda come spesso è accaduto anche in passato è all’avanguardia a livello mondiale. E questo risultato non è frutto di un’imposizione, di quote rosa, ma di una scelta degli elettori ed elettrici. Davvero interessante.
Andando più nel dettaglio politico della situazione, il nuovo governo è una coalizione tra l’Alleanza Socialdemocratica, il Partito Popolare e il Partito Riformista filoeuropeo, e come prima cosa ha annunciato l’intenzione di indire un referendum sull’adesione all’Unione Europea entro il 2027. Inoltre, prevede di istituire un comitato di esperti indipendenti per valutare i pro e i contro dell’adozione dell’euro in sostituzione della corona islandese.
Questa decisione rappresenta un cambiamento significativo rispetto alla posizione tradizionalmente euroscettica dell’Islanda. In passato, il paese aveva avviato negoziati per l’adesione all’UE nel 2009, sospendendoli poi nel 2013. Le recenti elezioni anticipate hanno visto una crescita dei partiti pro-UE, riflettendo un cambiamento nell’opinione pubblica, influenzato da fattori come la crisi del costo della vita e le sfide economiche interne.
Parallelamente, anche in Norvegia si sta riaprendo il dibattito sull’adesione all’UE, suggerendo una possibile tendenza più ampia nei paesi nordici a riconsiderare i loro rapporti con l’Unione Europea.
Martedì scorso è arrivata una notizia bellissima. Paul Watson, il fondatore di Sea Shepherd e cofondatore di Greenpeace, è stato rilasciato dopo cinque mesi di detenzione in Groenlandia. La Danimarca ha deciso di non estradarlo in Giappone, dove era ricercato per le sue azioni contro la caccia alle balene.
Se ricordate, EWatson era stato arrestato a luglio 2024 a Nuuk, Watson era stato fermato sulla base di un mandato internazionale emesso da Tokyo, che lo accusava di aver messo in pericolo la vita dei balenieri giapponesi durante le sue campagne ambientaliste.
Appena uscito dal carcere, Watson ha dichiarato l’intenzione di proseguire le sue attività in difesa della fauna marina, continuando a opporsi alla caccia alle balene praticata da paesi come Giappone, Islanda e Norvegia.
Audio disponibile nel video / podcast
Grazie Daniel, e un saluto a Mattarella che so essere un grande fan di INMR, a cui si ispira per il suo discorso di fine anno. Trovate la puntata sotto fonti e articoli.
E a proposito di Natale, visto che sì, questa puntata esce alla vigilia di Natale, vi segnalo un articolo molto bello che esce oggi su Sardegna che Cambia scritto dalla nostra antropologa sarda Marta Serra, che ci racconta il significato più sacro e profondo del Natale, che è un momento di rinascita, da sempre legato in moltissime tradizioni a dei riti antichissimi.
Buona lettura (e buon Natale).
Intanto domenica, Il 22 dicembre, circa 29.000 persone hanno protestato a Belgrado contro il governo del presidente serbo Aleksandar Vučić, chiedendone le dimissioni. Ne parla il Post che pubblica anche una fotogallery. La manifestazione, organizzata da studenti e agricoltori, ha coinvolto diverse categorie sociali e ha avuto come motivo scatenante il crollo della tettoia della stazione ferroviaria di Novi Sad, avvenuto il 1° novembre e costato la vita a 15 persone.
L’incidente è diventato un caso politico, con accuse al governo di corruzione e mancanza di trasparenza negli appalti pubblici, spesso legati a imprese statali cinesi. Nonostante l’arresto iniziale di 13 persone, tra cui l’ex ministro dei Lavori pubblici Goran Vesić, tutte le accuse contro di lui sono state successivamente ritirate.
Vučić ha liquidato le proteste come manipolazioni degli oppositori politici e, per limitarle, il governo ha anticipato la pausa scolastica invernale con la motivazione ufficiale della sicurezza e della qualità dell’istruzione. Stiamo a vedere.
Questa la avrete letta o sentita sicuramente, il 20 dicembre c’è stato un attentato in Germania in un mercatino natalizio: in pratica un’auto ha investito la folla al mercatino di Natale di Magdeburgo, causando cinque morti e circa 200 feriti, di cui 41 in gravi condizioni.
Un evento che richiama alla memoria l’attentato del 19 dicembre 2016 a Berlino, quando un camion fu lanciato contro il mercatino di Natale di Breitscheidplatz, provocando 12 morti e 56 feriti.
Solo che c’è una differenza sostanziale. L’attentatore del 2016 era un cittadino tunisino la cui domanda di asilo era stata respinta e che aveva legami con l’Isis. Quello di pochi giorni fa invece si chiama Taleb al-Abdulmohsen, è un medico psichiatra saudita di 50 anni residente in Germania dal 2006 e noto per le sue posizioni islamofobe e per il suo sostegno a movimenti di estrema destra, come il partito Alternativa per la Germania (AfD).
Sono dettagli che colpiscono, anche se non è certo che ci sia un legame fra le sue posizioni politiche e l’attentato, e al momento gli inquirenti stanno esaminando anche la possibilità che al-Abdulmohsen soffrisse di disturbi psichiatrici, il che potrebbe aver contribuito al compimento dell’attacco. Vedremo.
A proposito di Afd, recentemente, Elon Musk, che continua ad avere opinioni su qualsiasi cosa, ha espresso pubblicamente il suo sostegno al partiti di estrema destra in un post sulla sua piattaforma X in cui ha dichiarato: “Solo l’AfD può salvare la Germania”. I giornali ne hanno parlato molto.
E la cosa sta suscitando polemiche perché l’AfD è noto per le sue posizioni nazionaliste e anti-immigrazione. In passato, Musk ha criticato le politiche migratorie europee, in particolare quelle della Germania. Ad esempio, ha contestato il finanziamento da parte del governo tedesco di organizzazioni non governative che operano nel Mediterraneo per salvare migranti, definendo tali azioni come un “suicidio europeo”.
Nelle stesse ore all’incirca Trump ha dichiarato l’intenzione di ritirare gli Stati Uniti dall’Organizzazione Mondiale della Sanità dicendo che sarà una delle sue prime azioni. Il presidente eletto americano aveva già provato ad attuare questa misura durante il suo primo mandato, ma la decisione fu poi bloccata dal presidente successore, Joe Biden.
Ora, durante un comizio recente, Trump ha affermato che “l’OMS è sotto il controllo della Cina” e non rappresenta più gli interessi americani, annunciando anche che il ritiro sarà una delle prime azioni del suo secondo mandato.
Spostiamoci in Argentina. È passato un anno dall’elezione del presidente ultraliberista Javier Milei, e l’Argentina si trova a fare il bilancio di un primo anno di mandato segnato da profonde contraddizioni. Nel suo discorso celebrativo di questo primo anno, Milei ha fatto il Milei, con il suo stile aggressivo e sopra le righe, accusando chi lo critica di essere un zurdo del mierda (zurdo vuol dire mancino ma si intende anche uno di sinistra), de mierda penso che lo capiate da sole, e promettendo ulteriori tagli alla spesa pubblica, perché più lo stato è piccolo più c’è libertà, e vantando i successi di quella che lui stesso ha ribattezzato una terapia shock, con evidenti riferimenti alla shock economy professata da Milton Friedman, padre del neoliberismo.
In dodici mesi, però in effetti, Milei li ha ottenuti dei risultati economici notevoli. Ma molto molto controversi. L’inflazione mensile è crollata dal 26% al 2,7%, la stabilità del peso ha rassicurato gli investitori stranieri e i conti pubblici hanno registrato un avanzo. Tuttavia, i costi sociali sono stati altissimi: il 50% della popolazione vive in povertà assoluta, il PIL è calato del 3,4% e la disoccupazione è aumentata. I tagli drastici, definiti da Milei una necessaria «terapia shock», hanno colpito sanità, istruzione, pensioni e sussidi, lasciando molti argentini in condizioni precarie.
Questo risultato, definito da Milei «la più grande e brusca correzione dei conti della storia umana», è stato ottenuto con tagli enormi e indiscriminati della spesa pubblica, ridotta del 74 per cento per quello che riguarda pensioni, scuola, sanità, ricerca scientifica, cultura e sviluppo sociale. La “motosega” ha colpito stipendi pubblici, sussidi per l’energia e i trasporti, nonché programmi di assistenza sociale: 35mila dipendenti dello stato sono stati licenziati, i prezzi di una corsa in autobus sono decuplicati e quelli del gas sono aumentati del 715 per cento. In alcuni quartieri, i più poveri, si è tornati a cucinare su falò di legno.
Anche il mercato degli affitti è stato deregolamentato: i padroni di casa hanno potuto adeguare i prezzi all’inflazione e modificare gli affitti ogni tre mesi. I prezzi in alcuni casi sono molto cresciuti, diventando talvolta insostenibili per gli inquilini.
Sul piano politico, Milei governa con un parlamento frammentato, ricorrendo spesso a decreti e veti per aggirare le opposizioni. I suoi rapporti con altri leader politici, inclusa la vicepresidente Victoria Villarruel, si sono deteriorati, mentre la sorella Karina e il consigliere Santiago Caputo restano le figure chiave della sua amministrazione. Nonostante tutto, la sua popolarità è stabile, oscillando tra il 53% e il 56%.
La strategia di Milei, però, non si limita all’economia. Il presidente ha lanciato una vera e propria “guerra culturale” contro i valori progressisti, attaccando la giustizia sociale, la memoria storica, i diritti di genere e le politiche ambientali. Anche il mondo dell’arte e della cultura è stato colpito da tagli e critiche.
Ora Milei punta alle elezioni di metà mandato per rafforzare la rappresentanza del suo partito, ma per farlo dovrà trasformare i successi macroeconomici in un miglioramento tangibile per la popolazione, evitando di perdere il sostegno di un paese già profondamente diviso.
Quando il nostro direttore Daniel Tarozzi mi ha condiviso questo articolo mi ha scritto “siamo alla follia”. Come spesso accade quando parliamo di cose folli in Italia, parliamo di ex Ilva di Taranto. In pratica 31 famiglie di Taranto dovranno restituire 155 mila euro all’ex patron dell’Ilva Nicola Riva.
Non so se ricordate il processo Ambiente svenduto che nel 2021 aveva portato alla condanna degli ex proprietari, la famiglia Riva, più altri ex manager, dirigenti, decine di persone per condanne di molte decine di anni. In quell’occasione il Codacons, che sarebbe il Coordinamento delle associazioni per la difesa dell’ambiente e la tutela dei diritti di utenti e consumatori, si era costituito parte civile e aveva ottenuto che i Riva versassero 5000 a 31 famiglie del quartiere Tamburi di Taranto particolarmente danneggiate dall’Ilva come anticipo dell’eventuale risarcimento per i danni ambientali.
Qualche mese fa però la Corte d’appello ha annullato l’intero processo per via della presenza di due magistrati onorari tra le parti civili, i quali, all’epoca dei reati contestati, erano in servizio, e che essendo di Taranto non sarebbero stati oggettivi nel giudizio perché avrebbero potuto risentire delle pressioni del contesto. Risultato, tutto il processo riparte da zero in una nuova sede, quella di Potenza.
Ultimo tassello della storia, mercoledì scorso la Cassazione ha confermato il giudizio della Corte d’Appello, quindi ha stabilito che il processo ripartirà da Potenza, e ha anche accolto il ricorso presentato dal legale di Riva, Bernardino Pasanisi, che ha chiesto la restituzione delle somme.
Che è davvero un paradosso, se pensate che i Riva si riprenderanno indietro 155mila euro che sono spiccioli rispetto ai 4,32 miliardi fatturati dal gruppo Riva nel 2021. Ma che invece potrebbero mettere ulteriormente in crisi quelle famiglie che magari nel frattempo se li sono spesi.
Bene, qualche info pratica prima di salutarci, noi ci rivediamo il 31 dicembre, martedì prossimo, con l’attesissima puntata di fine anno, in cui ripercorrerò le notizie più belle di questo 2024, e poi di nuovo il 7 gennaio. Buon Natale, buone feste, buon tutto. E ricordatevi… chi si rassegna è perduto!
#droni e radiazioni
la Repubblica – Radiazioni record nel Bronx e nell’Upper West Side: dopo i droni, un altro mistero spaventa gli Usa
GMC Map – Real-Time Radiation World Map
Wired – Perché gli Stati Uniti non abbattono i misteriosi droni sul New Jersey
News.com – ‘Rogue nuke’: Terrifying theory about mystery drones
#Islanda
la Repubblica – La svolta dell’Islanda: le donne la spingono verso l’ingresso nell’Ue
#Musk
il Sole 24 Ore – Musk: «Solo Afd può salvare la Germania». Scholz: «Non dà buoni consigli politici»
Ansa – ‘Trump punta a uscire dall’Oms nei primi giorni’
#Argentina
Milano Finanza – Argentina, i tagli di Milei funzionano. Forse troppo Argentina, i tagli di Milei funzionano. Forse troppo
#RAEE
Italia che Cambia – Smartphone, pc, elettrodomestici: ripararli è possibile con “The Restart Project” – Soluscions #4
#Serbia
il Post – Le grandi proteste contro il governo in Serbia
#Watson
L’Indipendente – Paul Watson, il capitano che difende le balene, è stato liberato
#Natale
Italia che Cambia – Buon Natale globale, tra riti solstiziali e consumismo moderno