9 MAGGIO IN RUSSIA
Oggi è il 9 maggio e in Russia è una giornata importante. Ci sarà una enorme parata militare per commemorare i 77 anni dalla vittoria sovietica sul nazismo. La parata c’è tutti gli anni, ed è un’occasione molto sentita in Russia. Però quest’anno avviene in un’atmosfera completamente diversa. La Russia è in guerra, per ora Putin ha sempre parlato di operazione speciale, ma sono in parecchi a pensare che proprio l’occasione di questa festa nazionale sarà colta dal presidente russo per… già, per?
Nessuno sa esattamente cosa aspettarsi, ma tutto il mondo si aspetta, e teme, che succeda qualcosa. La Repubblica prova a fare alcune ipotesi, che vi riporto:
Putin potrebbe annunciare la mobilitazione generale, detta anche guerra totale, ovvero un salto di livello dal conflitto. Un’operazione speciale, quale è dichiarata adesso, è un conflitto che impegna solo parte delle forze armate di un paese. Una guerra totale impegna tutto il paese, non solo le forze armate ma tutta l’economia inizia a funzionare in quel senso. Questa opzione è considerata possibile, ma non molto probabile pefché sarebbe una sorta di ammissione di difficoltà, nel giorno della Vittoria.
Un’altra opzione è che voglia annunciare qualche successo, ad esempio la presa di Kherson e/o Mariupol. L’amministrazione di Kherson (secondo molti telecomandata da Mosca) proprio nelle ultime ore ha espresso la volontà di entrare a far parte a pieno titolo nella Federazione Russa, mentre Mariupol sembra più difficile, perché si continua a combattere intorno all’acciaieria Azovstal, ma è anche più appetibile perché gli permetterebbe di celebrare la sconfitta dei “nuovi nazisti” del Battaglione di Azov.
Infine, ultima ipotesi è che Putin annunci l’annessione del Donbass. Sempre secondo Repubblica fonti del Cremlino ipotizzano persino un video-collegamento con i leader separatisti di Donetsk e Lugansk che invocherebbero l’annessione, con un referendum che si terrebbe il prossimo settembre.
C’è anche chi, come la politologa Natalia Shavshukova, sostiene che Putin possa “ripristinare qualche emblema sovietico” per asserire che “la Russia è erede diretta dell’Urss con pretese sulla restaurazione del Grande impero nei suoi confini del ’91”.
SINN FEIN HA VINTO IN IRLANDA
Intanto in Irlanda del Nord ha vinto le elezioni Sinn Fein, il partito di sinistra nazionalista che era la sponda politica dell’Ira, e che è un fermo sostenitore della riunificazione dell’Irlanda. La notizia è davvero storica, anche se in buona parte annunciata. Tuttavia spiegare la situazione e i vari scenari possibili è davvero complicatissimo.
Questo perché il sistema elettorale irlandese è una roba molto intricata. Si basa sugli accordi del Good Friday, il Venerdì Santo del 1998, ci sono due premier con poteri identici, che devono mettersi d’accordo, e se si dimette uno cade anche l’altro.
In più tutta questa situazione ha degli intrecci forti con Brexit, che è un’altra matassa intricata. Per cui, mettete la cosa nel cassetto, e a breve ci dedichiamo una puntata dedicata.
ILVA, ALTRA CONDANNA
Tornando in Italia, anzi tornando all’Italia, il nostro paese è stato nuovamente condannato dalla Corte europea dei diritti dell’uomo sul caso dell’Ex Ilva di Taranto, per non aver fatto niente per migliorare la situazione dal 2019 a oggi. Ne parla Lifegate.
Nel 2019 c’era stata la storica sentenza “Cordella e altri” in cui lo stato italiano, chiamato in causa da 180 cittadini tarantini, era stato condannato per le violazioni dell’articolo 8 (“Diritto al rispetto della vita privata e familiare”) e dell’articolo 13 (“Diritto a un ricorso effettivo”) della Convenzione europea dei diritti dell’uomo a causa delle emissioni inquinanti dell’Ilva responsabili di mettere a rischio la salute dei cittadini tarantini.
Il nostro paese si era impegnato a mettere in atto un piano ambientale immediato di bonifica. Cosa che però non è avvenuta. Così alcuni operai dell’acciaieria hanno presentato ricorso chiedendo un risarcimento e il 5 maggio la Corte, con 4 sentenze, ha dato loro ragione, affermando che il governo non ha fatto niente per migliorare la situazione. Si legge nella sentenza che “le autorità nazionali italiane non hanno fornito informazioni precise circa l’effettiva attuazione del piano ambientale, elemento essenziale affinché il proseguimento del funzionamento dell’acciaieria non rappresenti un rischio per la salute”.
CONGO, AL VIA LE TRIVELLE
Ci spostiamo di qualche migliaio di chilometri, e andiamo nella Repubblica Democratica del Congo (RDC), che ha dato il via alle assegnazioni delle licenze per l’estrazione petrolifera nell’area del bacino del fiume Congo, dove si trova la foresta pluviale più grande al mondo dopo quella amazzonica. Il che non è esattamente un’ottima idea.
Le trivelle – ha detto il governo – permetteranno “lo sviluppo delle comunità locali”. Cosa che, per inciso, le trivelle non hanno mai fatto. In genere le hanno distrutte, arricchendo gente che vive da tutt’altra parte. E in più, in questo caso è un casino doppio perché non sol osi continua a estrarre petrolio, che è una delle principali cause della crisi climatica, ma perché si rischia di compromettere una delle ultime aree al mondo capace di assorbire più CO2 di quanto ne emetta. Come denunciato da Greenpeace, il provvedimento avrà “conseguenze catastrofiche per il clima globale e le comunità locali”.
AMPLIATO L’INDICA DI RIPARABILITA’ IN FRANCIA
Va bene, spostiamoci in Francia, per una notizia di tutt’altro tenore. La Francia sta introducendo norme sempre più stringenti sulla riparabilità. In questo caso sta per estendere l’utilizzo dell’indice di riparabilità, già in vigore dal gennaio del 2021 per alcune categorie di prodotti (smartphone, tv, lavatrici ad oblò e tosaerba) ad altri elettrodomestici come lavatrici a carica dall’alto, lavastoviglie, robot aspirapolvere, idropulitrici.
È un altro passetto in avanti in una direzione sensata, una misura essenziale per contrastare l’obsolescenza programmata. Il provvedimento, fra l’altro, rientra nella famosa (e amplissima) legge anti-spreco per un’economia circolare.
L’UE VUOLE DECUPLICARE L’IDROGENO
Intanto continua la promozione dell’idrogeno in Europa, nonostante si sia da poco scoperto che ha un effetto nocivo sul clima molto forte. Il commissario Ue per il mercato interno Thierry Breton ha firmato venerdì una dichiarazione congiunta con 20 amministratori delegati delle principali industrie europee attivi nel mercato degli elettrolizzatori – i dispositivi necessari per scindere le molecole d’acqua in idrogeno e ossigeno – che li impegna a decuplicare la produzione al 2025, passando dagli attuali 1,75GW annui a 17,5. In 3 anni.
Per favorire il raggiungimento di quest’obiettivo di politica industriale, la Commissione Ue metterà in campo un quadro normativo di supporto, facilitando l’accesso ai finanziamenti e promuovendo catene di approvvigionamento efficienti. Non benissimo.
AUTOBUS ELETTRICI, ARRIVANO GLI INCENTIVI
Invece, riporta l’Ansa, il ministero dello Sviluppo economico apre una nuova linea di incentivi per sostenere piani di investimento fino a 20 milioni di euro nella filiera degli autobus elettrici per la quale sono disponibili incentivi per un ammontare di 300 milioni di euro stanziati dal Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr).
Lo rende noto il Mise che la nuova linea di intervento è stata istituita con un decreto del ministro dello Sviluppo economico Giancarlo Giorgetti. “Potranno richiedere gli incentivi – si legge nell nota – le imprese del settore, in particolare quelle della componentistica, che presentano piani di investimento sul territorio nazionale le cui spese ammissibili risultano comprese tra 1 milione e 20 milioni di euro.
ARRIVANO LE MASCHERINE PER MUCCHE
Ultima notizia di oggi, so che stiamo sforando ma non potevo non darla. Hanno brevettato le mascherine per le mucche. Non per il covid, ma per il metano. I rutti delle mucche rappresentano una potente emissione di gas metano che, insieme a quello prodotto dal foro opposto, rendono questi animali particolarmente “inquinanti” dal punto di vista ambientale.
Il metano è uno dei gas che maggiormente contribuiscono al riscaldamento climatico e all’aumento delle temperature e il 14% di quello presente in atmosfera arriva proprio dalle mucche.
Quindi, per provare ridurre l’impatto ambientale delle mucche e delle loro emissioni inquinanti, Zero Emissions Livestock Project (ZELP) ha sviluppato una speciale “mascherina” da posizionare sul muso dei bovini per catturare l’aria emessa durante le eruttazioni e ridurne l’effetto inquinante: in pratica, la mascherina cattura il metano presente dell’emissione di gas e lo ossida rilasciando nell’atmosfera vapore acqueo e CO2.
Ora, al mondo ci sono circa 1,3 miliardi di mucche. Vuoi dargli almeno una mascherina diversa a settimana? Facciamo 60 miliardi di questi aggeggi belli grossi all’anno da produrre trasportare, smaltire. Pur di provare a non chiudere gli allevamenti intensivi. Devo ammetterlo, ci staremo anche estinguendo, ma con un certo stile.
FONTI E ARTICOLI
#parata 9 maggio
la Repubblica – Putin e il discorso alla parata del 9 maggio: tutte le ipotesi su cosa dirà, dalla mobilitazione al richiamo all’Urss
#Irlanda
euronews – Irlanda del Nord: Sinn Féin primo partito nel parlamento locale
#riparabilità
greenMe – Etichetta di riparabilità: in Francia diventa obbligatoria per più prodotti, dagli smarthpone agli aspirapolvere
#idrogeno
Greenreport – Idrogeno verde, l’Europa decuplicherà la produzione di elettrolizzatori entro 3 anni
#bus elettrici
Ansa – Pnrr: dal Mise incentivi per filiera bus elettrici
#Ilva
Lifegate – Ex Ilva di Taranto: la Corte europea condanna l’Italia, il rischio per la salute esiste ancora
#Congo
L’Indipendente – Il Congo autorizza le trivellazioni nella foresta pluviale
#mascherine per mucche
greenMe – Questa “mascherina” per le mucche riduce le emissioni inquinanti connesse ai loro ruttini (ma il problema restano gli allevamenti intensivi)
#Brasile
euronews . Il ritorno di Lula, candidato presidente: “Torno a combattere per il Brasile”
#microplastiche
greenMe – Le microplastiche influenzano comportamento e sopravvivenza di api e altri insetti impollinatori. Lo studio
#vaccini
greenMe – Vaccini Covid: gli Usa limitano l’uso del Johnson & Johnson per rischio gravi trombosi