9 Nov 2022

I cambiamenti climatici determinano la nostra salute – #616

Scritto da: Francesco Bevilacqua
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Mentre in Egitto proseguono i lavori di COP27, la conferenza sul clima delle Nazioni Unite, The Lancet pubblica uno studio sulla relazione fra clima e salute, dandoci un’ulteriore spunto di riflessione – qualora ce ne fosse bisogno – per comprendere l’urgenza di azioni per contrastare la crisi climatica. Sempre a questo tema sono collegate altre due notizie di cui parleremo oggi: la situazione critica dei ghiacciai e livello globale e un’iniziativa di mobilità sostenibile inedita per l’Italia che è stata avviata a Bologna. Ma ci sarà spazio anche per parlare di una grande e bellissima novità che arriva dalla rete di Italia Che Cambia.

LO STUDIO DI THE LANCET SU SALUTE E CAMBIAMENTI CLIMATICI

The Lancet è una rivista scientifica che si occupa di medicina fra le più prestigiose al mondo. Pochi giorni fa, alla vigilia dell’inizio della conferenza sul clima delle Nazioni Unite COP27 su cui vi stiamo fornendo aggiornamenti quotidiani, anche se i segnali che arrivano dall’Egitto non sono buoni – ma d’altra parte le aspettative erano molto basse – The Lancet ha pubblicato un report in cui approfondisce il legame in cui avvisa che “la salute è alla mercé dei combustibili fossili”, per citare le parole con cui la stessa rivista ha presentato il lavoro, a cui hanno partecipato un centinaio di esperti e una cinquantina di organizzazioni.

Le statistiche rilevate da The Lancet rivelano che i decessi provocati dalle alte temperature sono aumentati del 68%, mentre gli incendi del 61%. In aumento anche le malattie infettive come dengue, malaria, virus del Nilo, che a causa del cambiamento climatico stanno trovando sempre più ambienti ospitali anche in aree del mondo insospettabili, come il mar Baltico. 

Ma uno dei killer più spietato rimane l’inquinamento causato dai combustibili fossili che, sempre secondo The Lancet, nel 2020 ha provocato 1 milione e 300mila morti, mentre sono quasi 100 milioni (98 per la precisione) le persone che si trovano in una situazione di povertà a causa degli effetti del riscaldamento globale. Questa situazione è destinata a peggiorare sempre di più: l’OMS stima che nel ventennio 2030/50 i decessi dovuti a queste cause saranno 250mila in più. A tutto ciò si legano ulteriori conseguenze sociali ed economiche, come marginalizzazione, conflitti, migrazioni, disuguaglianze di genere. 

Che fare quindi? I suggerimenti proposti da The Lancet non sono certo una novità per chi si occupa di sostenibilità: le prime due cose da eliminare sono gli allevamenti intensivi – e ciò è possibile con un cambio della cultura alimentare, abbracciandone una che prediliga un’alimentazione vegetale – e i combustibili fossili. Scrive The Lancet: “In questo momento cruciale, una risposta alle crisi attuali incentrata sulla salute potrebbe ancora offrire l’opportunità di un futuro resiliente e a basse emissioni di CO2. Non solo eviterebbe i danni alla salute derivanti dall’accelerazione dei cambiamenti climatici, ma consentirebbe anche di migliorare il benessere grazie ai co-benefici associati all’azione per il clima”.

LA SITUAZIONE DEI GHIACCIAI

“Inimmaginabile solo dieci anni fa”. Così viene definita la situazione dei ghiacciai a livello globale da un nuovo studio sull’argomento. “Non c’è più nulla che possiamo fare, abbiamo rovinato tutto e l’ecosistema si è già surriscaldato troppo”. Le regioni di Artico, Groenlandia e Antartico sarebbero compromesse, l’oceano artico oggi assorbe il calore invece di rifletterlo, sulle cime dei ghiacciai groenlandesi piove invece di nevicare, gli oceani si stanno acidificando e in una sola estate i ghiacciai alpini hanno perso il 5% della loro superficie. 

È decisamente la diagnosi di una malattia in una stadio terminale quella decretata dallo studio in questione. Una delle ricercatrici coinvolte – che deve essere una fan della nostra rassegna stampa – tuttavia lancia un appello a non rassegnarsi: “Una rapida decarbonizzazione è assolutamente essenziale, è un obbligo morale nei confronti delle generazioni future. Se non accetteremo di farci carico di questo saremo dei pessimi predecessori per loro e saremo ricordati per questo. Sarà una tragedia umanitaria”. 

BOLOGNA CITTÀ 30

Continuiamo a parlare di sostenibilità ma cambiando segno, poiché questa è una notizia decisamente positiva che parla di mobilità. A Bologna infatti è stata recentemente recepita e approvata dalla Giunta la proposta del comitato 30logna, che chiede di istituire il limite dei 30 km/h su tutta l’area urbana.

Questo è solo la punta dell’iceberg di un piano strutturato volto a ridisegnare il modo di spostarsi nel capoluogo emiliano e in qualsiasi città adotti questo provvedimento. Ricordo che in tutta Europa sono già tante le città, anche molto grandi, che lo hanno fatto, da Parigi a Bruxelles, da Bilbao a Helsinki. L’Italia è purtroppo molto indietro (ad oggi c’è solo un caso isolato, quello di Olbia) e per questo motivo l’esempio di Bologna è di grande valore: potrebbe infatti fungere da apripista per una nuova cultura della mobilità urbana che garantisca più sicurezza (soprattutto per le fasce deboli di utenti), meno inquinamento e meno congestionamento.  

Fra l’altro è interessante notare i risvolti sociali e culturali di questo provvedimento. Una fetta consistente di cittadinanza, associazioni di categoria e rappresentanti politici si è espressa contro il nuovo limite, nonostante i pareri rassicuranti di tecnici e urbanisti, gli studi già effettuati e i dati nettamente migliori delle città in cui il passaggio è già stato fatto. “La mobilità va gestita coi dati, non con le opinioni. Ma purtroppo in Italia siamo abituati a fare il contrario”, osserva in proposito l’architetto Matteo Dondè. 

ITALIA CHE CAMBIA E SARDEXPAY

Chiudiamo con un’altra bella notizia che arriva dalla nostra rete ed è destinata in particolar modo alla nostra rete. Italia Che Cambia e SardexPay hanno stretto un accordo che consentirà alle realtà della nostra rete di usufruire dei servizi offerti dal circuito di credito commerciale nato in Sardegna. 

“Mettere le realtà della rete di Italia Che Cambia, quelle inserite nella mappa, dentro il circuito SardexPay vorrà dire avere un canale di fundraising importante per tutti i progetti bellissimi che avete raccontato e sostenuto. Stare in rete con persone che hanno una visione del mondo di un certo tipo, che vogliono affrontare il cambiamento insieme agli altri, è qualcosa di molto importante e prezioso”, ha commentato il co-fondatore di SardexPay Franco Contu.

Aspettiamoci grandi novità per i prossimi tempi. Questa è un’opportunità che apre molte porte e cerca di fare in modo che l’economia – motore del mondo moderno – svolga una funzione rigenerante e positiva per i territori e per la gente che ci vive, portando ricchezza anziché drenare risorse. SardexPay è nata per questo e lo fa da anni. Da oggi lo farà insieme a Italia Che Cambia.

FONTI E ARTICOLI

#clima
The Lancet – The 2022 report of the Lancet Countdown on health and climate change: health at the mercy of fossil fuels
Valori – Il Lancet countdown report: la nostra salute dipende dalla difesa del clima

#ghiacciai
The Guardian – World faces ‘terminal’ loss of Arctic sea ice during summers, report warns

#mobilitasostenibile
la Repubblica – Zona 30 a Bologna, l’urbanista Matteo Dondè: “Andrete lenti e sarete contenti. Ma mettete in conto un paio d’anni di polemiche”
Bolognatoday – Bologna zona 30, le reazioni: “Scelta ideologica, così si blocca la città”

#economia etica
Italia Che Cambia – Italia Che Cambia e SardexPay si mettono insieme: è il momento di cambiare l’economia e il mondo. Vuoi esserci anche tu?

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