8 Nov 2024

Saluto romano a Cagliari per la festa delle Forze armate: la rassegna stampa sarda – INMR Sardegna #52

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Parliamo delle celebrazioni sarde per la giornata dell’unità nazionale e delle forze armate, delle critiche che arrivano dai movimenti antimilitaristi per questa celebrazione e soprattutto, della principale notizia che ha circolato in tutta italia, ovvero il fatto che a Cagliari nel bel mezzo delle celebrazioni un uomo ha deciso di fare il saluto romano. Ne parliamo anche attraverso il contributo audio che ci arriva dal gruppo Atzioni antifascista. Parliamo poi di lingua blu, un virus che in Sardegna continua a mietere migliaia di vittime ma anche di peste suina, perché torna l’allarme a causa di un carico di carne infetta arrivato nell’Isola. Nel nostro punto a tema energia vedremo la notizia che vuole i sindaci – e non solo – sul piede di guerra per la decisione del Ministero di rigettare la richiesta di indizione dell’inchiesta pubblica sul progetto eolico offshore Mistral, e poi parleremo dell’agonia dell’industria del Sulcis, con 2.000 posti di lavoro a rischio. Nella seconda parte della rassegna come sempre vi racconteremo invece gli articoli della settimana su sardegna che cambia, e poi in chiusura gli eventi in arrivo per il weekend.

Il 4 novembre, la giornata di festa delle forze armate, è stata celebrata a Cagliari con una cerimonia davanti al monumento dei Caduti militari nel Parco delle Rimembranze in via Sonnino. Il prefetto Giuseppe Castaldo ha deposto, con il comandante del Presidio Interforze contrammiraglio Enrico Pacioni, una corona alla memoria dei caduti di tutte le guerre, dando lettura del messaggio del presidente della Repubblica Sergio Mattarella alle Forze armate. Quella del 4 novembre è però nell’Isola una data alla quale seguono anche forti contestazioni, soprattutto in virtù del costo e delle conseguenze delle servitù militari presenti in Sardegna. Quest’anno alle “solite” contestazioni ne sono però seguite delle altre, perché un uomo in pieno centro a Cagliari, davanti alle forze dell’ordine e alla banda musicale della Brigata Sassari che suona l’inno d’Italia, ha celebrato con il saluto romano, la festa delle Forze armate. Il tutto, nell’indifferenza generale. “Oltre al reato di apologia al fascismo ci preoccupa fortemente il fatto che le forze dell’ordine abbiano completamente ignorato la questione – hanno dichiarato attraverso un comunicato dal collettivo Atzioni Antifascista, aggiungendo inoltre che (riapro le virgolette) “Questo ci porta a comprendere quanto queste ultime siano sempre più complici delle pubbliche manifestazioni di comportamenti filo-fascisti”. Abbiamo chiesto ad Atzioni Antifascista un commento rispetto a questa notizia, lasciamo direttamente la parola a loro ma prima, vogliamo ribadire anche noi che in un saluto romano non c’è niente di “nostalgico”, come spesso si dice. Si tratta di un gesto fascista che è simbolo di una cultura e di una ideologia fatta di violenza e oppressione, contro la quale anche noi scegliamo di puntare il dito. L’antifascismo non è un sentimento relegato al 25 aprile, è un impegno quotidiano che non contempla indifferenza.

Sardegna ancora in ginocchio per il virus della lingua blu, l’epidemia che questo novembre sta raggiungendo livelli devastanti. Sono 50mila per ora gli animali morti nell’Isola registrati dalle aziende locali. Per Coldiretti sardegna le proporzioni attuali del problema sono strettamente connesse «all’assenza di azioni efficaci di gestione del problema», come riportato dall’Unione sarda, tanto che l’emergenza sanitaria e finanziaria appare tutt’altro che risolta, nonostante i ripetuti allarmi lanciati dagli allevatori di Coldiretti Sardegna. Per far fronte alla crisi epidemica in Sardegna l’Esecutivo ha approvato l’istituzione di un tavolo tecnico congiunto per monitorare e tenere sotto controllo il virus, ma come sottolinea Coldiretti «I provvedimenti adottati fin qui dalla Regione non solo non sono sufficienti a contenere il dramma in atto, ma all’orizzonte non si intravvede ancora una misura efficace. Il piano di contenimento dell’epidemia, mai decollato realmente, ha lasciato molte zone dell’isola senza interventi tempestivi e adeguati con le conseguenze sempre più gravi che si vedono ancora oggi». Torna anche l’allarme peste suina, dopo che un carico di carne infetta è arrivato in Sardegna poco prima di metà ottobre, proveniente da un allevamento del Nord Italia colpito dalla peste suina. Come ricostruisce sempre l’unione sarda si tratterebbe di tonnellate di carne di maiale con tanto di certificato per la commercializzazione e il consumo; un carico venduto all’ingrosso e al dettaglio e arrivato a salumifici, macellerie, supermercati, negozi, ristoranti e mense. Immediata l’allerta rossa del ministero della Salute a tutte le regioni, e così è partito il protocollo di tracciamento, ritiro e richiamo della merce, ma il rischio è ormai alto: la speranza è che, tra quanti hanno acquistato e cucinato la carne, nessuno abbia gettato in campagna o ai maiali i resti del pasto. In merito si è espresso anche Pierfranco Devias di Liberu, soprattutto rispetto al fatto che solo da quest’anno dopo 46 anni, la Sardegna è ufficialmente libera da ogni restrizione per la peste suina imposta agli allevamenti e all’industria dei salumi. Vi leggo il commento di Devias di Liberu, apro le virgolette: “Questa è la terza volta in un anno che si certifica l’entrata di carne infetta. Lo Stato italiano per quaranta anni ha vietato tassativamente l’ingresso di carne sarda in Italia per lo stesso problema (ovvero per frenare la diffusione della peste suina) mettendo in atto anche grottesche “cacce alla salsiccia” in porti e aeroporti tra le borse di studenti e turisti. Però in un solo anno non si accorge per ben tre volte di tir con tonnellate di carne infetta che transitano dall’Italia alla Sardegna. Quando per anni dicevo, io come tanti altri indipendentisti e allevatori, che le misure contro la peste in Sardegna erano in realtà un giro d’affari interno e una guerra economica dell’Italia contro un settore potenzialmente molto promettente per la Sardegna (e dunque concorrenziale per loro), in tanti ci davano dei fuori di testa e dei complottisti. Adesso tutti voi potete vedere sotto i vostri occhi quanto è alta e ossessiva l’attenzione dell’Italia quando, al contrario, sono le nostre aziende, e non le loro, ad essere messe in pericolo”.

Arriviamo ora al nostro punto a tema energia, questa settimana si è parlato molto del fatto che è stata rigettata da parte del Ministero la richiesta di inchiesta pubblica sul progetto che prevede l’installazione di 32 pale alte 355 metri come riporta unione sarda, tra Capo Marrargiu e Capo Mannu. Stiamo parlando del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica e della richiesta di vari Comuni – con quello di Alghero come capofila – per l’indizione di specifica inchiesta pubblica nell’ambito del procedimento di valutazione di impatto ambientale (V.I.A.) relativo al progetto di centrale eolica “Parco eolico flottante Mistral”. Per chi non lo sapesse quella dell’inchiesta pubblica è un’ulteriore procedura di consultazione e informazione a tutti i cittadini, gli enti, i gruppi di interesse e gli operatori economici, che consente una partecipazione più estesa al dibattito soprattutto rispetto gli impatti di un progetto od opera pubblica sottoposta a VIA.
Come denuncia anche il gruppo di intervento giuridico, pur riconoscendo “che sussistono le condizioni per la richiesta dell’attivazione dell’inchiesta pubblica”, il Ministero “ritiene di non accogliere la richiesta”, perchè bisogna fare in fretta in sostanza (oggi i progetti più ingenti beneficiano anche di corsia preferenziale), perchè gli Enti interessati sono già stati coinvolti. Sempre il Gruppo di intervento giuridico era già intervenuto con specifico atto di opposizione, contro il rilascio della richiesta concessione demaniale marittima trentennale. Per il Grig la risposta del Ministero è assurda, e anche i sindaci coinvolti non hanno gradito. Scrivono infatti in una nota i primi cittadini dei Comuni di Alghero, Bosa, Ittiri, Magomadas, Putifigari e Tresnuraghes, che «Siamo molto amareggiati. È una scelta incomprensibile che prevarica ancora una volta la tutela e gli interessi dei territori e le competenze specifiche degli Enti Locali in termini di programmazione urbanistica. Un vero atto di censura nei confronti della comunità che ha chiesto di essere coinvolta, un colpo inferto all’autodeterminazione dei territori, che esigono il diritto di partecipare ai processi decisionali e far sentire la propria voce». «Le motivazioni addotte certificano la mortificazione del concetto di partecipazione, ridotto al mero esercizio di presentare osservazioni a progetti già definiti: questo è ridicolo e offensivo», continuano i sindaci, che ora valuteranno come continuare la lotta a difesa delle proprie comunità.

Alla Portovesme srl con la fermata dello zinco si passa da oltre 1.000 lavoratori a 330, tra questi 150 diretti, a rotazione, e 180 indiretti. All’Eurallumina sono presenti in 200 nello stabilimento, ma a rotazione. Alla centrale Enel Grazia Deledda, 450 lavoratori sono in attesa di conoscere quale sarà il loro futuro, tra transizione energetica e decarbonizzazione. In settimana l’Ansa ha pubblicato un articolo che descrive in numeri l’agonia dell’industria del Sulcis, con 2.000 posti di lavoro a rischio. Come scrive Stefano Ambu la situazione dell’industria del Sulcis è drammatica. Cgil, Cisl e Uil hanno organizzato in settimana un sit-in a Cagliari, davanti all’assessorato regionale dell’Industria, per accendere un faro e cercare soluzioni. Una delegazione è stata ricevuta dall’assessore Emanuele Cani, a cui è stata ribadita l’urgenza di un tavolo nazionale sul caso Sulcis. “E’ necessaria una visione unitaria delle vertenze – ha dichiarato Pierluigi Ledda, segretario generale della Cisl – ma anche molta attenzione a gestire l’immediato e le fasi di mezzo che via via si succedono”. L’assessore Cani assicura il suo impegno: “I sindacati lo sanno, stiamo lavorando in stretta sintonia con loro su tutta la grande partita, molto complessa, delle vertenze industriali, con al centro quelle del Sulcis Iglesiente. L’intento comune – sottolinea l’esponente della giunta Todde – è quello di sollecitare il più possibile il Governo perché sia assolutamente conseguente rispetto a quello che si è impegnato a fare, cioè di organizzare un tavolo nazionale, soprattutto con Glencore, che è la multinazionale più coinvolta in questo momento, al fine di costruire delle soluzioni”. Nel frattempo però, la situazione per lavoratori, lavoratrici e rispettive famiglie nel Sulcis continua ad essere terribilmente precaria, e il futuro del territorio in balia di politiche che fin’ora, hanno solo contribuito ad alimentare un dramma che va avanti da decenni.

Lunedì abbiamo dato voce a una replica del Il Movimento per la Pratobello ’24. Il movimento ha infatti realizzato un testo – che abbiamo pubblicato integralmente – che replica a una serie di dubbi rispetto alla proposta di legge, sui quali anche noi ci siamo soffermati nel corso di questi mesi in cui il tema della speculazione energetica si è affermato in maniera prioritaria all’interno dell’agenda politica e mediatica sarda e non solo. Chiariscono punti di vista come quello legato all’idrogeno a cui accenna la Pratobello 24, ma anche la loro posizione in merito al decreto aree idonee. Trovate il testo integrale nella nostra home, vi consigliamo di leggerlo e come sempre, di continuare a restare informati in merito a un tema, quello della speculazione energetica, di cui in Sardegna non dobbiamo smettere di parlare

Martedì la nostra Sara Brughitta ci ha raccontato Sardware, un progetto che porta il sardo nei software, nei browser e nelle piattaforme più utilizzate, trasformandolo in uno strumento vivo e moderno. Si tratta infatti di un’associazione di volontari che riconoscono quanto sia cruciale per la vitalità della lingua avere un lessico che risponda alle esigenze del mondo moderno. Attraverso la traduzione di software e browser, Sardware non solo promuove l’uso del sardo in ambiti tecnologici, ma anche l’inclusione della lingua in contesti di vita quotidiana dove la tecnologia gioca un ruolo centrale. Tra le loro azioni, hanno sviluppato la versione in sardo di Telegram, il sistema operativo Ubuntu in limba fino anche a Jitsi Meet. Una realtà che ci ha incuriositi fin da subito, li abbiamo incontrati al festival Fàulas organizzato dall’Assemblea Natzionale Sarda. Vi consigliamo di seguirli

Mercoledì spazio invece al contributo mensile degli attivisti indipendentisti di Helis Blog. Franciscu Pala ci ha raccontato come a Milis durante la prima festa nazionale del nuovo soggetto politico indipendentista sardo Repùblica, c’era anche il presidente dell’associazione dei Municipi per l’Indipendenza catalani, Jordi Gaseni. Nel suo articolo ci propone una riflessione su come le realtà locali possano esercitare una sovranità concreta in ambiti quali energia e finanze, sottolineando l’importanza di una crescita comunitaria dell’indipendentismo in sardegna. Un punto di vista molto interessante che vi invitiamo a leggere, sempre su www.sardegnachecambia.org

Giovedì infine attraverso un racconto intimo e provocatorio, la nostra Lisa Ferreli ha affrontato temi come l’aborto, la gestazione per altri (la cosiddetta GPA) e le politiche di incentivo alla maternità, invitando a ripensare il concetto di “sfruttamento” del corpo femminile. Tra le varie domande che pone l’articolo ce n’è una, centrale: ma la GPA, è a priori sfruttamento? Come scrive Lisa Ferreli, quello dello “sfruttamento” è un eventuale problema che non mina la legittimità della GPA ma riguarda piuttosto la qualità della vita delle persone, come la garanzia di accesso ai diritti fondamentali, la decostruzione di disuguaglianze sistemiche che determinano gerarchie e quindi marginalizzazioni. L’istituzione di un reato universale poi non norma la pratica stabilendo giusti limiti e doverose garanzie per chi sceglie la GPA; la criminalizza in toto. L’interesse non è di evitare quindi pratiche di sfruttamento o abuso, bensì impedire a priori e senza limiti geografici la GPA.

E anche questa settimana in chiusura vi segnaliamo alcuni dei prossimi eventi sparsi nell’Isola:

  • Inizia oggi ma siete perfettamente in tempo per viverlo appieno: questo fine settimana torna a Budoni Once Upon A Place, Festival di Storytelling e Destination Marketing che indaga come raccontare e promuovere un territorio. Un evento innovativo che unisce scrittori, giornalisti, marketer e sceneggiatori in un viaggio di scoperta e narrazione, dove si parla di come rafforzare le comunità, valorizzare le destinazioni in modo sostenibile e sfruttare le nuove strategie digitali e narrative. Al teatro comunale Andrea parodi di Budoni si parlerà di come costruire una destinazione tramite lo storytelling dei dati, della digitalizzazione delle destinazioni, e non mancherà poi lo sguardo sulle buone prassi. Un evento che ci piace molto, non perdetevelo
  • Sempre a partire da oggi invece al Teatro Sant’Eulalia di Cagliari va in scena la settima edizione del festival “Marina Nonviolenta”, rassegna teatrale per grandi e piccini organizzata da Theandric Teatro Nonviolento con la direzione artistica di Maria Virginia Siriu. Si tratta di un evento che propone quindi spettacoli per adulti e bambini, con l’obiettivo di costruire una comunità artistica aperta. Domenica 10 novembre ad esempio, a partire dalle 17 a inaugurare gli spettacoli dedicati ai più piccoli sarà la compagnia Molino d’Arte con “Cappuccetto Bambina Impertinente” con Filippo Giordano, Angela Borromeo e Antonello Arpaia. Trovate tutte le info e gli appuntamenti, che proseguono anche nei prossimi fine settimana, su www.theandricteatro.org
  • Non ci spostiamo da Cagliari perché abbiamo un altro evento da suggerirvi, la passeggiata lungo il sentiero naturalistico ed archeologico della Sella del Diavolo, promossa dall’associazione ecologista Gruppo d’Intervento Giuridico (GrIG). L’appuntamento è per domenica mattina con un’escursione è aperta a tutti, e gratuita, ma per ragioni organizzative è necessario prenotarsi scrivendo all’indirizzo di posta elettronica grigsardegna5@gmail.com. Percorrere la Sella del Diavolo attraverso il sentiero naturalistico e archeologico è un’escursione attraverso la storia e la natura di uno dei luoghi più suggestivi della Sardegna e di tutto il Mediterraneo, se siete in zona non perdetevelo
  • Infine, fino al 23 novembre Sinnai accoglie uno degli eventi di fotogiornalismo più interessanti a livello internazionale: la mostra World Press Photo. Al MuA – Museo e Archivio Sinnai, situato in via Colletta 20, saranno esposte le opere vincitrici del prestigioso concorso, raccontando storie potenti e d’impatto, capaci di emozionare e stimolare riflessioni profonde su alcuni dei temi più urgenti e complessi della nostra epoca. Si tratta di un percorso visivo che abbraccia conflitti, migrazioni, crisi climatiche e disordini politici, documentando la realtà con la forza dell’immagine. Anche questo, un evento unico nell’Isola, da non perdere

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