2 Feb 2024

Dopo 33 anni Beniamino Zuncheddu è libero – INMR Sardegna #16

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Sedicesima puntata di “Io non mi rassegno Sardegna”: oggi vi racconteremo la storia di un uomo finalmente libero, Beniamino Zuncheddu. Parleremo poi della cosiddetta protesta dei trattori portata avanti da agricoltori e allevatori sardi, e della comunità di Seui in piazza per difendere la sua scuola. In chiusura, l’annuncio che vuole le nostre domus de janas (quasi) patrimonio mondiale dell’umanità. Come sempre avremo anche un contributo audio, stavolta del direttore di Italia che cambia Daniel Tarozzi, che ha intervistato per Sardegna che cambia la startup Relicta che trasforma gli scarti di lavorazione del pesce in una bioplastica idrosolubile.

Salvare l’autonomia della scuola significa salvare il futuro. La prima notizia della settimana riguarda proprio il diritto allo studio e la lotta da giorni portata avanti a Seui in difesa della sua scuola. La comunità da giorni, ciclicamente scende in piazza per difendere l’autonomia dell’Istituto comprensivo globale Filiberto Farci, spazzata via dal 5 gennaio con l’ufficialità degli esiti del Piano di dimensionamento scolastico. Dal 1969 il paese ospita infatti un Liceo Scientifico senza il quale, a causa dei costi proibitivi dei trasporti e dell’alloggio, difficilmente molti giovani avrebbero potuto continuare gli studi. Il comune è arroccato sul Gennargentu della Barbagia di Seulo, si arriva solo in auto. La dismissione della linea ferroviaria e le sporadicità dei collegamenti hanno contribuito, negli anni, a esasperare l’isolamento di questa piccola comunità di montagna, e la chiusura del Liceo sarebbe l’ennesima privazione al diritto di essere comunità. Le proteste sono quindi in difesa della scuola, contro i diritti concessi solo ai grandi numeri, che altro non fanno che contribuire allo spopolamento della nostra Isola. Il sindaco Fabio Mio mercoledì ha concluso il suo intervento invitando la comunità. “La protesta deve andare avanti, nei prossimi giorni e se necessario nelle prossime settimane”.

Restiamo sul tema mobilitazioni e parliamo ora della cosiddetta protesta dei trattori. Davanti al porto di Cagliari da mercoledì pastori e agricoltori sardi sono in protesta con i loro trattori contro le politiche e in vincoli dell’Unione europea sulle produzioni nelle campagne. Sulla scia quindi di quanto accade in più nazioni d’Europa, i manifestanti lottano contro le politiche adottate da Bruxelles che danneggerebbero le produzioni locali. La protesta è indirizzata principalmente alle politiche europee che regolano le attività agricole, e contro una “burocrazia che ci sta soffocando”. Roberto Congia, tra i portavoce del Movimento pastori sardi, ha dichiarato all’agenzia Dire nei giorni scorsi: “Manifestiamo soprattutto per rivendicare la figura dell’agricoltore nella società: siamo produttori di cibo e non gente che inquina, siamo persone che tutti i giorni dedicano tante ore al lavoro nelle campagne, pretendiamo dignità. A Bruxelles invece si decide una politica agricola comunitaria che ci dice di non coltivare, che non ci lascia libertà di impresa. E poi però apre ai cibi sintetici”. La protesta riguarda vari punti, tra cui aumento dei costi di produzione determinato dall’eliminazione delle agevolazioni per l’acquisto del gasolio, obblighi derivanti dalla necessità di destinare alcune aree agricole alla conservazione della natura e taglio di alcuni sussidi per il settore agricolo. All’ANSA invece Mario Mulas, tra gli organizzatori, ha aggiunto “oggi a Bruxelles decidono quello che dobbiamo seminare e cosa è giusto e sbagliato: ci vogliono addirittura pagare per non coltivare, mentre i costi di carburante, fertilizzanti e mangimi aumentano. Noi non riusciamo a lavorare con questi prezzi”.

Beniamino Zuncheddu è finalmente libero. È stato assolto infatti dopo 33 anni di carcere per la strage del Sinnai del gennaio del 1991 in cui morirono tre pastori. Lo hanno deciso i giudici della Corte d’appello di Roma al termine di un lungo processo di revisione, atteso da tempo. L’ex pastore stava scontando una pena all’ergastolo e l’assoluzione, è arrivata con una formula inequivocabile: non ha commesso il fatto. La sentenza è stata accolta da un lungo applauso, dalle lacrime di gioia amici e parenti, ma anche dal senso di angoscia e soffocamento all’idea che una persona possa aver trascorso più di 30anni in carcere, da innocente. Una vita intera, una vita negata e chiusa dietro le sbarre. Un articolo del Foglio ricostruisce la vicenda, iniziando dalla scarcerazione: quando lo scorso 27 novembre è stato scarcerato dopo oltre 32 anni, in attesa della sentenza del processo di revisione, pare che Beniamino Zuncheddu si sia avviato a piedi per tornare a casa. Una casa che era stato costretto a lasciare all’età di 26 anni, distante quaranta chilometri dal carcere da cui stava uscendo. Per fortuna Irene Testa, Garante dei detenuti della Sardegna e tesoriera del Partito radicale, una volta saputo dell’accoglimento dell’istanza di sospensione della pena, si è catapultata alle porte del carcere cagliaritano, intercettando Zuncheddu. “Voleva scappare via da quel posto, aveva paura che da un momento all’altro potessero incarcerarlo di nuovo”, ha raccontato Testa al Foglio. La sua storia giudiziaria era iniziata l’8 gennaio 1991 con una strage avvenuta sulle montagne di Sinnai. Da quel momento bugie, depistaggi, false testimonianze e ritrattazioni hanno contaminato le prove e condotto Beniamino dietro le sbarre per 11.958 giorni. Ma credendo nella sua innocenza, tutte le persone a lui vicine, il suo avvocato e l’intera comunità di Burcei si sono battuti dentro e fuori le aule dei tribunali. All’uscita dal carcere Zuccheddu è apparso quasi incredulo: “Essere libero è una cosa inspiegabile”, ha detto a margine della conferenza stampa, “sono innocente e volevo dimostrarlo. Era una cosa impossibile, non c’ero, non sono stato io”, le sue parole.  
Oggi la Garante dei detenuti della Sardegna che ha dato forza mediatica alla vicenda di Beniamino, chiede che l’uomo venga risarcito, per quanto possibile, di ciò che gli è stato tolto. Ma per quanto si possa fare, è impossibile riportare Beniamino ai suoi 27 anni.

Prima di presentarvi l’ultima notizia della settimana abbiamo un contributo del direttore di Italia che cambia Daniel Tarozzi, in merito a una startup sarda, Relicta, che vi abbiamo raccontato qualche giorno fa su Sardegna che cambia. La realtà trasforma gli scarti di lavorazione del pesce in una bioplastica idrosolubile. Ve ne parleremo anche qua tra qualche minuto ma prima, sentiamo il commento di Daniel che si è occupato di intervistare due dei fondatori. “Non è uno sponsor all’usa e getta, l’unico rifiuto buono è quello che non si produce”.

Ultima notizia della settimana, un riconoscimento importante per l’identità e il patrimonio archeologico della nostra Isola. La commissione nazionale Unesco nei giorni scorsi ha dato via libera al percorso per portare le domus de janas all’interno del patrimonio mondiale dell’umanità. “La scelta del CNIU – hanno commentato dall’associazione Sardegna verso l’Unesco – è l’ennesima conferma del valore universale della nostra preistoria e protostoria e della straordinaria importanza che il nostro paesaggio identitario, unico al mondo per la sua straordinaria ricchezza di migliaia di monumenti dispersi in tutti i 377 comuni della Sardegna, può rivestire per dare un’autentica svolta allo sviluppo economico della Sardegna. La nostra storia antica, che è ancora viva e ben presente nelle domus de janas, nei pozzi sacri, nelle tombe dei giganti e nelle migliaia di torri nuragiche che sono il simbolo della nostra Isola, deve essere raccontata dovunque, per diventare la carta d’identità della Sardegna, acquistando, anche attraverso il riconoscimento Unesco, il valore universale che renda la nostra Isola immediatamente riconoscibile e identificabile nel mondo”.

Primo articolo della settimana è un’intervista a Rebecca Sechi. La sua è una storia simile a quella di tante altre persone che come lei nell’Isola affrontano o hanno affrontato dei disturbi alimentari. Abbiamo scelto di intervistarla, di parlare con lei delle politiche dell’attuale Governo in materia, ma anche di raccontare l’esperienza che ha vissuto. Qualche settimana fa è uscita infatti prima la notizia del mancato rinnovo in legge di Bilancio del Fondo da 25 milioni per il contrasto dei disturbi della nutrizione e dell’alimentazione. Poi, l’annuncio da parte del ministro della Salute Orazio Schillaci – dopo le polemiche – di un Fondo straordinario da 10 milioni e trentadue prestazioni gratuite per i pazienti. A partire da questo insieme a Rebecca Sechi abbiamo raccontato il vissuto di chi vive con disturbi alimentari: una quotidianità in lotta, a quando nel percorso di cura, a quando in una società fatta di politiche che ignorano l’impatto dei disturbi alimentari e dove spesso curarsi, è un privilegio per pochi.

Secondo articolo della settimana un contributo molto interessante che arriva da Bobore Bussa, libero professionista nel settore agroalimentare e turistico. La sua è una riflessione accorata, che parte dall’esperienza personale affrontando il tema del pastoralismo in Sardegna e di come l’allevamento stia cambiando, di pari passo e come diretta conseguenza delle scelte alimentari nel mondo. La testimonianza di Bussa è quella di chi – da sardo e professionista del settore – guarda ai cambiamenti nel mondo dell’allevamento come delle forzature che stanno erodendo un’identità fatta (anche) di capre e pecore. “Da pastores a cowboys” racconta la conversione in corso da pastori di pecore a allevatori di mucche, che nell’Isola sta procedendo spedita da diversi anni.

Mercoledì vi abbiamo raccontato con articolo e video intervista, la startup sarda Relicta. Impegnata nella produzione di materiale bioplastico idrosolubile per imballaggi e packaging, Relicta nasce nel 2017, all’interno del Contamination lab dell’Università di Sassari. Si occupa di recuperare gli scarti della lavorazione del pesce per ottenere, attraverso una miscela, un film plastico, trasparente e inodore per il packaging. Il risultato finale è un materiale compostabile, biodegradabile e solubile in acqua che fornisce al mercato alternative ecocompatibili per ridurre l’inquinamento ambientale, in particolare quello oceanico. Il progetto è di economia circolare perché si prende un sottoprodotto inutilizzato, come gli scarti di lavorazione del pesce, per poi trasformarli in una bioplastica, una specie di pellicola un po’ più grossa e resistente e che soprattutto, può essere smaltita tra le mura domestiche: nella lavastoviglie o immersa nell’acqua per lavare i piatti, si scioglie senza intaccare le tubature. Un progetto che fa bene all’ambiente e che siamo stati molto felici di raccontare, anche perché frutto di quelle tante menti brillanti che nella nostra Isola ci sono, e alle quali vogliamo continuare a dare risonanza.

Ieri invece abbiamo chiuso la settimana di sardegna che cambia con un articolo di Elena Rasia sui disturbi ossessivo compulsivi. In merito abbiamo intervistato Barbara Musu, a cui a vent’anni è stato diagnosticato un disturbo ossessivo compulsivo. Nonostante il suo percorso non sia stato facile, Barbara, in arte Fiore da Parete, non solo ha superato le difficoltà iniziali ma ha anche lanciato un’autonarrazione che possa aiutare le altre persone che si trovano nella sua condizione a rialzarsi, proprio come ha fatto lei. Fiore da Parete è infatti un’attivista sarda che attraverso i social racconta la sua vita con il Disturbo Ossessivo Compulsivo.

E anche questa settimana in chiusura vi segnaliamo alcuni dei prossimi eventi sparsi nell’Isola.
L’8 febbraio ci sarà l’inaugurazione alla fondazione Siotto a cagliari della mostra “solo macerie” dell’artista sardo Crisa. A cura di Alice Deledda e Chiara Manca la mostra resterà aperta dal giovedì alla domenica fino al 25 febbraio.
Non mancano poi anche questo fine settimana tutti gli appuntamenti in occasione del carnevale. Il 3 febbraio si rinnova l’appuntamento di Carrasegare in Macumere, un grande evento al quale partecipano alcune tra le più belle maschere tradizionali della Sardegna che sfileranno assieme ad alcune maschere ospiti che arriveranno da più lontano, come gli affascinanti Krampus dal Trentino. Non da poco anche il carnevale di Tempio, tra i carnevali storici, che dal 3 al 13 febbraio animerà le sue vie con una serie di sfilate, eventi musicali e mostre fotografiche.
Vi consigliamo di dare un’occhiata online perché gli appuntamenti di carnevale sono davvero tanti e caratterizzeranno ogni angolo della nostra Isola.
Ricordatevi poi che il 4 febbraio si rinnova l’appuntamento con domenicalmuseo, l’iniziativa del Ministero della Cultura che consente l’ingresso gratuito, ogni prima domenica del mese, nei musei e nei parchi archeologici statali. In Sardegna potete visitare il Museo Archeologico Nazionale di Cagliari, la Pinacoteca nazionale di Sassari o l’Altare prenuragico di Monte d’Accoddi. Anche in questo caso, tutte le info sono disponibili online anche nel sito del ministero della cultura.

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