3 Mag 2024

Assalto eolico: 1000 ettari ai cinesi – INMR Sardegna #28

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Oggi col nostro Alessandro Spedicati parleremo di servitù energetiche e militari, perché nelle ultime settimane sono state al centro delle cronache con diverse notizie. Nello specifico parleremo del fatto che sono stati dimezzati gli indennizzi per i Comuni “oberati” dalla presenza delle servitù militari, mentre parallelamente il ministro della Difesa Guido Crosetto ha però dichiarato che è “impensabile” una riduzione delle servitù militari in Sardegna. Parleremo poi di assalto eolico perché la Cina ha comprato mille ettari di Sardegna per costruire un mega parco fotovoltaico, ma è sempre notizia degli ultimi giorni anche il fatto che la Giunta Todde ha approvato il disegno di legge contro l’assalto delle multinazionali. Ulteriore tema di l’intervento della presidente della commissione Sanità della Regione Sardegna, Carla Fundoni, in difesa della legge 194 che tutela il diritto di aborto, da tempo sotto minaccia.
Come sempre vi racconteremo poi anche gli articoli della settimana su sardegna che cambia e in chiusura, festival e eventi in arrivo per il weekend.

Lo abbiamo detto in apertura: per il ministro alla difesa Guido Crosseto, una presenza delle basi militari in Sardegna risulta “ancora necessaria e preziosa, visto l’impegno che le nostre Forze armate sono chiamate a svolgere ogni giorno, nel contesto nazionale e soprattutto internazionale, per tutelare gli interessi di tutti“. La risposta è arrivata in seguito all’interrogazione della deputata sarda Francesca Ghirra, in merito alla presenza delle servitù militari in Sardegna e ai ritardi nella liquidazione degli indennizzi spettanti ai Comuni. Sono infatti quasi dimezzati i milioni di euro di indennizzi che il ministero delle Finanze, per conto della Difesa, versa alla Regione Sardegna che deve distribuirli tra i cosiddetti Comuni “oberati” dalla presenza delle servitù militari: prima erano 14 ogni cinque anni, ora oscillano tra 7 e 9. Sono quindi stati traditi dunque, come scrive anche Enrico Fresu sull’Unione Sarda, gli accordi Stato-Regione con quella che è l’ennesima beffa per i Comuni che ospitano i poligoni. Da Villaputzu a Teulada, protestano i sindaci: quei soldi devono aumentare, e a questa protesta ci uniamo anche noi dicendo però anche un’altra cosa: la nostra casa non è territorio alla mercé degli eserciti di tutto il mondo, nella nostra Isola vogliamo vivere, non sopravvivere grazie a indennizzi che dovrebbero ripagare le continue violazioni di corpi e territori. Ricordiamo un po’ di dati: la Sardegna ha un milione e mezzo di abitanti, 4 province, una città metropolitana e trentuno basi militari: il 65 per cento di quelle presenti in tutto il territorio italiano. L’80 per cento del munizionamento italiano, come reso noto dal resoconto stenografico della Commissione d’inchiesta sull’utilizzo dell’uranio impoverito, è stato sparato nell’isola, che ospita, tra i tanti, due dei poligoni più grandi d’Europa: il Poligono sperimentale e di addestramento interforze di Salto di Quirra e Capo Teulada a sud ovest. Basta giochi di guerra nella nostra terra, basta servitù militari

Ulteriore notizia uscita in settimana, il fatto che la più grande fabbrica di pannelli fotovoltaici della Repubblica Popolare cinese, la Chint, si è accaparrata dall’azienda spagnola spagnola Enersid il più importante progetto solare mai concepito a livello europeo, allungando i suoi tentacoli su mille ettari di terreni nel nord della Sardegna. Come riportato dal giornale L’Indipendente, la frazione di territorio direttamente interessata dal progetto sarà quella che va da Palmadula, nella punta a Nord-Ovest della sardegna, fino alla borgata di San Giorgio (Sassari), coinvolgendo anche Scala Erre, non lontana da Porto Torres. L’allarme suona però anche a Guspini, dove sono previsti numerosi progetti agrivoltaici. Anche stavolta, l’occupazione dei territori va al di sopra della normativa a tutela dei luoghi stessi: l’area interessa siti di interesse comunitario e aree protette, come il sito archeologico della città di origine cartaginese Neapolis. Da questo business, i cinesi incasserebbero circa 107 milioni di euro all’anno, a discapito dei terreni espropriati e delle comunità costrette alla sostituzione economica e culturale dei territori che abitano. Anche qua vogliamo ricordarvi un po’ di dati dietro questa nuova forma di servitù, energetica in questo caso: in Sardegna sono state presentate 809 richieste di allaccio di impianti di produzione di energia rinnovabile alla rete elettrica nazionale che, in caso di semaforo verde, produrrebbero 57,67 Gigawatt di una potenza che sarebbe di 7 volte superiore al fabbisogno sardo. Distruggere l’Isola e il suo patrimonio naturale, ambientale e storico, in favore di un’energia verde destinata ad andare altrove: questo è il paradosso che nell’Isola si sta concretizzando sempre di più. Ancora una volta ci ribadiamo al fianco delle comunità in lotta per la difesa di corpi e territori, ancora una volta chiediamo la fine delle politiche che guardano alla sardegna come colonia estrattiva dello stato italiano.

Restiamo sul tema dell’assalto eolico perché la Giunta Todde approva il disegno di legge contro l’assalto delle multinazionali. La norma urgente punta a tutelare e salvaguardare paesaggio e ambiente e a “favorire lo sviluppo regolato e armonico degli impianti di produzione e accumulo – si legge nel testo – in armonia con le peculiarità e la conservazione del territorio regionale, nel rispetto della competenza regionale di redazione e approvazione del Ppr”. La presidente della Regione Sardegna, Alessandra Todde, ha spiegato così l’obiettivo dello stop per 18 mesi: “non è una moratoria, ma una sospensiva. In questo momento c’è un far west e un vuoto normativo, abbiamo preso del tempo per mettere delle regole e per poter negoziare con lo Stato, sia per quanto riguarda l’individuazione delle aree idonee, sia per l’apertura della revisione della paesaggistica che è competenza concorrente con lo Stato”. Ci sono però degli elementi che anche l’associazione ecologista del Gruppo di Intervento Giuridico ha messo in discussione. Innanzitutto non c’è stato un effettivo stop al far west degli oltre 800 progetti presentati ma c’è stata  l’approvazione di un disegno di legge che dovrà seguire il consueto iter in Consiglio regionale per la sua eventuale approvazione nel testo finale che l’Aula consiliare deciderà. Come sottolinea il Grig nulla vien detto sui numerosi progetti di centrali eoliche offshore e non pare si sia tenuto adeguatamente conto della previsione del pur noto art. 20, comma 6°, del decreto legislativo n. 199/2021, secondo cui “nelle more dell’individuazione delle aree idonee, non possono essere disposte moratorie ovvero sospensioni dei termini dei procedimenti di autorizzazione”. Una norma regionale infatti che preveda la moratoria delle procedure ovvero la sospensione delle autorizzazioni delle centrali eoliche e fotovoltaiche sul proprio territorio regionale verrebbe con altissima probabilità ancora una volta impugnata dallo Stato davanti alla Corte costituzionale con esiti abbastanza prevedibili. Oltretutto, sempre il Grig sottolinea come lo stop proposto sarebbe “non tanto delle autorizzazioni, perché le istruttorie sono di competenza nazionale, quanto della loro realizzazione e messa in opera“: questo significa che un progetto potrebbe esser autorizzato, ma non potrebbe esser concretamente realizzato, determinando lo scontato avvio di azioni risarcitorie nei confronti della Regione.

Ultima notizia legata alla cronaca della settimana prima di guardare agli articoli pubblicati su Sardegna che cambia, riguarda il tema del diritto all’aborto. Nonostante la commissione europea ha dichiarato che “Le misure dell’Italia sull’aborto non rientrano nel Pnrr”, il Senato italiano ha votato un provvedimento che consente di operare all’interno dei consultori familiari alle associazioni anti-abortiste (anche chiamate pro vita). L’emendamento, a firma di Lorenzo Malagola di Fratelli d’Italia, è già passato alla Camera dei Deputati che ha approvato il testo sul Pnrr il 16 aprile, non senza polemiche: nelle ultime settimane si sta parlando molto di diritti sessuali e riproduttivi e di interruzione volontaria della gravidanza, con proteste anche davanti al Senato stesso. Subito è arrivata la risposta in merito della presidente della commissione regionale sarda alla Sanità, Carla Fundoni. Fundoni ha chiarito che la Regione Sardegna difende il ruolo affidato ai consultori pubblici nell’attuazione della legge 194, dove spesso però il numero di obiettori di coscienza supera quello degli specialisti che assistono le donne. «L’impegno che come Regione dobbiamo prenderci è dare un servizio di chiarezza alle donne sarde sui punti in cui possono affrontare questo percorso – spiega Fundoni – interagendo anche con i colleghi e gli ordini dei medici in modo che nelle province della Regione siano attuati dei percorsi di sensibilizzazione degli operatori sanitari, nei consultori, ma anche nei presidi con reparti di Ginecologia-Ostetricia e pronto soccorso ginecologici, in modo che in qualsiasi punto di accesso le donne arrivino per chiedere aiuto, venga loro assicurato il diritto al percorso sanitario più corretto. Credo che questo sia l’impegno che come Regione dobbiamo prendere».

Lunedì scorso la nostra Sara Brughitta ha raccontato Spazio e Movimento,  galleria d’arte fondata a Cagliari da Marilena Pitturru. Si tratta di un luogo dedicato all’espressione e alla ricerca artistica femminile, che nasce con l’obiettivo di fornire uno spazio espressivo alle donne artiste, ricalcando un po’ il concetto di Virginia Woolf in “Una stanza tutta per sé”. La galleria ospita opere ed eventi focalizzati sulle tematiche femminili, mantenendo un approccio inclusivo, internazionale e aperto. Un vivace punto di incontro per il panorama artistico femminile, che contribuisce alla valorizzazione delle artiste e delle loro opere.

Martedì invece Laura Tussi ha intervistato Massimo Coraddu, fisico, consulente di parte procedimenti giudiziari poligoni Quirra e Teulada e consulente tecnico delle associazioni che si ribellano alla fabbrica di armi RWM. Il tema dell’intervista è proprio ciò che accade attorno alla cosiddetta fabbrica di bombe, dove nonostante le controversie ambientali e normative, l’azienda ha ottenuto le autorizzazioni per l’ampliamento dello stabilimento. Come spiega Coraddu la crescita degli ordini, a partire dallo scoppio della guerra in Yemen nel 2016, ha avuto come conseguenza la saturazione della capacità produttiva dello stabilimento di Domusnovas-Iglesias, rendendo necessario il suo ampliamento. Di conseguenza l’azienda ha programmato, dal 2017, un imponente piano di potenziamento degli impianti, con la realizzazione di nuovi reparti di produzione, magazzini, strade e piazzali e persino di un nuovo poligono per effettuare test esplosivi. Un qualcosa di agghiacciante che rientra nel tema delle servitù presenti nella nostra isola.

Mercoledì invece la nostra archeologa e divulgatrice Sara Corona Demurtas ha pubblicato un approfondimento sulle conseguenze sul patrimonio culturale sardo dell’assalto eolico. Come scrive lei stessa, c’è infatti una forma di ingiustizia climatica che si lega ai grandi progetti di energia rinnovabile in Sardegna. Può sembrare paradossale che l’energia green rischi di produrre un danno ambientale, determinando forme di ingiustizia climatica. Eppure, sempre più studi dimostrano che i mega-progetti concentrati in aree rurali impoverite e pensati per produrre energia da esportare altrove, alterano pesantemente l’aspetto e la natura dei luoghi, danneggiandone anche la qualità di vita degli abitanti. Vi consigliamo di leggerlo, si trova nella home del nostro sito ma se volete, trovate anche un video sulla nostra pagina instagram dove è Sara Corona a spiegare la questione e a fornire tutti i dati e le informazioni utili

Questo lunedì’ invece non potevamo non soffermarci su Sa Die de sa Sardigna con con un contributo di Nicola Meloni, attivista indipendentista tra le penne di Helis Blog, che ripercorre i temi della celebrazione tra cenni storici, prassi politiche e parallelismi con la Diada catalana. Un articolo interessante, che abbiamo abbinato anche sui social a un contenuto di Federica Marrocu, guida turistica che abbiamo intervistato qualche settimana fa sui temi della turistificazione legata al folklore. Entrambi, sia Federica che Nicola, ci hanno ricordato l’importanza di una giornata che va ben oltre il semplice ricordare ciò che è stato. Sa Die è testimonianza della forza dell’identità nazionale sarda

Infine, martedì abbiamo ripreso un video che trovate anche sulla nostra pagina Instagram, realizzato da Domenico Melis di nuragic.com , professionista con cui siamo molto molto felici di inaugurare una collaborazione. Domenico racconta attraverso video cosa accade nella nostra Isola, nello specifico questo mese ci ha raccontato la protesta di Terra Mala in difesa dalla colonizzazione energetica. Sabato 20 aprile infatti si sono dati appuntamento a Terra Mala i comitati sardi per la difesa del territorio, associazioni e cittadini, per una giornata di mobilitazione, condivisione e unità. Trovate il video sui nostri social ma anche nella home del nostro sito, collegato a un piccolo testo che riassume la mobilitazione. Buona visione!

  • Fresca di inaugurazione, Castia Art in collaborazione con Miniera Montevecchio hanno presentato in occasione della Festa del Lavoro  Polvere della Memoria mostra collettiva a cura di Cristian Castelnuovo nella Miniera Montevecchio, a Guspini . La mostra riunisce pittura, scultura, fotografia, installazioni per rendere visibile quel che di prezioso deve essere ancora estratto: non il minerale, ma la materia vivente. Nella mostra troverete i ritratti severi di lavoratrici e lavoratori, elaborati da Giovanni Sesia. La loro fatica quotidiana è stata poi rappresentata in forma eroica nella scultura di Andrea Forges Davanzati e in chiave ironica nelle installazioni di Davide Volponi. Non perdetevi la mostra, sarà visitabile fino ad ottobre.
  • Dal 2 al 16 maggio, il Circolo Culturale Sa Bena di Nuoro ospita invece  “Le Nostre Vite Chiuse”, la nuova mostra personale dell’artista Zarga Martini. Un’esposizione che si distingue per il suo approccio innovativo e profondamente emotivo, accompagnata da una performance teatrale a cura di Maria Daniela Carta. Le opere di Martini, realizzate nel 2020, riflettono su un anno che ha segnato profondamente il mondo intero.
  • Il 5 maggio poi alle ore 21:00 al Teatro Comunale in via del Campo a Mogoro entrerà in scena Bell’è s’arrisu, rassegna comica regionale firmata Teatro Tragodìa. Sarà l’appuntamento conclusivo di Tragogò Fest, festival della comicità con la direzione artistica di Alverio Cau. Due nomi interessanti? Silvia Marinu ed Aurelio Sechi, esponenti della stand up comedy. Se siete nei dintorni fateci un salto, che ridere fa sempre bene
  • Sabato 4 e domenica 5 maggio parte l’edizione 2024 di Primavera nel cuore della Sardegna, a inaugurare il calendario è Girasole, in Ogliastra. Ci sarà la Mostra Fotografica “Transumanza” di Anna e Fabrizio Piroddi, sfilate degli abiti tradizionali sardi locali, musica, balli e tanto cibo per le strade. Se invece vi trovate nella costa opposta, a Villamar domenica 5 maggio c’è la Sagra de sa Fregula, con non solo degustazioni ma anche laboratori per la preparazione della fregula e della pasta fresca
  • dal 4 maggio al 2 giugno c’è poi monumenti aperti. Si inizia sabato 4 maggio con Nurachi, Porto Torres, Quartu Sant’Elena, Samassi, San Gavino Monreale, Sassari e Sant’Antioco. Trovi tutte le informazioni utili su www.monumentiaperti.com l’occasione è preziosa per visitare e conoscere al meglio la nostra isola, quindi anche questa occasione ti consigliamo di non perderla

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