14 Giu 2024

Assalto eolico: l’isola dice no- INMR Sardegna #34

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Oggi parliamo di medici di base e delle delibere della Regione a favore di borse più ricche, ma anche del fatto che nell’isola è boom di domande per un posto nelle graduatorie scolastiche: sono infatti ben quattromila le persone a caccia di una supplenza. Parleremo poi di rinnovabili perché si moltiplicano iniziative, appelli, proteste e proposte di legge contro i maxi-piani eolici e fotovoltaici e infine, faremo il punto sulle elezioni: risultati, affluenza e riporteremo anche una piccola riflessione sulle paghe di chi lavora nei seggi. Nella seconda parte della rassegna vi racconteremo gli articoli della settimana su Sardegna che cambia, con un contributo di Andrea Carboni di Indip sull’inchiesta a sua firma che abbiamo pubblicato in settimana, in merito all’Aias di Cagliari, tra terapie interrotte a discapito dei pazienti e discariche abusive nel cortile. In chiusura, festival e eventi in arrivo per il weekend.

Una borsa più cospicua per gli specializzandi in medicina generale, nella speranza di poter iniziare a dare risposte alle troppe sedi scoperte. Su proposta dell’assessore regionale alla sanità Armando Bertolazzi in settimana la giunta ha approvato una delibera, il quale scopo è quello di finanziare le borse integrative in favore dei medici iscritti al corso triennale di formazione specifica in medicina generale appunto, per l’anno 2024. Con questo intervento la regione ha adeguato dunque il compenso delle borse di studio della medicina generale, attualmente pari a 11mila 600 euro annui, a quello dei contratti di formazione specialistica, cioè a 25mila 500 euro annui. In una nota congiunta, la presidente Todde e Bertolazzi hanno spiegato che si tratta di “Un incremento per tutti i 60 borsisti e non solo per i primi in graduatoria, al fine di poter consentire a regime un potenziamento del territorio”. Sempre in settimana sono state assegnate inoltre alle aziende sanitarie risorse aggiuntive per gli ospedali periferici, non localizzati quindi a cagliari e Sassari, e i trapianti. Si tratta di un primo tentativo di risposta a una delle tante problematiche legate alla situazione del sistema sanitario sardo, situazione di cui abbiamo parlato più volte anche nelle precedenti rassegne. Ricordiamo che nel 2024 nell’isola mancano 544 medici di base. A mettere nero su bianco il numero di quelli che sono stati definiti “Incarichi vacanti dei medici del ruolo unico di Assistenza primaria a ciclo di scelta – anno 2024” è stata una determinazione dei dirigenti dell’assessorato regionale dell’Igiene e sanità e dell’assistenza sociale, della direzione generale della sanità e del servizio di promozione e governo delle reti di cura. Sono numero che si sommano alle tante proteste diffuse nell’isola, e che definiscono un’emergenza sanitaria di proporzioni enormi. Sono quasi 100mila, contando solo la popolazione over 55, i sardi che nel 2023 hanno dovuto rinunciare a prestazioni sanitarie pur avendone necessità.

Nell’Isola è boom di domande per un posto nelle graduatorie scolastiche. Solo negli uffici della Uil scuola Sassari e Gallura nelle prime due settimane di giugno sono arrivate più di mille domande per entrare nelle graduatorie biennali delle supplenze, in Sardegna la stima si aggira per ora intorno alle quattromila richieste. In Sardegna ci sono 3mila cattedre vacanti e un esercito di precari di lungo corso. Da qualche tempo, lo squadrone di lavoratori e lavoratrici alla ricerca di supplenze – con il ruolo come obiettivo finale – si è ampliato moltissimo. A fare la differenza è anche il punteggio in graduatoria: anche una supplenza breve in più può essere fondamentale per conquistare un posto e fare un ulteriore passo avanti verso l’obiettivo di supplenze sempre più lunghe, in attesa del nuovo concorso per ottenere il ruolo. Tra l’altro, restando a tema scuola e insegnanti, se da un lato c’è carenza di personale, dall’altro le strade per accedere ai concorsi non sono semplicissime: nell’Isola di recente si è sollevata la protesta dei docenti sardi che si sono sentiti discriminati nelle prove di accesso al concorso scuola. Seconda e terza prova si svolgono nella Penisola, con costi notevoli per il viaggio. In Campania, in Toscana, in Liguria, nel Lazio. A volte in nave, con viaggi interminabili e nottate spesso insonni, più spesso in aereo con atterraggio nello scalo più vicino alla destinazione, perché i voli diretti, si sa, sono pochi e a singhiozzo. Come scrive Silvia Sanna su La Nuova Sardegna, qualunque sia il mezzo di trasporto, in comune c’è il salasso a carico dei docenti sardi, in missione nella Penisola per affrontare la prove finali del concorso scuola. Dopo gli scritti nell’isola, le altre prove si fanno infatti oltremare: sia quella pratica, sia l’orale. Una situazione che sindacati e insegnanti definiscono appunto come discriminatoria, che inoltre ci sentiamo di sottolineare come non faccia bene all’intero mondo scolastico: se l’insegnamento dipende in primis dalla capacità economica della persona, capiamo bene che oltre ad essere escludente, automaticamente minimizza tutta una serie di altri requisiti che dovrebbero essere ben più importanti, come la volontà, le capacità e la possibilità di scegliere un impiego che riveste inoltre anche un ruolo socialmente necessario. Noi sapete bene che siamo pieni di speranze, vi raccontiamo la rassegna abbinando le notizie al racconto di ciò che vorremmo: bene, sicuramente per la scuola non vogliamo questo. Gli e le insegnanti sono figure importanti: spesso negli anni li abbiamo indicati come eroi, pensiamo a quando durante la quarantena uscivano le notizie sulla didattica a distanza o le lezioni all’aperto. Ecco, dell’importanza anche del ruolo degli insegnanti ricordiamocene sempre, non solo nei momenti più complessi.

Giovedì mattina la governatrice Alessandra Todde ha ricevuto in viale Trento una delegazione del Coordinamento dei comitati contro la speculazione energetica. L’incontro tra Todde e i rappresentanti è durato oltre tre ore, dopo di che la presidente attraverso una nota ha dichiarato che “oggi abbiamo chiarito il percorso, abbiamo chiarito che noi non ci stiamo muovendo solo sul decreto o solo sul disegno di legge, ma stiamo facendo un percorso, dopo tre anni di assoluta inerzia: abbiamo definito una cornice su cui adesso ci possiamo muovere, poi sarà possibile fare una delibera che ancora meglio possa mettere paletti”. La posizione ufficiale del coordinamento regionale dei comitati che in Sardegna protestano contro la speculazione energetica, è invece quella di Cautela propositiva e mobilitazione attiva. A parlare per tutti è Luigi Pisci, uno dei portavoce: “Abbiamo senz’altro apprezzato l’apertura – ha dichiarato, precisando che – Restano tuttavia aperte molte questioni che i territori vivono con apprensione: restano incerte le misure normative per impedire lo sfregio di Barumini e Saccargia, sconosciuta l’entità dell’offshore e molto delicata la questione del Tyrrhenian Link. Appare invece più chiara l’intelaiatura della filiera dei provvedimenti normativi che le istituzioni vogliono mettere in campo per giungere ad un nuovo piano paesaggistico ed energetico, ma non sono ancora chiari i contenuti di questi provvedimenti”. La richiesta dei comitati resta quella di un tavolo permanente di monitoraggio delle azioni, con l’obiettivo di rivedersi prima di ogni snodo fondamentale del processo decisorio. Nel frattempo, sempre in settimana l’associazione ecologista Gruppo di intervento giuridico ha denunciato il progetto di una nuova, ennesima centrale eolica con 17 aerogeneratori con un’altezza massima complessiva superiore a 200 metri. Il tutto dovrebbe essere realizzato alle falde meridionali del massiccio dei Sette Fratelli, nei territori di Maracalagonis, Sinnai, Selargius, Quartucciu e Settimo San Pietro. Secondo gli ecologisti, la centrale eolica sorgerebbe ben dentro la fascia di rispetto estesa tre chilometri dal limite delle zone tutelate con vincolo culturale e/o con vincolo paesaggistico, per questo è stata inoltrato un atto di intervento nell’ambito del procedimento di valutazione d’impatto ambientale. Ad aggiungersi al coro di chi chiede lo stop all’ assalto eolico e energetico è anche Stefano Lavra, Presidente dell’Istituto Superiore Regionale Etnografico della Sardegna, l’Isre. Prima di passare all’ultima notizia di cronaca vi leggo direttamente le sue dichiarazioni, che riportiamo anche qua sotto tra le fonti: «Dopo le ferite ambientali, sociali ed economiche inferte dalle industrie in Sardegna, oggi si parla ancora una volta di atti predatori e dal sapore colonizzante che prevaricano la volontà delle singole comunità. Si sente parlare a sproposito di ecologia, la si usa per giustificare le peggiori nefandezze ai danni dell’ambiente e dei popoli. I più non si chiedono da dove provengano le materie prime impiegate per realizzare pale eoliche e impianti fotovoltaici. Ebbene sì, in nome dell’ecologia oggi vengono devastate vaste aree in Africa (Costa d’Avorio, Niger, Congo, Algeria) e in sud America (Cile, Bolivia), distruggendo e inquinando l’ambiente ma soprattutto utilizzando gli schiavi del terzo millennio. Ovvero, bambini, donne e uomini sottopagati che vivono in condizioni disumane. Una volta arrivati a destinazione, pale eoliche e pannelli fotovoltaici verranno installati in Sardegna devastando intere aree, eliminando la biodiversità, deturpando il paesaggio. Gli ecosistemi, il capitale umano e sociale, vanno tutelati dagli interessi economici e speculativi di pochi. L’Isola non può subire un danno irreparabile per queste scelte scellerate».

Ultima notizia dalla cronaca della settimana riguarda le elezioni. Andiamo per gradi iniziando dall’affluenza: ha sfiorato il 60% l’affluenza in Sardegna per elezione comunali. Due punti percentuali in più rispetto al voto del 2019, anche se Rispetto alla media italiana, però, il dato dell’Isola registra un distacco di circa 5 punti, il 59,32% contro il 62,66%. Tra le province, è Nuoro dove si è votato di più (69,48%). Per quanto riguarda l’affluenza alle Elezioni Europee in Sardegna ha votato il 36,89% degli aventi diritto contro una media italiana del 49,69%. L’Isola registra il peggior dato d’Italia, in linea però rispetto al voto di 5 anni fa: nel 2019 il definitivo si attestò al 36,25%. I risultati alle europee premiano anche nell’Isola il partito di Giorgia Meloni, il più votato con il 24,77%, ma c’è da dire che anche il Pd è vicinissimo al 24,16%. Meglio rispetto al dato italiano il Movimento 5 Stelle, che prende 16,9% (a livello italiano è sotto il 10%). Buono il risultato di Alleanza Verdi Sinistra al 10,05% mentre subito dopo c’è Forza Italia con il 9,79%. Molto male la Lega, che attesa in sardegna il 5,55%. La Sardegna comunque resta fuori dall’Europa: come nel 2019, anche a questo giro nessuna persona sarda è stato eletta. Troppo grande il divario demografico con la Sicilia che ha conquistato tutti gli otto seggi della circoscrizione insulare. Tornando alle amministrative invece come scrive La Nuova SARDEGNA, il Campo largo ha fatto bottino pieno alle amministrative. Il centrosinistra con il Movimento 5 stelle si è imposto in tutte le principali città chiamate a questo turno amministrativo, 27 in tutto i comuni coinvolti nell’Isola. Soprattutto Cagliari è stata al centro dell’attenzione, dove Massimo Zedda ha vinto al primo turno. Il candidato del centrosinistra Massimo Zedda vola con quasi il 60% delle preferenze, lasciando la sfidante del centrodestra Alessandra Zedda al 34,6%. Il vento del centrosinistra allargato è soffiato forte anche a Sassari e Alghero. Nel capoluogo del nord ovest della Sardegna viene eletto al primo turno l’esponente del Pd Giuseppe Mascia con il  51,37% delle preferenze, mentre ad Alghero, storica roccaforte del centrodestra, il campo largo festeggia con il nuovo sindaco Raimondo Cacciotto, esponente di Alleanza Verdi Sinistra. In conclusione rilanciamo un commento di Emanuele Dessì, direttore del Gruppo Unione Sarda. Quanto vale per lo stato un’ora di lavoro nei seggi? Intanto è difficile calcolare quante ore si lavora al seggio perché c’è la variabile dello scrutinio, certamente si è lavorato sabato per allestire il seggio fino alle 23 poi ancora domenica dalle 7 alle 23, poi è iniziato lo spoglio molti finalmente hanno finito avranno 138 euro per il presidente e 110 euro per gli altri. Quanto vale un’ira di lavoro per lo stato per più di 10mila persona in sardegna? Qualche euro, e nessuno si è mai posto il problema di dare una risposta adeguata. Il volontariato è un’altra cosa – dice sempre Dessì – se tu mi chiami mi devi riconoscere una indennità che sia dignitosa. Solidarietà”

Lunedì abbiamo inaugurato la settimana raccontando Itaca, il podcast ideato e condotto da Federico Esu che mira a connettere il capitale umano della Sardegna. Chi o cosa è il capitale umano? Chi parte, chi resta, chi torna e chi arriva per la prima volta nell’isola, per Federico Esu costituisce un capitale umano. Quell’insieme ovvero di competenze, conoscenze, esperienze, abilità, capacità e qualità personali che caratterizzano ogni individuo e che possono produrre valore. Non per forza però ricchezza in termini di denaro, quanto piuttosto di opportunità: di scambio, creazione, ispirazione, crescita collettiva a partire dall’ascolto, dalla trasmissione di saperi come mezzo per una consapevolezza culturale, identitaria e comunitaria. Itaca valorizza le storie, le conoscenze e le esperienze di chi attraversa, ha attraversato o ha lasciato la Sardegna. Lo fa attraverso un dialogo autentico che supera la semplice rappresentazione dei traguardi raggiunti, costruendo una rete di connessioni che ispira crescita collettiva, consapevolezza – anche culturale – e opportunità possibili. Una rete che tra l’altro, non è solo virtuale: questo sabato 15 giugno a Campidarte ci sarà Ri-Popoliamo, evento durante il quale si parlerà di sostenibilità alimentare, scienza e tecnologia, cultura e creatività insieme al “capitale umano” di cui parla Itaca.

Martedì spazio invece all’inchiesta di Andrea Carboni di Indip. Al centro c’è l’Aias di Cagliari, e ce la facciamo raccontare direttamente da Andrea Carboni. “Una collezione di gabinetti visibile dallo spazio fa bella mostra di sé nel cortile della sede dell’Associazione italiana assistenza spastici (Aias) di Cagliari. Cumuli di rifiuti giacciono su una porzione del bene demaniale, nel parcheggio di una struttura che offre servizi al pubblico e che ospita una comunità protetta. Accanto alla discarica, molti minibus dell’Aias sono fermi. I furgoni utilizzabili sono sei, gli autisti cinque ma non bastano”.

Mercoledì la nostra Sara Brughitta ha poi raccontato il movimento indipendente Save My Ocean, fondato dall’attivista ogliastrina Francesca Congiu. Save My Ocean nasce dalla volontà di contribuire alle azioni in campo contro l’inquinamento dei mari, dimostrando come anche l’azione del singolo possa avere un impatto significativo sulla salute del nostro pianeta. Pensate che da quando è stata fondata due anni fa, sono state già raccolte 2,1 tonnellate di plastica dai mari. Un dato che da un lato ci rende felici, dall’altro ci preoccupa se pensiamo allo stato di salute dei nostri mari. Abbiamo chiesto a Francesca Congiu quali fossero i rifiuti più comuni, e ci ha detto che i più frequenti sono pneumatici e plastiche monouso, che deteriorandosi rendono la rimozione più difficoltosa, a tratti impossibile. Si trovano però anche molte lattine e batterie abbandonate, ma anche rifiuti molto pericolosi come l’eternit.

Ultimo articolo della settimana, ieri vi abbiamo annunciato un festival in arrivo per cui Italia che cambia è media partner. Per il 22 e 23 giugno infatti Mesa Noa, la prima food coop della Sardegna, ha organizzato “Naturalmente Locale”, tappa sarda del festival itinerante sull’agroecologia, Challenge. Sarà un evento dedicato alla scoperta e valorizzazione delle buone pratiche legate all’agroecologia, che consiste nell’applicazione dei principi ecologici nelle produzioni locali, con l’obiettivo di promuoverne i principi e creare connessioni tra diverse realtà impegnate però nelle stesse sfide. Coltivazioni idroponiche, esperienze virtuose di economie circolari in Sardegna, dibattiti sul settore agroalimentare nell’Isola, esposizioni e stand di prodotti locali alimentari e artigianali. Questo weekend il centro La Vetreria di Pirri si trasformerà in un catalizzatore di esperienze, punti di vista, buone prassi consolidate ma anche idee alla ricerca di ispirazione, per una due giorni dedicata al lavoro della terra con la terra, in sinergia con l’ambiente e l’intero ecosistema.

Domani è la giornata del vento e in occasione di questa data il Coordinamento dei comitati contro la speculazione energetica ha organizzato a partire dalle 12 una mobilitazione rivolta a tutto il popolo sardo, contro la speculazione energetica della Sardegna. La manifestazione si terrà intorno alla basilica di Saccargia, in territorio di Codrongianos, a 20 chilometri da Sassari. Anche la scelta del luogo non è casuale anzi, è un simbolo:  la chiesa romanica è minacciata da un gigantesco parco eolico, marchiato Erg,  finito al centro di una contesa davanti ai giudici amministrativi. Il Consiglio di Stato ha dato il via libera, perché considera “preminente” l’interesse per le rinnovabili rispetto a quello della tutela del bene archeologico. Quella di domani, sabato 15 giugno, con accoglienza dalle 12 inizio alle 14,30, sarà una “Giornata del Vento” all’insegna della festa, dell’arte e della riflessione, dedicata alla difesa dell’identità e del territorio. L’evento sarà arricchito da interventi musicali alternati a brevi interventi informativi e  vuole catturare l’attenzione su pericoli imminenti che minacciano l’intera Sardegna, a 360°. Parte della nostra redazione sarà presente, per raccontarvi poi anche come è andata questa giornata di protesta e unione

Il Sardinia Archeo Festival ideato e organizzato dall’associazione Itzokor fa tappa a Stintino con una serata dedicata a Marco Rendeli: sabato 15 giugno il Museo della Tonnara ospiterà gli interventi di Elisabetta Garau, archeologa e docente dell’Università degli studi di Sassari e di Ilaria Guidantoni, giornalista e scrittrice. Il tema scelto per la quinta edizione del festival, il “Mediterraneo immaginato” ha suggerito a studiose e studiosi riflessioni sul concetto di Mediterraneo e sul ruolo e i significati che gli hanno attribuito nei secoli tutte le persone che lo hanno attraversato, vissuto e ne hanno scritto, rivelando quanto possa essere labile il confine tra ciò che è mito e ciò che è reale e come le narrazioni e le storie che giungono dal passato segnano il nostro presente.

Questo fine settimana torna anche “CoroS”, il Festival dei Canti di  Sardegna, che si svolgerà a  Pula sabato 15 e domenica 16 giugno. Due giornate di full immersion nel mondo della tradizione corale  sarda, con ospiti provenienti da tutta l’isola, pronti a intraprendere insieme un viaggio poetico sorprendente. 

La musica è un potente strumento di unione e resistenza, anche contro le atrocità delle guerre. Questo è il messaggio che il World Music Choir, ensemble musicale amatoriale guidato dall’artista cagliaritana Stefania Secci Rosa, vuole trasmettere con il concerto di beneficenza “Let the Sunshine In”. L’evento, avrà luogo domenica 16 giugno alle ore 20.30 al Teatro Massimo.  Stefania Secci Rosa, supportata dagli studenti del “Voce Sola Ensemble” e dalla musicista Elisa Lombardo, si esibirà per una serata evento che mira a raccogliere fondi per l’associazione Medici Senza Frontiere. Nello specifico, saranno destinati agli ospedali della città palestinese di Rafah, nel sud della Striscia di Gaza.

Ultimo evento che vi suggeriamo, l’ottava edizione di Sanluri Legge, rassegna diventata ormai un appuntamento fisso del circuito letterario sardo e italiano. In programma sabato 15, la presentazione del volume “Erano gli anni” di Daniele Congiu, poi tocca allo ‘chef del Quirinale’ Pietro Catzola. In tarda serata, reading su Marco Polo a cura di Michele Mirabella, in compagnia del Duo Saverio Mercadante. Domenica 16 invece altri tre appuntamenti: si parte con il reading letterario per ragazzi ‘Signor Salsiccia’, protagonisti Flavio Soriga, Riccardo Atzeni e Renzo Cugis. Si prosegue con Milena Agus e con un intervista a Carlo Cottarelli.

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