Arriva oggi in Albania la prima nave italiana con 16 migranti. E forse l’ultima – #1003
Prima di cominciare devo fare una rettifica importante sulla notizia di ieri relativa alla qualità dell’aria. parlando della direttiva Ue approvata in via definitiva dal Consiglio europeo ho passato in rassegna le principali fonti di inquinamento e parlando delle cosiddette polveri sottili, quindi i PM10 e PM2,5. queste microparticelle di particolato sospese nell’aria che se respirate possono causare una serie di danni gravi al sistema respiratorio e cardiovascolare, ho citato riscaldamento domestico, automobili a combustione, soprattutto diesel, e industrie e centrali elettriche a gas, petrolio e soprattutto a carbone.
Ma come mi ha fatto notare un amico esperto del tema, queste sono le cosiddette fonti dirette di questi inquinanti. Ovvero quelle fonti che immettono direttamente in aria queste microparticelle. Ma fino al 70% del particolato si forma in realtà in maniera indiretta, per reazioni fotochimiche nell’aria di altri gas e sostanze che immettiamo in atmosfera. Combinazione in cui l’ammoniaca gioca un ruolo fondamentale.
E la principale fonte di ammoniaca sono gli allevamenti intensivi e l’agricoltura industriale, perché l’ammoniaca è presente nei liquami e nel letame degli animali così come nei fertilizzanti. Quindi ecco, tutto il comparto agricolo e in particolare gli allevamenti sono in realtà la causa principale di inquinamento dell’aria, almeno al pari dei riscaldamenti.
Dopo che la scorsa settimana sono stati completati i lavori di costruzione dei centri in Albania, ieri è partita la prima nave carica di persone migranti, in attuazione dell’accordo fra il nostro governo e quello albanese per la gestione di migranti e richiedenti asilo che arrivano via mare. Molti giornali fra ieri e oggi hanno dedicato articoli alla cosa.
Il Post raccontava ieri che “La nave della marina militare italiana Libra sta portando in Albania il primo gruppo di persone migranti che saranno trattenute nei discussi centri per richiedenti asilo voluti dal governo italiano, completati la settimana scorsa. La notizia delle prime persone migranti in transito verso l’Albania è stata confermata dal ministero dell’Interno all’ANSA. Secondo un portavoce dell’agenzia ONU per i rifugiati (UNHCR) e alcuni giornalisti albanesi che preferiscono restare anonimi sentiti dal Post, è previsto che la nave arrivi in Albania mercoledì (quindi oggi).
Il ministero dell’Interno ha fatto sapere al Post che a bordo della Libra ci sono 16 uomini egiziani e bangladesi.
E qui c’è la prima assurdità, che un articolo di Repubblica non manca di far notare. In pratica una gigantesca nave della Marina militare, di 80 metri, capace di caricare da sola fino a 80 marinai e circa 200 passeggeri, viene utilizzata per spostare 16 persone.
Ma torniamo sul Post. Che spiega che queste 16 persone, sono state soccorse da barchini trovati nella notte fra domenica e lunedì in acque internazionali. Sono tutti individui considerati idonei, secondo l’accordo, a finire in quei centri: sono uomini adulti, ritenuti non vulnerabili e provenienti da paesi considerati “sicuri”.
Secondo questa nuova prassi del soccorso in mare istituita dal governo italiano dopo l’apertura dei centri in Albania, subito dopo un’operazione di soccorso di migranti compiuta dalle autorità italiane tutte le persone vengono portate a bordo di una cosiddetta nave hub, cioè la Libra. Lì vengono divise fra quelle che saranno portate in Albania e quelle che invece andranno sbarcate in Italia: cioè le donne, i minori e le persone vulnerabili.
Al momento non sappiamo dove siano state portate le donne, i minori e le persone vulnerabili soccorse durante le operazioni delle ultime ore: se cioè si trovano ancora a bordo della Libra o sono state portate in un porto italiano.
Adesso queste 16 persone verranno fatte sbarcare nella giornata di oggi a Shengjin, una città costiera albanese dove si trova il primo hotspot, ovvero il luogo dove le persone vengono fatte sbarcare e identificate. Successivamente verranno trasferite nel centro di prima accoglienza per richiedenti asilo a Lezhë, nell’entroterra rurale del paese, dove c’è anche un centro di permanenza e rimpatrio (CPR).
Gli accordi tra Italia e Albania prevedono che le richieste vengano gestite entro quattro settimane: in caso di esito positivo le persone potranno essere trasferite in un centro d’accoglienza in Italia, altrimenti verranno rimpatriate nel paese d’origine. Un sistema che desta grosse perplessità circa la sua conformità alle norme europee e internazionali sul diritto d’asilo a cui aderisce l’Italia. Ed è persino possibile, probabile, che già nei prossimi giorni le prime persone ad arrivare nei centri albanesi gestiti dall’Italia facciano ricorso contro la detenzione. Staremo a vedere.
È attesa per questi giorni la sentenza del tribunale di Roma su Giacomo Baggio, attivista di Ultima generazione per il quale è stata chiesta la sorveglianza speciale. “Come un boss mafioso”, titola sulla questione Domani, che nell’articolo, a firma di nello Trocchia, racconta la manifestazione in sostegno dell’attivista che si è svolta a Roma il 14 ottobre, giorno in cui sarebbe dovuta arrivare la sentenza, poi rinviata.
Leggo: “Prima un presidio con musica e parole e poi un corteo per dire no alla criminalizzazione del movimento ambientalista. Così le attiviste e gli attivisti hanno espresso la loro vicinanza a Giacomo Baggio, componente di Ultima Generazione, per il quale la divisione anticrimine della questura di Roma ha chiesto l’applicazione della misura della sorveglianza speciale.
Da tutta Italia in tanti sono arrivati a piazzale Clodio, sede del tribunale, per esprimergli vicinanza e solidarietà. Cosa contestano all’attivista e come si difende? Partiamo dall’esito, il tribunale capitolino ha rinviato la decisione che sarà assunta e comunicata nei prossimi giorni agli avvocati Paola Bevere e Tatiana Montella.
Il 27 giugno la questura capitolina ha chiesto l’applicazione della sorveglianza speciale di pubblica sicurezza della durata di due anni per Baggio sulla base di questo assunto: «È un soggetto che malgrado la giovane età ha palesato una marcata ed inequivocabile insofferenza alle regole del vivere sociale, è da ritenersi persona abitualmente ed attualmente dedita alla perpetrazione di condotte lesive per la tranquillità e alla sicurezza pubblica».
L’articolo racconta poi un po’ più nel dettaglio le diciassette iniziative che vengono contestate al trentenne bergamasco. Tutte azioni di protesta, o disobbedienza civile non violenta, che non hanno arrecato danni fisici a nessuno: si va dal blocco di alcune strade, all’aver gettato un liquido nero nella fontana dei quattro Fiumi, all’occupazione di un campo da tennis del Foro italico durante un torneo, all’aver opposto resistenza a un ufficiale.
Insomma, azioni di disturbo che nell’ottica degli attivisti / e di UG vogliono attirare l’attenzione, puntare il dito sulla luna della situazione, ovvero il gigantesco problema della crisi climatica e dell’inazione della politica riguardo ad esso.
Solo che la questura guarda il dito più che la luna, e la richiesta di sorveglianza speciale è una richiesta pesante. Prevede per due anni il divieto di soggiorno nel comune di Roma, l’impossibilità di «partecipare a manifestazioni di ogni genere, anche sportive, a spettacoli musicali in stadi ed altri impianti di pubblico servizio», l’obbligo di restare presso il domicilio dalle 20 alle 7 del mattino, ogni giorno. Richieste che fanno riferimento al codice antimafia, alle misure di prevenzione e che vengono disposte nei confronti di soggetti pericolosi legati al crimine organizzato o ai boss quando non sono colpiti da misure cautelari.
Come dicevamo, il collegio si è riservato la decisione che sarà assunta nei prossimi giorni. Ovviamente ne riparleremo appena arriverà.
A proposito di repressione del dissenso, c’è un episodio se volete piccolo, minore, ma significativo, che mi segnala una ascoltatrice di INMR, Marina, che ringrazio. L’episodio è andato in onda su Radio Popolare, che mi ha dato la possibilità di farvelo ascoltare direttamente dalla voce del diretto interessato.
Audio disponibile nel video / podcast
La persona che parla è Marco Borella, un apicoltore che al mercato di Desio, in provincia di Monza e Brianza. Marco adesso rischia di prendere ogni volta una multa e per questo probabilmente non esporrà più lo striscione. Però mi sembra un segnale che dobbiamo cogliere.
Ora non voglio tirare in ballo il governo, non credo che siano arrivati ordini dall’alto, anche perché si tratta – e spero rimanga – un caso isolato. Ma non mi sembra un comportamento da stato democratico ed è importante segnalare casi come questo e darne notizia e diffusione.
Torniamo a parlare di picco del petrolio. Ovvero del fatto, preannunciato da anni e finalmente sul punto di compiersi, che la domanda di petrolio, da sempre in crescita nella storia da circa due secoli a questa parte, sembra aver raggiunto il suo picco massimo ed essere sul punto in cui inizia a scendere.
Come racconta il sito Vai elettrico, “Persino l’Opec deve arrendersi all’evidenza: la crescita della domanda di petrolio è ormai agli sgoccioli. E per la terza volta in pochi mesi il cartello dei maggiori produttori di greggio è costretto a rivedere le stime. Ovviamente al ribasso: lievissimo aumento per l’anno in corso, quasi nullo per il 2025”.
Un dato che i più accaniti sostenitori dei fossili e molti manager di Big Oil raramente mostrano in contesti pubblici. Ma la domanda di petrolio è ormai arrivata al picco. Come sostiene ormai nelle sue ultime previsioni l’Agenzia internazionale dell’Energia, dovrebbe arrivare entro la fine del 2025.
Un dato a cui ora si adegua anche l’Opec: tant’è che il cartello dei produttori che ha nell’Arabia Saudita “l’azionista” di riferimento, ha rivisto per la terza volta in pochi mesi le sue stime per l’anno in corso e per il prossimo. Fissando nel 2025 l’anno di crescita pressoché zero.
I motivi? La crescita delle rinnovabili, la diffusione dell’auto elettrica, (in Asia ma anche in nord Europa e Stati Uniti), la maggiore efficienza da parte dell’industria e l’abbandono del carbone in tutte le economie occidentali.
L’articolo poi da numeri più dettagliati, se volete li trovate sotto fonti e articoli, ma il succo è questo. So che se ne parla da anni, ma il momento sembra finalmente essere giunto. Certo, per mitigare il cambiamento climatico non possiamo sederci e aspettare che le cose accadano da sole, perché anche se succederanno, sarà è probabilmente troppo tardi. Non possiamo lasciare la partita in mano al mercato insomma, e il picco del petrolio non può sostituire le politiche di decarbonizzazione.
Ma è comunque un trend interessante da notare, perché mostra che in fin dei conti il declino delle fonti fossili è segnato, inevitabile. Possiamo scegliere se accelerarlo e anticiparlo di qualche anno, per sperare di poter continuare a vivere su un pianeta abitabile, oppure aspettare che avvenga da solo e dover fare i conti con un clima invivibile per molte specie fra cui probabilmente la nostra. Io un’idea su quale sia l’opzione migliore ce l’avrei, poi fate voi.
Chi invece sembra star tornando sulla cresta dell’onda è il nucleare, che ciclicamente rispunta nel dibattito pubblico e attualmente, a livello mondiale. Stavolta però sembra che il nucleare sia tornato per restare.
Linedì, racconta il Post, Google ha detto di aver stretto un accordo con Kairos Power, azienda statunitense che, con il sostegno del dipartimento dell’Energia, sta lavorando alla costruzione di piccoli reattori nucleari modulari (i famosi SMR, nella sigla inglese) sul territorio americano entro il 2030.
Nell’annuncio, Google ha spiegato di voler usare l’energia nucleare di Kairos per «alimentare le tecnologie di intelligenza artificiale che stanno portando importanti progressi scientifici, migliorando i servizi per imprese e clienti e stimolando la competitività nazionale e la crescita economica».
E come racconta invece Maurizio Bongioanni su Valori, Google non è l’unica a zienda che sta pensando al nucleare per via delle ingenti risorse energetiche richieste dallo sviluppo dell’AI. Innanzitutto c’è la storia di Microsoft, che avevamo già raccontato ma che vi riassumo: in pratica il colosso di Bill Gates ha recentemente siglato un accordo ventennale con un grosso produttore energetico americano per riattivare un reattore nucleare nella centrale di Three Mile Island, in Pennsylvania, quella tristemente famosa per l’incidente del 1979.
E poi c’è Oracle, che ha annunciato la costruzione di un data center alimentato da tre reattori modulari di nuova generazione. Insomma l’AI sta trinando questa rinascita del nucleare, che desta più di una preoccupazione soprattutto adesso che gli eserciti di diversi paesi stranno prendendo di mira le centrali nucleari altrui minacciando di causare catastrofi mondiali. Siamo sicuri che sia una buona idea?
Sempre a proposito di nucleare segnalo anche che c’è stato un referendum in Kazakistan sulla costruzione della prima centrale nucleare. Quasi il 70 per cento delle persone sono andate a votare, secondo i dati forniti dal govenro, e il sì alla centrale ha vinto con oltre il 70% dei voti. Ci sono state però diverse polemiche su questo voto.
Ad esempio sulla mancanza di un dibattito equilibrato, con – racconta Diplomat – i media locali e la campagna governativa che hanno dato ampio spazio solo agli aspetti positivi del progetto, come la riduzione della dipendenza dai combustibili fossili e i benefici economici, silenziando abbastanza le voci critiche. Si parla di una copertura mediatica prevalentemente pro-nucleare, con il 69% dei contenuti favorevoli alla costruzione della centrale, percentuale che rispecchia anche quella del voto.
Inoltre, ci sono state segnalazioni di irregolarità durante il referendum, come episodi di presunta manipolazione dei voti e difficoltà per gli osservatori indipendenti, alcuni dei quali sono stati persino allontanati dai seggi elettorali. Il nucleare in Kazakistan dovrebbe servire per ridurre le dipendenze dall’energia importata dall’estero e dal carbone, secondo il governo.
Oggi esce la puntata mensile di INMR Sicilia, e quindi senza indugi passo la parola a Elisa Cutuli, che per un po’ di mesi sostituisce alla conduzione Selena Meli (che già affiancava), che ha cose ben più importanti da fare, per introdurci la puntata di oggi. A te Elisa.
Mi rendo conto che siamo andati un po’ lunghi ma non posso non chiudere la puntata annunciando la vincitrice del contest fatto in occasione della millesima puntata di INMR. La vincitrice è Beatrice Banfi che mi ha ricordato una notizia molto interessante e importante, risalente a circa un anno fa.
Quando a ottobre 2023, 42 stati americani più il Distretto di Columbia hanno intentato una causa contro Meta, accusando l’azienda di progettare le sue piattaforme in modo da renderle volutamente assuefacenti per i giovani, con effetti negativi sulla loro salute mentale.
Una sentenza davvero pionieristica e importantissima, di cui ancora non si vedono del tutto le conseguenze ma che potrebbe aver aperto la strada a una maggio tutela dei minori sui social. L’ho selezionata perché quello della protezione dei minori online p un tema centrale del presente e del futuro, a cui dobbiamo prestare molta attenzione.
Quindi Grazie Beatrice, ti invito a scriverci sulla mail redazione@italiachecambia.org in modo che possiamo poi darti il premio promesso.
#migranti
il Post – C’è una prima nave diretta verso i centri per migranti in Albania
Internazionale – Tutti i problemi del primo trasferimento di migranti in Albania
#attivismo
Domani – Come un boss mafioso: l’ambientalista di Ultima Generazione rischia la sorveglianza speciale
Radio popolare – 400 euro di multa aver esposto uno striscione contro il genocidio a Gaza.
#petrolio
Vai elettrico – Petrolio, l’Opec alza bandiera bianca: nel 2025 il picco della domanda
#nucleare
il Post – L’accordo di Google per alimentare i data center col nucleare
Valori – Lo sviluppo dell’intelligenza artificiale è causa della rinascita del nucleare
Energia Italia – Svolta energetica in Kazakistan, dopo la vittoria dei Si sul nucleare
#Sicilia #caccia
Italia che Cambia – La Regione Gela i cacciatori, la prima legge contro il crack, siccità e agricoltura – INMR Sicilia #7