5 Gen 2024

Che 2024 ci aspetta? Ecco gli eventi più attesi – #856

Scritto da: Andrea Degl'Innocenti
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Che 2024 ci aspetta? Quali saranno i principali eventi attesi per l’anno appena iniziato? Dopo l’episodio speciale sulle migliori notizie del 2023, vediamo quali saranno quelle più attese per il 2024. Gli ultimi anni ci hanno insegnato che le notizie che più cambiano il corso degli eventi sono quelle inattese e impronosticabili, ma possiamo dire fin d’ora che nel 2024 ci saranno diversi eventi importanti, dalle elezioni in Usa, India e Ue, alla riscrittura del codice ambientale in Italia, a diversi altri appuntamenti.

Il 2024 sarà un anno di elezioni importantissime. Andranno al voto circa 3 miliardi di persone nel mondo per eleggere i propri governi. In particolare si voterà nelle due più grandi democrazie del mondo (grandi intese come numerose), India e Usa, si vota in Ue, in Russia, in tanti paesi africani. Vi dico qualche parola in più su quelle che realisticamente occuperanno per più tempo le pagine dei giornali, in ordine.

Elezioni Russia  – 17 maggio

Partiamo con quelle in Russia, che sono le prime, si vota il 17 marzo. Sono elezioni importanti, ma con poca suspence, a meno di colpi di scena. La rielezione di Putin, che ha annunciato già la sua ricandidatura, appare scontata. Peraltro la Commissione elettorale centrale russa ha già respinto la richiesta della candidata pacifista Ekaterina Duntsova per partecipare alle elezioni presidenziali citando “errori nei documenti” presentati da Duntsova, che è un’ex giornalista e consigliera comunale e che conduce una campagna per la democrazia e la fine dell’offensiva in Ucraina.

Elezioni India – aprile/maggio

Poco dopo, fra aprile e maggio, arriva il voto in India, considerato un banco di prova per Narendra Modi, leader conservatore e fra i principali fautori del carbone (scusate il riassunto brutale). Il voto indiano è importante per molti motivi. Innanzitutti è la democrazia più numerosa al mondo, di gran lunga. Secondo le stime, l’India è da pochi mesi il paese più popoloso del globo, dopo aver superato la Cina, con 1 mld e 429 mln di abitanti (stimati). Ci sono quasi 1 miliardo di persone iscritte alle liste elettorali. Una roba impressionante. 

L’India è anche una delle economie in più rapida crescita del pianeta, una delle più inquinanti e riveste un ruolo chiave nei BRICS, i paesi dalle economie cosiddette emergenti (in realtà emerse da un bel po’) che vogliono in modi diversi cambiare l’ordine mondiale. 

Modi è uno degli animatori di questa strana alleanza / non alleanza, oltre a Putin, Xi Jinping, Lula, il presidente sudafricano Cyril Ramaphosa, il principe ereditario saudita Mohammed bin Salman e il presidente egiziano al Sisi. Quindi ecco, capire chi guideràl’India per i prossimi 5 anni è molto significativo. Anche qui Modi è dato per favorito, ma non è così scontata la sua vittoria.

6-9 giugno – Elezioni europee

Arriviamo a giugno, con le elezioni europee, alla decima edizione. Anche qui ci sono molte cose in ballo. Come abbiamo raccontato più volte, l’Ue pur nelle sue contraddizioni sta facendo cose interessanti dal punto di vista della transizione ecologica. In particolare, la direzione del Green Deal affidata a Frans Timmermans sembra abbastanza solida. Ci sarà da capire se l’attuale conformazione parlamentare sarà più o meno mantenuta o sarà completamente stravolta. 

Un’indicazione importante sarà anche la partecipazione al voto, che ci dirà quanto i cittadini/e europee ritengono importante l’Unione, e se la volontà di andare avanti insieme prevarrà sui singoli interessi nazionali. L’Ue viene da anni in cui la pandemia, l’invasione russa dell’Ucraina, la crisi energetica, il conflitto tra Israele e Hamas hanno mostrato grossi limiti. Come scrive Giampiero Gramiglia sul Fatto Quotidiano: “Sul fronte ucraino è sostanzialmente unita, ma è sdraiata sulle posizioni atlantiche, cioè americane: non ha autonomia, anche perché non ha forza militare adeguata. In Medio Oriente è frammentata; e Israele le riconosce solo il ruolo di pagare per la ricostruzione di infrastrutture che si arroga il diritto di ridistruggere”. La mia sensazione è che di fronte a questo stallo/frammentazione si possa fare un passo in avanti oppure uno indietro. Vedremo quale spinta prevarrà. 

Elezioni americane – 5 novembre

A fine anno poi arriveranno forse le elezioni più attese, quelle di cui paradossalemnte si parlerà di più anche qui in Europa. Quelle americane. La campagna elettorale per Usa 2024 segnerà tutto l’anno e condizionerà – e potrebbe pure paralizzare – l’attività diplomatica internazionale: infatti, diversi attori che presumibilmente, per motivi diversi, appoggeranno la candidatura di Trump, come Putin e Netanyahu, probabilmente tenderanno a temporeggiare fino al voto, sperando di poter strappare accordi più favorevoli se venisse eletto Trump.

Trump che deve passare per le primarie repubblicane e che è sotto diversi processi, con alcuni stati che non hanno nemmeno accettato la sua candidatura. Ciononostante, allo stato attuale, tutto lascia presagire che i due candidati dei maggiori partiti saranno Joe Biden e Donald Trump. Ci sono comunque delle incognite. Su Trump appunto soprattutto giudiziarie, su Biden principalmente anagrafiche, oltre ai tassi d’approvazione molto bassi.

Altre elezioni

Comunque, oltre a queste, ci saranno anche diverse altre elezioni importanti. Tornando in Europa, in primavera si vota nel Regno Unito e in Portogallo, a giugno in Belgio e in autunno in Austria.

A giugno si vota anche in Messico per le presidenziali e per la prima volta nella storia messicana le due principali candidate sono donne.

Altre elezioni importanti saranno quelle di Taiwan, a brevissimo (il 13 gennaio), un voto molto atteso perché segnerà il futuro delle sue relazioni con la Cina, in Iran dove sarà rinnovato il parlamento, probabilmente in continuità con l’attuale regime, e in Bielorussia.

Anche il volto dell’Africa potrebbe essere ridipinto, con elezioni in paesi chiave come Tunisia, Sudafrica e altri come Algeria, Ciad, Ghana, Mauritania, Mauritius, Mozambico, Namibia, Ruanda. Mentre in Egitto si è votato da pochi giorni, ed è stato riconfermato senza grosse sorprese, Al Sisi. 

Un altro evento a cui sicuramente i giornali italiani daranno risalto, è il G7 che si terrà a giugno, dopo il voto europeo.  Il G7 è un summit di dialogo informale che riunisce sette Paesi altamente industrializzati (Canada, Francia, Germania, Giappone, Italia, Regno Unito, Stati Uniti, cui si aggiunge l’Unione Europea) e suppongo che i giornali ne parleranno perché sarà ospitato in Puglia. Non si sa ancora bene dove, ma qualche indiscrezione fa ipotizzare che non in città, ma in un luogo che consenta da un lato una più facile gestione delle questioni legate alla sicurezza delle delegazioni, e dall’altro sia al centro di una delle zone più belle e caratteristiche della regione.

A fine anni, sempre fra novembre e dicembre, ci sarà la Cop 29, il tradizionale appuntamento con la conferenza sul clima in cui si dicono un sacco di cose e poi si fa quasi niente. Questa volta ad ospitarla sarà Baku, la capitale dell’Azerbaijan, un altro grande produttore di petrolio e gas. Osservo che le conferenze delle parti sul clima stanno riscuotendo sempre meno interesse da parte degli addetti al settore, in quello che mi sembra un sintomo non tanto di un disinteresse per la questione climatica ma del non aspettarsi che arrivi granché di buono da questo tipo di processo.

In Italia, sulle tematiche ambientali, ci sarà da seguire una roba parecchio importante. Come vi raccontavo qualche mese fa, è stata nominata una Commissione ministeriale (piuttosto discutibile) incaricata di riscrivere il “Codice ambientale”. Seguiremo molto da vicino la faccenda, per monitorare che non vengano fatti abomini, ecco. 

Oltre a ciò, posso già dirvi che continueremo a seguire alcuni filoni che caratterizzano questo format. Sicuramente la crisi climatica ed ecologica, sia negli aspetti negativi, raccontando le evoluzioni inevitabili di questa crisi e gli inevitabili eventi estremi, ma seguendo anche gli sforzi di adattamento delle società nel mondo e i tentativi di mitigazione, di conservazione, di ripristino. 

Seguiremo il tema dell’IA, che sta diventando sempre più centrale nelle nostre vite, generando aspettative, speranze, paure. E seguiremo l’evoluzione delle guerre nel mondo, non solo di quella in Ucraina e a Gaza ma anche di quelle di cui nessuno parla, raccontando come evolvono e anche se e quando si risolvono.

Infine, fra gli appuntamenti imperdibili di questo 2024, ve ne ricordo anche uno nostro, ovvero la prima edizione della scuola di giornalismo ambientale, costruttivo e digitale di ICC, che ha un programma davvero spaventoso, sia come docenti che come argomenti trattati. Dateci un occhio, trovate il link sotto fonti e articoli. 

Bene, che dire, da lunedì ricominciamo con le rassegne quotidiane, buon 2024. E ricordatevi: chi si rassegna, è perduto!

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