Dazi USA: la Sardegna è la regione più esposta – INMR Sardegna #69
La vulnerabilità della Sardegna rispetto ai dazi USA agroalimentari, la riforma sanitaria, la rete dei borghi sardi e la bio-fabbrica degli insetti utili in agricoltura.

Fonti
#sanità
Sardegna. Approvata la riforma sanitaria
Le cinque cose da sapere sulla riforma della sanità in Sardegna
Approvata la riforma: via ai commissariamenti delle Asl
#borghi
Sono 15 i comuni nella rete dei borghi certificati
La fabbrica sarda degli “insetti utili” è più vicina
#SACC
Oltre la crisi, verso il cambiamento: Sardegna Che Cambia si rinnova e riparte
Terre rare in Sardegna: la loro estrazione produce scarti tossici e minaccia la biodiversità
Professione e volontariato: l’impegno di Giorgia Melis, odontoiatra tra Sardegna e Guatemala
A Capoterra coi Red Fox arriva il rugby in carrozzina, tra lavoro di squadra e autodeterminazione
Trascrizione della puntata
La Sardegna è la regione in territorio italiano più vulnerabile ai dazi agroalimentari imposti dagli Stati Uniti, in vigore dal prossimo 2 aprile. È quanto emerge dall’analisi di Cia-Agricoltori Italiani, presentata alla X Conferenza Economica a Roma, sulla base dei dati di Nomisma e dell’Ufficio Studi Confederale. Come riporta Olbiapuntoit, secondo lo studio, l’export sardo di Pecorino Romano DOP – prodotto per oltre il 90% nell’isola – destina agli Stati Uniti quasi il 50% della sua produzione totale. Ma il dato più allarmante riguarda però l’intero comparto lattiero-caseario sardo, il cui 74% dell’export complessivo finisce direttamente negli USA.
Il rischio è che i dazi americani possano quindi compromettere in modo significativo uno dei settori chiave dell’economia regionale, già provato da una congiuntura economica complessa e dall’instabilità del mercato internazionale. Sempre l’analisi della Cia-Agricoltori italiani evidenzia come la Sardegna sia in cima alla lista delle regioni italiane più esposte agli effetti dei dazi americani, seguita dalla Toscana, dove gli Stati Uniti rappresentano la destinazione del 28% dell’export agroalimentare regionale, con un’incidenza particolarmente elevata per olio (42%) e vino (33%). Uno dei prodotti più minacciati dai dazi è il Pecorino Romano DOP, la cui produzione è concentrata prevalentemente in Sardegna e che viene esportato negli Stati Uniti per un valore di circa 151 milioni di euro annui. Negli USA, il formaggio sardo viene utilizzato principalmente dall’industria alimentare, e se quindi le tariffe imposte da Trump dovessero tradursi in un rincaro del 25% sui prodotti agroalimentari italiani, la Sardegna rischierebbe perdite milionarie difficilmente compensabili in altri mercati. Una situazione che mette a rischio non solo le aziende produttrici, ma l’intera filiera lattiero-casearia sarda, con ovviamente possibili ripercussioni su occupazione e reddito per lavoratori e lavoratrici del settore. L’appello da parte loro è chiaro: servono misure urgenti da parte del governo italiano e dell’Unione Europea per contenere gli effetti dei dazi e tutelare un comparto fondamentale per l’economia dell’Isola. Ma oltre all’impatto immediato sulle esportazioni, questa vicenda apre una riflessione più ampia sull’attuale sistema economico e sulla sua vulnerabilità alle dinamiche geopolitiche. Esplorare nuovi modelli di sviluppo che magari rendano le produzioni isolane più forti e sostenibili, potrebbe essere una ulteriore soluzione.
Il Consiglio regionale della Sardegna ha approvato il DL 40 dal titolo “Disposizioni urgenti di adeguamento dell’assetto organizzativo ed istituzionale del sistema sanitario regionale”. Il provvedimento ha avuto il via libera con 33 voti a favore e 16 contrari. Ne abbiamo dato qualche anticipo nelle precedenti rassegne ma vediamo meglio di cosa si tratta anche perché questo provvedimento, viste le profonde problematiche del sistema sanitario sardo, era abbastanza attesa. Quello che in merito ha dichiarato la presidente Todde è che: “Da oggi la sanità sarda è pronta a voltare pagina. Con il provvedimento – aggiunge la governatrice in una nota – mettiamo un punto fermo, restituendo certezze ai cittadini, rafforzando gli ambiti di cura e di assistenza, ricucendo il rapporto fra ospedali e territorio, individuando le vocazioni naturali dei presidi e distribuendo risorse e competenze in modo efficiente ed efficace”. Cinque i punti principali della norma come riassume Marzia Piga su Cagliari Today: il cuore del provvedimento sono i commissariamenti “dei direttori generali delle otto Asl, delle due aziende ospedaliero universitarie, dell’Areus e del Brotzu”, poi gli accorpamenti (Il Microcitemico di Cagliari all’Arnas Brotzu e il Marino di Alghero all’Asl di Sassari) e infine la creazione di dipartimenti interaziendali uno per la prevenzione, uno della salute mentale e delle dipendenze e quello della riabilitazione. I commissariamenti sono stati la parte più contestata del provvedimento, per l’opposizione l’unico obiettivo della norma. La Giunta regionale entro quarantacinque giorni dalla data di entrata in vigore della legge, commissaria in via straordinaria le otto aziende socio-sanitarie locali, l’azienda ospedaliera Arnas “Brotzu”, l’Areus e le due aziende ospedaliero-universitarie. Tra i passaggi più significativi anche gli accorpamenti e il nuovo assetto delle aziende di Cagliari e Sassari a partire dall’1 gennaio 2026. Sul tema il Consiglio ha poi approvato un ordine del giorno che impegna la giunta ad approvare entro il 30 aprile 2025 un piano strategico finalizzato a garantire l’attuazione dell’articolazione denominata “Ospedale dei Bambini”, e anche pianificare un programma di investimenti infrastrutturali e di potenziamento e innovazione tecnologica. Nascono poi tre poli specializzati: uno per la prevenzione, uno della salute mentale e delle dipendenze e quello della riabilitazione. E i dipartimenti interaziendali che serviranno, come ha sottolineato l’assessore Bartolazzi ad abbattere le liste d’attesa. Perché “fare prevenzione significa evitare che la gente nei territori invada i pronto soccorso”.Prevista anche l’avvio di un percorso per il riconoscimento di un Istituto di ricovero e cura a carattere scientifico in Sardegna. Una volontà dello stesso assessore Bartolazzi che ha sempre ribadito di voler portare anche in Sardegna questo istituto che è presente in tutta Italia tranne che nella nostra isola e in Calabria. Se da un lato la Giunta regionale lo definisce un passo decisivo per una sanità più efficiente e vicina ai cittadini, dall’altro non mancano le critiche, ne abbiamo parlato anche nelle precedenti rassegne. Ora resta da vedere se e come queste misure riusciranno a tradursi in un reale miglioramento dei servizi, riducendo le liste d’attesa, potenziando le strutture e garantendo un’assistenza sanitaria all’altezza delle esigenze dei territori.
Cambiamo argomento ma partiamo sempre da un’azione della Regione perché in settimana con una apposita deliberazione la Giunta – su proposta dell’assessore del Turismo, Franco Cuccureddu – ha previsto i nuovi parametri e i requisiti richiesti per l’iscrizione nella “Rete dei borghi caratteristici della Sardegna”. Si tratta di una fase transitoria che riconosce nei borghi certificati, quelli che sono già pronti per essere inseriti nel mercato e quindi che hanno un tour operator che commercializza le offerte. Come ‘riporta Ansa, l’obiettivo della creazione dell’elenco per la Rete dei Borghi caratteristici della Sardegna, che sarà istituito all’interno dell’assessorato del Turismo è quello di riconoscere e di promuovere il ruolo dei piccoli centri nello sviluppo del turismo, legato in particolare al patrimonio storico, culturale e identitario, nonché paesaggistico e ambientale. Non mancano però le critiche in merito legate soprattutto all’utilizzo del termine “borgo” per indicare le realtà abitative in questione. A parlarcene è Federica Marrocu, guida turistica che anche sui social si occupa di smontare quelli che sono i luoghi comuni sulla Sardegna, spesso veicolati anche dall’utilizzo di termini che non sono propriamente adatti.
Al via in Sardegna al progetto che mira a creare una “Bio-fabbrica degli insetti utili in agricoltura”. Un percorso che oggi ha avuto una spinta decisiva anche con la costituzione del Comitato promotore, ma che parte attraverso l’iniziativa di Coldiretti Cagliari, con il supporto del Dipartimento di Agraria dell’Università di Sassari. L’obiettivo è chiaro, ambizioso e sostenibile: sostenere la diffusione di tecniche innovative e rispettose dell’ambiente per il controllo biologico dei parassiti in agricoltura, riducendo l’uso di pesticidi chimici e contribuendo alla tutela della biodiversità e della salute pubblica. Un progetto che quindi come riporta Cagliari today pensa alla difesa delle colture ortofrutticole sempre più messe in crisi; alla difesa anche del lavoro degli agricoltori colpiti dai rincari e da costi di produzione sempre maggiori ma anche a favorire il calo dell’uso dei fitofarmaci e la difesa dell’ambiente con un’agricoltura sempre più sostenibile. Per Giorgio Demurtas, presidente di Coldiretti Cagliari: “Quello che compiamo oggi è un passo fondamentale per il nostro territorio, una risposta concreta agli agricoltori che stanno investendo con grandi sacrifici in un’agricoltura sempre più sostenibile. Oggi gli imprenditrici e imprenditori sardi sono costretti ad acquistare insetti utili da fuori regione, con costi elevati e senza la garanzia che arrivino in condizioni ottimali, compromettendone la salute e l’efficacia”. Secondo Giuseppe Casu, direttore di Coldiretti Cagliari: “la forza di questa iniziativa è che nasce dal basso, dagli agricoltori stessi ed è un esempio straordinario di collaborazione tra imprese, istituzioni e mondo accademico”. Anche in questo caso resta da vedere come il progetto si svilupperà e quali saranno i tempi per la sua piena operatività, ma di certo segna un importante passo avanti per il settore agricolo sardo, sempre più orientato verso modelli di produzione sostenibili e a basso impatto ambientale.
Sardegna che cambia è il 7° portale regionale aperto da Italia che cambia. Nella rassegna stampa settimanale, oltre alle principali notizie raccontiamo gli articoli usciti sul portale sardo, vediamoli insieme
Lunedì abbiamo pubblicato con un editoriale della nostra caporedattrice Lisa Ferreli perché abbiamo inaugurato la settimana con il sito nuovo, lo avete visto? Abbiamo adesso una nuova immagine, più chiara e soprattutto più accessibile. Sardegna Che Cambia quindi si rinnova, mantenendo però la stessa determinazione nel raccontare un’Isola che si trasforma, resiste e rivendica la propria autodeterminazione. Potete leggere l’editoriale sempre su www.sardegnachecambia.org, e magari poi fateci sapere se vi piace il nuovo sito!
Martedì abbiamo pubblicato l’approfondimento di cui vi avevamo già parlato nella precedente rassegna, quello ovvero sulle terre rare. Ne abbiamo parlato con un focus sulle implicazioni economiche, ambientali e geopolitiche legate all’estrazione delle terre rare e sul ruolo che la Sardegna potrebbe giocare in questo scenario. Come scriviamo, negli ultimi anni le terre rare sono diventate centrali anche nel dibattito sulla transizione energetica. Essenziali ad esempio per la realizzazione di batterie, turbine eoliche, smartphone e tecnologie militari, rappresentano una risorsa strategica con però rilevanti implicazioni ambientali e sociali. La nostra Isola è entrata in questa discussione con la riapertura della miniera di Silius – che custodisce oltre 3 milioni di tonnellate di fluorite – sollevando però nuovi interrogativi su impatti ecologici, opportunità economiche e conseguenze per le comunità locali. A offrire un’analisi in merito è Martina Loi, geografa dell’Università di Cagliari, trovate l’intervista a cura di Lisa Ferreli nel nostro portale
Mercoledì invece spazio alla nostra Sara Brughitta con una bella storia, quella dell’odontoiatra Giorgia Melis, che ha unito la sua professione all’interesse per il volontariato. Dopo essere entrata in contatto con la Onlus “Sulla Strada”, ha partecipato a una missione in Guatemala, supportando con cure odontoiatriche alcune comunità. Tornata in Sardegna, ha continuato a sostenere il progetto con raccolte fondi e si prepara ora per una nuova missione. Un’intervista che vuole anche far riflettere sull’importanza del volontariato, sul ruolo delle nuove generazioni e sull’impatto trasformativo di queste esperienze. Non perdetevelo
Giovedì infine Matteo Cardia di TocToc Sardegna ci ha parlato dei Red Fox, la squadra di rugby in carrozzina dell’Amatori Rugby Capoterra, unico progetto di questo tipo in Italia affiliato alla Federazione Italiana Rugby. Nato come progetto indipendente, nell’articolo l’allenatore Nicola Marcello e il capitano Stefano Perra sottolineano l’importanza di questo sport non solo dal punto di vista della possibilità di competizione, ma anche come crescita personale e strumento di autodeterminazione. La squadra, tra sacrifici e passione, si prepara in questo periodo a debuttare nel campionato di Serie A, un’occasione di crescita con l’obiettivo poi di far conoscere questa disciplina, sognando anche di creare una sezione femminile. Leggetelo e se non conoscete questa squadra, sappiate che trovate i link ai social e al sito dentro l’articolo
E anche questa settimana in chiusura vi segnaliamo alcuni dei prossimi eventi sparsi nell’Isola:
- Inizio dicendovi che stasera dalle 18:00, i nostri partner della libreria La Giraffa saranno a Iglesias, nella Sala Blu del centro culturale di via Cattaneo, 82, per la presentazione di “Per Enrico, per esempio”, libro di Pierpaolo Farina. La presentazione è organizzata dal Comune di Iglesias, Arci Sardegna, Fondazione Enrico Berlinguer e La Giraffa e vedrà la partecipazione di Pierpaolo Farina, autore del libro, Bianca Berlinguer, giornalista, figlia di Enrico, Claudia Sanna, assessora alla cultura del Comune di Iglesias, Tore Cherchi, presidente della Fondazione Berlinguer, Sardegna e del Cardinale Arrigo Miglio (in collegamento Skype). Un evento al quale vi suggeriamo di prendere parte per conoscere meglio una figura, quella di Enrico Berlinguer, che con il cambiamento che anche noi vogliamo testimoniare, ha tanti aspetti comuni.
- Questo fine settimana a Cagliari inaugura in via Garibaldi 45 la mostra di pittura “La trappola per i ricordi: istruzioni per l’uso” di Mariano Chelo. Dopo un periodo di silenzio l’artista di Bosa torna sulla scena pubblica con un’esposizione realizzata all’interno della sede del MAP, “Movimenti Artistici Periferici”, da lui fondato nel 2003. I dipinti di Mariano Chelo sono stati esposti in tutta Italia, in Kuwait, Germania, Austria, Regno Unito, Lituania, Stati Uniti e Francia. Nel corso della sua carriera artistica ha esplorato temi legati alla mitologia, con attrezzature improbabili, macchine del tempo, orizzonti nuovi e anche la favola di Pinocchio. Con i suoi “Mari” ha poi rappresentato la Sardegna alla XIII Biennale d’Arte a Roma. Sostiene di “non dipingere le cose, ma il loro modo di comportarsi”. Una mostra da non perdere
- Domenica 16 marzo alle 20.30 al Teatro comunale Akinu Congia di Sanluri va in scena Andromaca di Euripide, uno spettacolo de I Sacchi di Sabbia e Massimiliano Civica. Per chi non la conoscesse, la pièce racconta la vicenda di Andromaca, vedova di Ettore e madre del piccolo Astianatte, barbaramente assassinato dai vincitori dopo la conquista di Troia, prigioniera di guerra, divenuta schiava e concubina di Neottolemo, re dell’Epiro. Un’antica tragedia che mette l’accento sulle conseguenze della guerra come sui conflitti familiari e i giochi di potere, un tema importante su cui riflettere sempre.
- Infine, sempre domenica 16 marzo nella suggestiva Baita di Ortachis nell’omonimo parco di Bolotana, torna la Vigilia di St. Patrick’s Day, un evento imperdibile per gli amanti della birra artigianale, della cucina e della musica dal vivo. La Baita di Ortachis si trova come dicevamo nel cuore del Parco, un’area di grande valore paesaggistico e naturalistico. Qui si conservano antiche foreste con maestosi alberi secolari e una ricca biodiversità. A pochi passi si trovano anche Villa Piercy e la spettacolare Cascata di Mularza Noa, una meta perfetta per una passeggiata prima o dopo l’evento. Se potete, fateci un salto
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