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14 Febbraio 2025
Podcast / Io non mi rassegno

Lavoro: nell’Isola dati sempre più allarmanti – INMR Sardegna #65

Parliamo di lavoro con il segretario della Cgil sarda Durante, di sanità al collasso, di un turismo che rende impossibile l’abitare e dei Comuni sardi Plastic Free 2025.

Autore: Redazione Sardegna che Cambia
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lavoro sardegna rassegna stampa
L'articolo si trova in:

Il 15% delle famiglie sarde, ovvero 110mila nuclei, vive in condizioni di povertà. Ma non solo: nell’Isola gli occupati sono ben al di sotto della media italiana, poco specializzati, e con buste paga che sono anche in questo caso, più basse che nel resto d’Italia. È un quadro quello che emerge dai dati Istat relativi al 2023, decisamente poco confortante. Si tratta – come riporta La Nuova Sardegna – di una fotografia di un’Isola, la nostra, in cui solo il 36,7% dei giovani tra i 18 e i 29 anni ha un impiego e dove anche settori che un tempo erano pilastro in sardegna, registrano numeri preoccupanti: ci sono, ad esempio, 15mila ettari di terrebi abbandonati e non produttivi. Sono numeri che fanno riflettere sulla difficile situazione economica e occupazionale che la Sardegna continua ad affrontare. Dati che raccontano di un tessuto produttivo fragile, di occasioni lavorative ridotte e di una mancanza di opportunità – e quindi anche diritti – che colpisce in particolare i giovani e rende le famiglie più vulnerabili. Su questi temi abbiamo raccolto il commento del segretario della CGIL, Fausto Durante, sull’analisi che in merito arriva del sindacato e possibili soluzioni.

Parliamo ora di sanità, altro tasto dolente perché in settimana sono infatti arrivate altre conferme di come un diritto essenziale come quello alla salute sia sempre più inaccessibile: negli ultimi 10 anni la sardegna ha perso oltre 600 posti letto, quattro strutture di ricovero e 332 medici di medicina generale. Sono dati che arrivano dall’ultimo annuario del ministero e che certificano la sofferenza quotidiana nei grandi centri e nei piccoli paesi, come scrive Cristina Cossu sull’Unione sarda. Secondo poi i dati elaborati dalla Fondazione Gimbe, il 2022 ha confermato ulteriormente il peggioramento dello squilibrio tra Nord e Sud, con un flusso enorme di pazienti e risorse economiche in uscita dal Mezzogiorno: la mobilità sanitaria della Sardegna mostra un saldo negativo di 96,3 milioni di euro. Un’altra emergenza sanitaria riguarda la chiusura del punto nascita dell’ospedale “Nostra Signora della Mercede” di Lanusei, sospeso dal 2021 e mai riattivato: una situazione che costringe le donne ogliastrine a lunghi e rischiosi spostamenti per partorire. In settimana il presidente della Commissione Affari Sociali e Salute della Camera, Ugo Cappellacci, ha presentato in merito un’interrogazione parlamentare, sottolineando come: “Nonostante l’Asl avesse parlato di una chiusura temporanea per carenza di pediatri, la situazione non è mai cambiata. Un territorio con oltre 57.000 abitanti è stato privato di un servizio essenziale”. Nel frattempo in Sardegna il Campo Largo si avvia verso la condivisione della riforma sanitaria, partendo dal disegno di legge proposto dalla Giunta che sarà rivisto e corretto con emendamenti direttamente in aula. Punto fermo restano i commissariamenti delle aziende sanitarie e l’assessore alla sanità è stato chiaro anche davanti al rischio di ricorsi dei direttori generali: «C’è un dato di fatto – ha dichiarato Bartolazzi – la Sardegna sulla sanità è ultima in Italia, e qualcosa bisogna rivedere». 

Nell’Isola trovare una casa in affitto sta diventando sempre più difficile. Lentamente quello che è il mercato delle locazioni a lungo termine si sta restringendo, lasciando spazio quasi esclusivamente agli affitti turistici. Un fenomeno che riguarda soprattutto le città e le località costiere, dove molti proprietari preferiscono destinare i loro immobili agli affitti brevi, più redditizi rispetto ai contratti tradizionali. Il risultato? Per studenti, lavoratori e famiglie in cerca di una casa, le opzioni sono sempre meno e i prezzi sempre più alti. Pensiamo ad esempio a posti come San Teodoro, dove su 5mila residenti gli appartamenti per affitti turistici sono 1544. Alla scarsità di abitazioni si aggiunge anche l’aumento dei costi: a Tortolì il costo minimo per un appartamento è di 700 euro, a Olbia un bilocale arriva a 800 e un trilobate a 1200euro mensili. Per chi ha uno stipendio da 1500euro al mese, una cifra che comunque non è comune nell’Isola, diventa difficilissimo riuscire a pagare un affitto e vivere. Ricordiamo però. Che il problema degli affitti non riguarda solo chi cerca casa, ma incide anche sull’economia locale, sull’accesso ai servizi e su fenomeni da noi ben radicati come lo spopolamento. Intanto, il dibattito sulle possibili soluzioni è aperto: sicuramente servono interventi utili a garantire un equilibrio tra turismo e diritto alla casa, evitando che il mercato immobiliare diventi sempre più esclusivo e insostenibile per chi nell’Isola ci vive tutto l’anno, e evitando che la Sardegna si trasformi in un parco giochi per turisti in cui abitare è impossibile.

Cinque centri della Sardegna sono stati riconosciuti come Comuni Plastic Free 2025 per il loro impegno nella lotta contro l’inquinamento da plastica e la promozione di pratiche virtuose di gestione dei rifiuti. Si tratta di Oristano, Aglientu, Badesi, Castelsardo e Teulada, che si sono distinti tra i 122 Comuni italiani premiati dall’associazione Plastic Free Onlus. Come riporta Sardinia Post, l’Isola continua a dimostrarsi all’avanguardia nella tutela dell’ambiente, con Comuni che si impegnano quotidianamente nella lotta contro l’abbandono dei rifiuti e nella sensibilizzazione delle comunità. In particolare, Oristano rappresenta una novità significativa tra i Comuni premiati, confermando la volontà del capoluogo di provincia di guidare la regione verso un futuro più sostenibile. Comuni Plastic Free 2025 è il premio dedicato ai Comuni che si sono distinti adottando una serie di misure volte a migliorare il proprio territorio per il bene dell’ambiente e delle future generazioni. I criteri di valutazione si basano su 4 pilastri: Contrasto all’inciviltà ambientale, Attività virtuose sul territorio, Gestione dei rifiuti urbani, e la Collaborazione con Plastic Free. Un riconoscimento importante per questi cinque Comuni sardi, che con il loro impegno dimostrano come un futuro più sostenibile sia possibile. La strada è tracciata: meno plastica, più responsabilità.

Sardegna che cambia è il 7° portale regionale aperto da Italia che cambia. Nella rassegna stampa settimanale, oltre alle principali notizie raccontiamo gli articoli usciti sul portale sardo, vediamoli insieme

Lunedì la nostra Sara Brughitta vi ha raccontato la storia dietro Casa Lussu. Si trova ad Armungia ed è un luogo che custodisce la storia di Emilio e Joyce Lussu, due antifascisti che hanno lasciato un segno indelebile nella nostra memoria collettiva. Casa Lussu non è solo un rifugio, ma anche un laboratorio di creatività, sostenibilità e resistenza, dove le antiche tecniche di tessitura sarda si fondono con iniziative di recupero culturale. Qui Tommaso Lussu e Barbara Cardia hanno dato vita a un progetto che ha anche l’intento di contrastare lo spopolamento delle aree rurali, creando spazi di socializzazione e innovazione. Una bella storia, trovate tutto sul nostro portale

Martedì è uscito il secondo articolo del nostro approfondimento sul nazionalismo di oggi, un focus a cura di Sara Corona Demurtas sul nazionalismo italiano e il suo braccio di ferro con l’identità sarda in Sardegna. Questa settimana partiamo dalla domanda: Quando parliamo di “noi”, chi intendiamo realmente? Sara ci guida attraverso le radici del nazionalismo, le sue implicazioni politiche e sociali, fino alla nascita di nazioni senza stato, passando ovviamente per la scelta di alcuni indipendentisti sardi di definirsi parte della Natzione sarda. Tuttavia, non manca anche un altro interrogativo: è realmente utile rivendicare una “nazione” quando il sistema stesso delle nazioni ha storicamente oppresso popoli come il nostro? Di questo articolo trovate un anticipo con anche un video sui nostri social, la versione integrale su www.sardegnachecambia.org 

Mercoledì invece Matteo Cardia di Toctoc Sardegna ha intervistato Chiara Cadoni, una delle giocatrici di punta del basket femminile sardo. Chiara Cadoni ci racconta il suo percorso, dal primo amore per il basket a Oristano, al ritorno alla Virtus Cagliari, tra sogni, sfide e consapevolezze. In un mondo dove le certezze sono poche e le pressioni sono tante, ci offre uno sguardo sincero sulla vita di un’atleta: le emozioni del ritorno a casa, le scelte difficili e la necessità di trovare un equilibrio tra passione e realtà. Il basket femminile poi sta evolvendo anche in Sardegna e sono molte le sfide che le atlete affrontano. Una bella intervista, da leggere

Giovedì abbiamo chiuso la nostra settimana di pubblicazioni con un prezioso contributo esterno, quello di Veronica Piras, studentessa sarda di diciotto anni. Tema dell’articolo è il ruolo dei giovani sardi nel cambiamento sociale. Ve ne leggo un pezzo: “Vi è una parte consistente della mia generazione che, proprio a causa della deriva che le nostre “democrazie” stanno prendendo, sta sviluppando una coscienza diversa da quella dei propri genitori: una coscienza che riguarda le necessità del nostro territorio e come queste si conciliano in una visione di cambiamento sistemico e internazionale. Della controcultura sarda i giovani costituiscono la parte più consistente e attiva. La Sardegna necessita di una gestione autonoma e comunitaria delle sue terre e delle sue risorse, necessita di un collegamento concreto e reale con il resto d’Italia, necessità della libertà da qualsiasi servitù, in particolare se militare. La Sardegna necessita di reinventarsi con i suoi giovani”. Leggetelo, su Sardegna che cambia

E anche questa settimana in chiusura vi segnaliamo alcuni dei prossimi eventi sparsi nell’Isola:

  • Fino a questa domenica il Museo Unico Regionale dell’Arte Tessile Sarda e il Comune di Samugheo dedica un approfondimento alla ricerca artistica di Daniela Frongia, artista sarda protagonista della mostra “Restano solo i fili e i sostegni“. Il percorso espositivo, tracciato da circa 80 opere edite ed inedite – tra tele, sculture tessili e installazioni site-specific – racconta l’evoluzione del simbiotico rapporto che lega l’artista al filo, medium espressivo privilegiato delle sue sperimentazioni e interazioni. Daniela Frongia crea architetture effimere che contaminano spazi, trasformano ambienti e collegano le distanze. Se siete in zona Samugheo o potete andarci, visitate questa mostra, non ve ne pentirete
  • Sabato alle 17:30 ci sarà la conferenza “GAZA : la salute negata – Colonialismo e Sanità’ organizzata al T Hotel Cagliari dall’Associazione Amicizia Sardegna Palestina. Saranno presenti Patrizia Manduchi, docente di Storia contemporanea dei paesi arabi all’Università di Cagliari, Roberto Tumbarello, Cardiologo pediatra ex direttore di cardiologia pediatrica Brotzu, Salah Zakut, Accademico di Gaza, la Genetista docente dell’Università di Genova Paola Manduca e altri relatori e relatrici che faranno un quadro della emergenza sanitaria in corso. Ricordate: sabato alle 17:30 al T-hotel
  • Questo fine settimana torna Schegge di utopia, la rassegna di Antas Teatro, compagnia teatrale di San Sperate, che anima lo Spazio Antas. Sabato alle 19 andrà in scena il tributo di Nino Landis a Federico Garcia Lorca “Lorcamente”, con Nino Landis, Giacomo Casti, Eleonora Olianas, Valentina Pilia, Carlo Plumitallo e Andrea Schirru. I posti sono però limitati ed è gradita la prenotazione, trovate i contatti cercando online Schegge di utopia 

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