La rassegna di oggi è dedicata principalmente alla Cop 25, la conferenza delle parti sul clima che inizierà lunedì prossimo a Madrid, dove è stata spostata per via delle proteste in corso in Cile. Un incontro cruciale per il mondo e in particolare per il nostro paese, al centro di un hotspot climatico. Ma si parla anche dell’iniziativa dei cittadini europei contro i pesticidi e per ripristinare un’agricoltura naturale.
Oggi parliamo di maltempo e terremoti, di violenza di genere, di automazione del lavoro, di emissioni di CO2 e di glifosato. Sotto le apparenze di una puntata a dir poco catastrofista, tuttavia, si annidano alcune belle notizie legate alla transizione energetica e all’agricoltura naturale.
Oggi parleremo di maltempo, frane e alluvioni in italia e della necessità di politiche di adattamento ai cambiamenti climatici. Sempre a proposito di clima, ci spostiamo in Australia dove continuano gli incendi e dove il koala è stato dichiarato specie funzionalmente estinta. È stato un weekend di elezioni a Hong Kong e Uruguay, con risultati sorprendenti, mentre negli Stati Uniti fa il suo ingresso come candidato alle primarie del Partito Democratico il miliardario Michael Bloomberg.
Siamo davvero sicuri che il problema principale legato ai rifiuti sia la plastica? Oggi parliamo di raccolta differenziata, riciclo, bioplastiche, campagne plastic free. Un vero e proprio viaggio in tutte le soluzioni che ci siamo inventati negli anni al problema dei rifiuti – e della plastica – e che non hanno funzionato. E alla scoperta di quelle sensate.
Oggi puntata pienissima. Dopo un breve riassunto delle notizie principali che dominano i giornali italiani, in particolar modo lo scandalo che sta travolgendo Fiat Chrysler negli Usa e i nuovi emendamenti alla finanziaria, parliamo di transizione energetica nel Regno Unito, di Julian Assange, di riciclo e di soluzioni che non funzionano e di zanzare Ogm fuori controllo.
Concludiamo la rassegna dei paesi scossi da proteste, in questo autunno caldo non solo dal punto di vista climatico, con la situazione in Iran e Iraq, il primo che ha a che fare con il malcontento dovuto all’aumento dei carburanti e il secondo dilaniato da scontri molto più violenti, che hanno causato centinaia di morti. Nel frattempo Sidney e Bristol hanno un grosso problema di inquinamento, ma a New Delhi hanno trovato una soluzione. Forse.
Frullato di notizie nella puntata di oggi: parliamo degli scontri a Hong Kong e delle dichiarazioni del governo Cinese, dei documenti riservati che sempre in Cina sono trapelati dal governo e pubblicati dal New York Times sulla persecuzione degli Uiguri, degli omicidi dei giornalisti in Messico, delle miniere di mica in Madagascar, e dei rischi per la salute legati ai cambiamenti climatici.
Gli scontri a Hong Kong stanno degenerando, con la polizia che ha fatto irruzione nelle scuole e l’esercito cinese che sembra sul punto di intervenire. Ma da dove hanno origine le proteste? E cosa sta succedendo in queste ore? Parliamo anche di plastica, e di come i nostri consumi stanno contaminando la catena alimentare in Indonesia, e del Sardex, una moneta che sta cambiando l’economia della Sardegna.
Oggi parliamo di elefanti nella stanza (a proposito di Taranto e Venezia), ma anche degli incendi in Australia e degli allagamenti nel Regno Unito. Anche se la notizia più interessante del giorno, di cui nessuno parla, è forse uno storico cambio di rotta dell’Ue nelle sue politiche d’investimento. Novità interessanti anche in Thailandia, con il governo che decide di vietare il glifosato e altri pesticidi, ma incontra l’opposizione degli Usa.
I giornali titolano con l’acqua alta a Venezia, ma oggi ci concentriamo più sull’approfondire fatti meno conosciuti: quali sono i veri motivi del declino di Roma? E cosa sta succedendo in Kashmir, la regione più a nord dell’India teatro di violentissimi scontri? E ancora, riuscirà Fukushima a riconvertirsi in un hub mondiale delle energie rinnovabili?
Venezia e Matera finiscono sott’acqua per via dei cambiamenti climatici (e della cattiva gestione), così il governo decide di raddoppiare il budget per l’ambiente e la prevenzione del dissesto idrogeologico nella manovra 2020. Nuovi studi mostrano che negli Usa negli ultimi 100 anni gli uragano sono diventati tre volte più frequenti e molto più devastanti e che il crollo della biodiversità ci costa ogni anno 1,5 volte il pil mondiale. In Bolivia invece, dietro al presunto colpo di stato potrebbe esserci la questione del litio.
La situazione in Bolivia si fa sempre più calda. Il presidente Evo Morales, appena rieletto, si è dimesso ed è fuggito in Messico, gridando al golpe, mentre per le strade infuriano le proteste. Ma qual è la situazione reale? E di chi sono le responsabilità di questa escalation? Intanto continua il tira e molla fra governo e ArcelorMittal sull’Ilva, mentre escono report poco allegri sul clima.
L’attentato ai militari italiani in Iraq domina le prime pagine dei giornali. Ma di cose ne sono successe ieri nel mondo! Le elezioni in Spagna hanno prodotto risultati incerti, con i socialisti che si confermano primo partito ma senza possibilità di creare un governo e l’estrema destra che avanza. In Bolivia si è dimesso il presidente Evo Morales, al quarto mandato, mentre Cina e Usa si preparano alla transizione ecologica.
Mentre si continua a parlare della questione Ilva il mondo ci mette di fronte ai danni che abbiamo causato al sistema-clima: un ottobre con caldo da record, inondazioni in Somalia con oltre 300.000 sfollati, ghiacciai che si sciolgono più rapidamente del previsto. Cosa facciamo come umanità di fronte a questa crisi? E se lo chiedessimo a un computer?
Sulle prime pagine dei giornali continua a tenere banco la questione Ex Ilva, con il governo e ArcelorMittal che hanno aperto un tavolo di trattativa. Negli Usa il presidente Trump vive un periodo difficile, fra crisi di consensi, impeachment e diti medi. Mentre un nuovo rapporto fa luce sul mondo dei rifiuti speciali.
Continuano le indiscrezioni sul futuro dell’Ilva. Intanto 11mila scienziati firmano un nuovo appello per spingere i politici ad agire sul tema dei cambiamenti climatici, mentre la Nasa pubblica nuove sconcertanti stime sull’innalzamento delle acque del mare. 150 milioni di persone potrebbero finire sott’acqua entro il 2050. In India, a New Dehli l’emergenza inquinamento sta mettendo in ginocchio la città e ha bloccato persino il traffico aereo, a causa della visibilità ridotta dovuta allo smog.
Che sta succedendo all’Ilva di taranto e perché la multinazionale indiana ArcelorMitta ha dichiarato di voler lasciare? E cosa ha a che fare l’uccisione di due indios dell’Amazzonia con il lavoro di Flaviano Bianchini e con l’ultimo sinodo dei vescovi della chiesa cattolica? Intanto gli Stati uniti avviano ufficialmente la procedura per uscire dagli accordi di Parigi mentre uno studio tedesco mostra una situazione drammatica per quanto riguarda la scomparsa degli insetti.
Mentre nel nostro paese continua il dibattito sulla plastic tax e le bioplastiche nel mondo succedono fatti anomali: la Germania ha un problema con una nuova ondata di nazismo, in Cile e Iraq continuano le proteste e Trump deve affrontare una procedura di impeachment. In tempi di crisi sistemica non ci si annoia.
Da mesi l’argomento Brexit domina le prime pagine dei giornali, eppure non è facile capire esattamente cosa sta succedendo. Per questo abbiamo deciso di dedicare alla faccenda un approfondimento verticale, che parte dal rapporto tradizionalmente ambivalente dell’Uk con l’Unione europea e arriva ai goffi tentativi di Boris Johnson di uscire senza un accordo (no-deal) e alla speranza dell’opposizione di tornare al voto con un nuovo referendum (people’s vote). La questione Brexit ci da anche modo di riflettere sulla democrazia.
La manovra economica del governo e la fusione fra Fiat Chrysler e Peugeut dominano i giornali di oggi. Ma cosa c’è dietro alla tassa sulla plastica contenuta nella manovra? E come mai due colossi dell’auto decidono di fondersi?