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28 Febbraio 2025
Podcast / Io non mi rassegno

“Le esercitazioni militari sono distruttive: la Regione non autorizzi la Vinca” – INMR Sardegna #67

La valutazione di incidenza ambientale per le esercitazioni militari, i lavori per la riforma sanitaria, le terre rare in Sardegna e la norma che tutela e valorizza le specie vegetali autoctone.

Autore: Redazione Sardegna che Cambia
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esercitazioni militari
L'articolo si trova in:

Dopo anni di esercitazioni nel poligono di Capo Teulada, il Comando militare dell’esercito ha presentato una richiesta di Valutazione di incidenza ambientale alla Regione Sardegna. Ricordiamo brevemente che la VINCA è un processo preventivo obbligatorio per qualsiasi piano, progetto o attività che potrebbe avere un impatto significativo su un’area appartenente alla rete ecologica Natura 2000, rete istituita dall’Unione Europea per proteggere habitat naturali e specie a rischio. Solo infatti dopo un’attenta analisi e verifica l’autorità competente può autorizzare l’intervento, previa però dimostrazione con certezza scientifica che l’integrità del sito non sarà compromessa. Accade però che alcune delle esercitazioni militari che avvengono nel territorio interessano i siti di importanza comunitaria dell’Isola Rossa e Capo Teulada, il Promontorio, dune e zona umida di Porto Pino e lo stagno di Corru e S’Ittiri, elevati a zone di conservazione speciale e appartenenti alla Rete Natura. Ma non solo. È anche lo stesso Ministero della Difesa a sottolineare l’importanza di svolgere assiduamente le operazioni di salvaguardia ambientale dei siti addestrativi e le procedure di VINCA come prevede anche il codice militare, operazioni di salvaguardia che vengono regolarmente svolte in relazione ad altri poligoni presenti in altre regioni, ma a quanto pare non in Sardegna. Quello che sta accadendo in questo periodo è però che dopo due ricorsi al TAR – promossi dall’associazione ecologista Gruppo di Intervento Giuridico e da A Foras, l’assemblea che si oppone all’occupazione militare della Sardegna – l’Esercito ha appunto presentato la documentazione necessaria per ottenere la VINCA per la esercitazioni militari, «per la prima volta dopo 70 anni», sottolineano da Aforas. Una questione che se da un lato ha diversi aspetti positivi, dall’altra porta un’altra serie di criticità e dubbi. Ne abbiamo parlato con Graziano Bullegas di Italia Nostra Sardegna.

Parliamo ora di sanità, tema che questa settimana è stato al centro dei lavori del consiglio regionale, in una “una maratona” come l’ha chiamata Ansa, che ha visto in Aula cinque giorni su sette il ddl 40 sulla riorganizzazione del sistema sanitario, che sarà poi legge. Sarebbero una quindicina i correttivi presentati dalla Giunta in Aula, che come ha precisato l’assessore regionale alla sanità Bartolazzi, “non sono altro che una economizzazione, una maggior dettaglio su ogni articolo di quello che prevediamo fare”. 300 però in totale gli emendamenti da esaminare, la maggior parte della minoranza. L’elenco di ciò che si vuole fare sul territorio è altrettanto riassunto dallo stesso Bartolazzi, ovvero “la riattivazione funzionale, le missioni degli ospedali e dei centri di prevenzione, e al centro anche la salute mentale. Come sottolinea però L’Unione Sarda, la discussione non sarebbe facile, perché se la linea è condivisa dal partito della governatrice, il M5S, e sicuramente dal Pd, i motivi di frizione nel Campo largo rimangono. A chi però dice che il ddl serva esclusivamente a mettere in atto una sorta di spoil system – pratica politica secondo cui gli alti dirigenti della pubblica amministrazione cambiano con il cambiare del governo – il presidente del consiglio regionale Piero Comandini precisa che “nel testo non ci sono solo i commissariamenti delle Asl, c’è anche una riorganizzazione con la formulazione di alcuni dipartimenti, c’è il miglioramento di alcuni aspetti della legge regionale precedente, ma soprattutto c’è la volontà di andare avanti per riportare serenità”. Discussioni e critiche che non si limitano però alle mura del consiglio regionale: negli ultimi giorni si sono dati appuntamento sotto il palazzo del Consiglio  per protestare durante l’esame della legge di riorganizzazione sanitaria anche gli iscritti alla Cgil, con il segretario generale Fausto Durante. “Quello che noi abbiamo provato a sottolineare in molti modi è che piuttosto che proporre una mini-riforma che si concentra pressoché esclusivamente sul governo delle Asl e delle strutture ospedaliere – spiega Durante – sarebbe importante rendere provvedimenti urgenti, rapidi e netti sulle principali emergenze della sanità in Sardegna, che i cittadini vivono quotidianamente sulla loro pelle, esattamente come le vivevano ai tempi della precedente giunta regionale”. Liste d’attesa infinite, tempi molto lunghi per prestazioni, ricoveri, interventi, e ancora “buchi paurosi negli organici del personale, sia dei medici che degli infermieri e degli operatori sociosanitari, e poi assenza di medici di medicina generale in molte aree della Sardegna, lontananza di tanti cittadini dalla possibilità di esercitare il diritto costituzionalmente previsto alla salute e alle cure”. Non solo, ma come rincara sempre Durante: “La Sardegna ha speso solo il 2% delle risorse che il Pnrr ha destinato per gli ospedali di comunità e il 3% delle risorse per le case di comunità, che sono quegli interventi che se realizzati permetterebbero di attenuare la pressione sugli ospedali e riavvicinare la sanità al territorio e quindi ai cittadini, basterebbe solo questo per dire ai direttori generali delle Asl e a chi ha avuto responsabilità nel governo della Sanità che è bene che si facciano da parte”. Nel frattempo, quello che accade è anche che su 416 sedi carenti nell’Isola per medici di medicina generale, solo in 5 hanno accettato l’incarico. A testimoniarlo su La Nuova Sardegna è Pietro Satta, medico parte dell’associazione dei medici di medicina generale, ma questo è solo uno dei numerosi problemi che caratterizzano la sanità sarda. Restano quindi forti le polemiche ma il Consiglio regionale sarebbe in procinto di votare la riforma del sistema sanitario sardo: settimana prossima, la Giunta dovrebbe riuscire a portare a casa la riforma, ma resta da vedere se riuscirà a rispondere concretamente alle emergenze che comunità e operatori e operatrici del settore, denunciano da tempo.

Parliamo ora di terre rare perché anche questo tema è stato al centro delle cronache isolane. Partiamo da cosa sono: gli elementi delle terre rare (REE) sono appunto un sottoinsieme di 17 elementi chimici che vengono estratti da minerali che li contengono, che sono variamente indispensabili ad oggi per la realizzazione di telefoni cellulari, veicoli elettrici ma anche sistemi di guida missilistica e altre applicazioni elettroniche, industriali ed energetiche.
Non a caso sono anche definite “le vitamine della società moderna”, e il loro impiego è infatti indispensabile per la transizione verde, l’industria militare e della difesa, e per l’innovazione tecnologica in generale.
In Sardegna se ne parla perché un geologo e imprenditore bresciano ha individuato delle potenzialità in materia, in un’area dismessa dell’Isola, la miniera di Silius. Qui, con un investimento complessivo di quasi 50 milioni di euro e l’impiego di circa un centinaio di persone, si potranno estrarre 70mila tonnellate annue di fluorite, ritenuto essenziale nella produzione di batterie agli ioni di litio, e procedere alla lavorazione di 6.800 tonnellate di galena. Il piano – come riporta Cagliari Today – prevede anche di avviare la produzione entro la fine del 2025, con l’obiettivo di contribuire al fabbisogno di minerali ritenuti essenziali, anche per la produzione delle tecnologie verdi del futuro.

Resta però il fatto che, come riporta Avvenire, l’estrazione e la lavorazione delle Terre rare può avere impatti ambientali significativi, inclusa la contaminazione del suolo e delle acque. La Cina, in passato, ha subito gravi danni ambientali a causa di standard ambientali poco rigorosi. Questo solleva questioni etiche e di sostenibilità, spingendo anche verso pratiche minerarie più responsabili e il riciclo. Vedremo come andrà, come anticipato ne parleremo presto in termini più approfonditi.

Il Consiglio regionale in settimana ha dato il via libera al Testo unificato sulla tutela e valorizzazione della flora autoctona, e lo ha fatto inoltre con un nuovo provvedimento che colma un vuoto normativo che durava da 50 anni. La Sardegna era rimasta anche l’unica regione italiana a non avere una normativa specifica per la salvaguardia e valorizzazione delle specie vegetali autoctone, nonostante negli anni siano arrivate diverse richieste in merito da parte di  Università, associazioni botaniche, cittadini e cittadine sarde. Tra i punti chiave della nuova legge c’è la tutela della flora endemica e la lotta contro la “biopirateria” praticata da multinazionali che in passato hanno sfruttato specie vegetali sarde per fini commerciali. Come infatti sottolineato dalla relatrice del testo, Maria Laura Orrù consigliera di Alleanza Verde-Sinistra,  in passato “è successo che multinazionali straniere sono arrivate qui a prendere delle specie endemiche per utilizzarle a fini medici o cosmetici, ‘brevettando’ di fatto le nostre piante, che oggi non possiamo utilizzare perché costretti a chiedere l’autorizzazione.” Come sottolinea Sardinia Post, con l’approvazione della legge, la Sardegna si dota quindi di uno strumento normativo volto a preservare e valorizzare il proprio patrimonio vegetale, in un equilibrio tra tutela ambientale e sviluppo economico, che speriamo sia sempre un principio guida di ogni azione.

Sardegna che cambia è il 7° portale regionale aperto da Italia che cambia. Nella rassegna stampa settimanale, oltre alle principali notizie raccontiamo gli articoli usciti sul portale sardo, vediamoli insieme

Lunedì abbiamo inaugurato la settimana con un articolo di Indip, un’inchiesta di Piero Loi che ne segua un’altra, che abbiamo pubblicato qualche mese fa e che mettiamo tra le fonti al podcast nel nostro sito, che parla di quanto accade a Samatzai. Qui, in un terreno vicino alla già nota “collina dei veleni” di Su Linnarbu, l’arsenico supera di tre volte i limiti. Mentre il processo per disastro ambientale nell’area a carico di quattro dirigenti del cementificio Heidelberg Materials Italia cementi, ex Italcementi, prosegue, è però proprio la Heidelberg Materials a impugnare l’ordinanza sulle bonifiche, rischiando di allungare i tempi del ripristino. Capite bene che poi oltretutto la presenza di sostanze tossiche, come arsenico e cromo esavalente, non solo minaccia l’ambiente, ma anche la salute delle persone che vivono nelle vicinanze. Leggetevi l’inchiesta che trovate in anteprima su www.sardegnachecambia.org , integrale sul sito di Indip

Dopo oltre 70 anni di attività militari senza alcuna valutazione ambientale, l’Esercito italiano ha presentato la documentazione per ottenere la Valutazione di Incidenza Ambientale (VINCA) per le esercitazioni a Teulada. E la domanda è: perché solo ora? Martedì abbiamo parlato di questo insieme ad Elena Argiolas di Aforas, attraverso un’intervista di Laura Tussi in cui proviamo ad approfondire quali siano le logiche anche culturali dominanti che legittimano la mancata valutazione di azioni altamente impattanti come le esercitazioni militari e quali sono i passi necessari per un reale cambiamento. Conoscete il tema perché ne abbiamo parlato anche poco fa nella parte di cronaca ma vi consigliamo di leggere anche l’intervista, sempre nella nostra home

Mercoledì spazio alla rubrica Letti da Alessandra Ghiani che ogni mese ci fa conoscere un nuovo libro. Stavolta è toccato al saggio della giornalista esperta di economia e finanza Mariangela Pira, dal titolo “effetto domino”. Un libro che ci guida attraverso le complesse dinamiche della globalizzazione con un linguaggio chiaro e incisivo, ricordandoci che ogni nostra azione ha conseguenze e si riverbera, proprio come vuole l’effetto farfalla. Mariangela Pira, cronista sarda, affronta temi cruciali: dalla transizione energetica alle terre rare, passando anche per le sfide locali in Sardegna, come le battaglie per il prezzo del latte e la drammatica perdita di terreni coltivabili. Un’opera che apre gli occhi su come le crisi globali influenzino le nostre vite quotidiane. Leggete la recensione, vi conquisterà

Giovedì abbiamo chiuso la nostra settimana di pubblicazioni con un articolo della nostra Marta Jana Sa Koga Serra, antropologa e studiosa di pratiche ancestrali che cura la nostra rubrica sull’esoterismo. Nel suo articolo stavolta si è concentrata sul Carnevale sardo, su carrasegare. Come scrive Marta Serra: “si tratta di un tempo di pausa tra le festività per la nascita del Cristo e la sua Passione e Resurrezione. Un tempo sospeso prima della Quaresima in cui tutto è capovolto o forse, per una volta, qui nell’isola ancestrale, in cui tutto può esprimersi secondo Natura”. Maschere, suoni e riti infrangono ogni regola, in un viaggio senza tempo tra sacro e selvaggio racchiuso nell’articolo che trovate online.

E anche questa settimana in chiusura vi segnaliamo alcuni dei prossimi eventi sparsi nell’Isola:

  • Prima di tutto vogliamo segnalarvi che sabato 1 marzo ci sarà una manifestazione contro il colonialismo energetico dalle ore 11.00 a Quarto, punto di ritrovo in viale Colombo. Scrivono gli organizzatori “È arrivato il momento di fare sentire la nostra voce contro il Tyrrhenian link, la speculazione energetica, la visione di una Sardegna ancora una volta sottomessa”. Trovate maggiori informazioni online digitando Manifestada contra a su colonialismu enèrgeticu
  • Questa domenica si terrà il primo appuntamento in Sardegna con il Forest Bathing. L’incontro si svolgerà il 2 marzo dalle h.10 nel Parco Naturale Regionale della Sardegna di Gutturu Mannu. L’iniziativa, organizzata dal Settore Nazionale Forest bathing CSEN, è pensata proprio per diffondere anche nella nostra Isola questa pratica: nata in Giappone negli anni ’80 il Forest Bathing o Shinrin Yoku (che significa bagno nella foresta) è una sorta di terapia naturale, un camminare lento, con respirazione profonda e un atteggiamento consapevole, un’attività fisica a misura di tanti che crea profonda connessione con il proprio corpo e la natura stessa, coinvolgendo e valorizzando tutti i sensi. Trovate maggiori info al sito (segnatevelo) www.forestbathing.net/sardegna
  • A Cabras invece è visitabile la prima mostra dedicata al rapporto tra l’ arte di Costantino  Nivola e la Preistoria della Sardegna. Attraverso un percorso che mette a confronto capolavori della scultura e dell’architettura eneolitica e nuragica e fondamentali opere di Nivola, il progetto ricostruisce per il rapporto tra l’artista e la Preistoria, grazie a una serie di importanti prestiti provenienti da collezioni pubbliche e private italiane e internazionali. Si trova alla Fondazione Mont’e Prama e Fondazione Nivola.
  • Ultimo ma non per importanza, il festival Al Ard. Questo sabato si chiude questo importante e annuale appuntamento al teatro massimo di cagliari, che apre una finestra sul mondo arabo e, soprattutto, sulla Palestina. Al Ard (che significa “La Terra” in arabo) è infatti un festival cinematografico internazionale che mira a diffondere la cultura e l’arte palestinese e araba. è organizzato dai volontari dell’Associazione Amicizia Sardegna Palestina, ormai da ben 23 anni. Capite bene che è un evento da non perdere, trovate tutte le info online al sito www.alardfilmfestival.com 

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