Possiamo davvero parlare di dinosauri in Sardegna? – INMR Sardegna #74
Il ritrovamento delle presunte impronte del primo dinosauro scoperto in Sardegna (ne parliamo col paleontologo Daniel Zoboli), i dati in aumento della donazione di organi, l’investigazione della Commissione Europea alla Sella del Diavolo a Cagliari e la mozione presentata in Consiglio Regionale contro le politiche di riarmo.

Fonti
#dinosauri
Bibi, il dinosauro sardo sconosciuto per 165 milioni di anni
Ogliastra, tutti pazzi per Bibi il dinosauro
#selladeldiavolo
Sella del Diavolo nel mirino della Commissione Europea: indagine su mancata attuazione dei piani di gestione delle aree naturali
#donazioneorgani
Isola del Dono: la Sardegna nel podio dei consensi al trapianto
#pace
Mozione della sinistra, ‘No al riarmo, serve Europa di pace’
#SACC
La Sardegna e i suoi alberi monumentali: un patrimonio da valorizzare
L’importanza dei fondi di coesione e il piano di riarmo in uno scenario europeo in cambiamento
Lugori, luce lunare e specchio simbolico: tra spiritualità, natura e cultura agropastorale
L’onda lunga della rinascita, quando il surf diventa comunità: intervista a Vincenzo Ingletto
Trascrizione della puntata
Sicuramente c’è una notizia che è stata centrale in questo periodo, e che riguarda una certa Bibi di cui con buona probabilità avete sentito parlare. Così è stata infatti battezzata quella che a quanto emerso dalle cronache settimanali potrebbe essere la prima dinosauro femmina della Sardegna, di cui sarebbe stata trovata una traccia, sulle rocce delle campagne di Baunei, in Ogliastra. Si tratterebbe nello specifico dell’impronta di un dinosauro teropode, che come racconta romanticamente ANSA, avrebbe atteso 165 milioni di anni prima che qualcuno la notasse. A scoprire la traccia tre docenti delle Università di Sassari e Cagliari, impegnati a perlustrare il territorio durante le riprese di un documentario: Antonio Assorgia, Sergio Ginesu e Stefania Sias quelle tracce le hanno studiate a lungo, hanno verificato, studiato, approfondito ogni aspetto e in settimana, sicuri della loro scoperta, dopo un anno la hanno resa pubblica. Sulla storia però del teropode che nel Giurassico avrebbe calcato i boschi del Supramonte e le pareti rocciose a strapiombo su uno dei mari più belli del mondo, alcuni professionisti del settore hanno avanzato non pochi dubbi. Noi abbiamo scelto quindi di chiedere in merito un contributo a Daniel Zoboli, paleontologo che è anche curatore della pagina di divulgazione Animali e Piante fossili della Sardegna.
La Sella del Diavolo finisce sotto la lente d’ingrandimento di Bruxelles. La Commissione Europea come riporta Sardinia Post ha infatti comunicato che la mancata attuazione dei piani di gestione delle aree naturali protette situate nel promontorio cagliaritano – le Zone Speciali di Conservazione parte della Rete Natura 2000 “Torre del Poetto” e “Monte S. Elia, Cala Mosca e Cala Fighera” – sarà uno dei casi oggetto di investigazione nell’ambito della procedura Eu Pilot 6730/14, attualmente in corso. L’iniziativa, che mira a verificare il rispetto delle direttive europee in materia ambientale, riguarda in particolare l’applicazione della normativa sulla tutela degli habitat naturali e della biodiversità. L’inchiesta della Commissione nasce in seguito a segnalazioni e denunce di criticità nella gestione di queste aree, inviate dall’associazione ecologista Gruppo d’Intervento Giuridico (Grig). Secondo l’associazione, «è evidente il degrado crescente degli habitat naturali protetti della Sella del Diavolo, causato dalla continua percorrenza con mountain bike e dalla creazione di percorsi ciclistici abusivi, che provocano danni alla vegetazione e al suolo». Il Grig punta il dito contro quella che definisce «la colpevole ignavia delle amministrazioni pubbliche responsabili», in particolare – secondo gli ecologisti – la Regione e il Comune. A preoccupare sarebbe anche il possibile avvio di una procedura di infrazione da parte dell’Unione Europea, il che comporterebbe per l’Italia il rischio di sanzioni economiche. Secondo la comunicazione della Commissione, in caso infatti di mancato adeguamento, la Corte di Giustizia europea potrebbe condannare il Paese al pagamento di una multa e di una penalità giornaliera, commisurate alla gravità e alla durata della violazione. La vicenda mette dunque in luce l’urgenza di un intervento concreto e tempestivo da parte delle istituzioni competenti per garantire la tutela effettiva di uno dei luoghi che è simbolo del patrimonio naturalistico cagliaritano.
la Sardegna, si conferma tra le regioni più generose nella donazione di organi. I dati relativi ai primi tre mesi del 2025, diffusi dal Centro nazionale trapianti in occasione della giornata nazionale della donazione, parlano chiaro: oltre il 72% dei sardi e sarde che hanno rinnovato la carta d’identità ha espresso il proprio consenso al prelievo post mortem, un risultato che colloca l’isola sul podio, subito dopo la Provincia autonoma di Trento e la Valle d’Aosta.
E se si guarda più da vicino, il quadro è ancora più incoraggiante: Sassari conquista il secondo posto tra le grandi città italiane, con il 77,2% di adesioni, e Cagliari si posiziona settima. A livello provinciale, Nuoro svetta su tutte con un sorprendente 81,2%, seguita da Oristano e Sassari. Brilla anche Cardedu, piccolo comune dell’Ogliastra, che supera addirittura il 90% di consensi. Una Sardegna che, insomma, si dimostra compatta e consapevole, in forte controtendenza rispetto al resto del Paese, dove invece si registra un calo dei consensi: quasi il 40% degli italiani oggi dice “no” alla donazione, un dato in crescita rispetto al 2024. «Mai così tanti trapianti e prelievi come nell’ultimo anno», ha spiegato alla Nuova Sardegna il direttore del Centro nazionale trapianti, Giuseppe Feltrin, che però lancia anche un appello: bisogna fare di più per raggiungere chi è ancora incerto, chi non ha ricevuto un’informazione chiara e completa sul valore del dono.
Come si diventa donatori o donatrici di organi e tessuti?
Tutti e tutte siamo potenziali donatori di organi e tessuti e per diventarlo è sufficiente esprimere la propria volontà attraverso uno dei seguenti metodi:
• la compilazione di un modulo disponibile nella propria Asl o il medico di famiglia;
• la compilazione in ogni sua parte del tesserino blu inviato dal Ministero della Salute. Chi non ne è in possesso può scaricarlo dal sito apposito a cura del ministero della Salute e del Centro nazionale trapianti;
• l’iscrizione all’AIDO (Associazione Italiana Donatori di Organi e tessuti) o ad altre associazioni di volontariato o di pazienti;
• una dichiarazione di volontà datata e firmata, scritta su un qualsiasi foglio dove sono indicati nome cognome, data e luogo di nascita, codice fiscale ed estremi di un documento di identità, che le persone portano con sé insieme ai propri documenti. La donazione di organi è una sfida culturale e sociale che parte dalle scelte individuali, ma che può fare la differenza per migliaia di persone in attesa di una nuova possibilità di vita.
“Il Parlamento dei sardi ha dovere di urlare la parola pace”. Lo ha dichiarato Luca Pizzuto, capogruppo di Sinistra Futura in Consiglio regionale, mentre in conferenza stampa ha presentato la mozione a sua prima firma contro il riarmo europeo e la guerra. Vi leggo adesso le dichiarazioni di Pizzuto: “Chiediamo di prendere una posizione, magari unitaria, contro una scelta scellerata di spendere una enormità di risorse pubbliche che vorrebbero certamente tagliate ai sociali, alla sanità, ai servizi e alla vita normale delle persone”. La mozione è firmata da tutti i gruppi della maggioranza tranne, al momento, il Pd e i Progressisti: l’obiettivo è impegnare la giunta e la presidente Todde a prendere una posizione netta contro il riarmo e l’economia di guerra; a sostenere con il Governo la necessità di finanziare programmi in grado di migliorare la vita dei cittadini; di coloro che fuggono dai propri paesi a causa di guerre, povertà, carestie, violenze; ad investire sulla salute, sull’educazione e la scuola e a promuovere ogni iniziativa di pace sul territorio sardo proponendo ai comuni la discussione e l’adesione ad un progetto comune non di “Rearm Europe” ma “Peace for Europe”. “È una posizione netta e chiara – sostiene Maria Laura Orrù, capogruppo di Avs -, si parla di pace e vogliamo dirlo ad alta voce”. Una mozione, dunque, che accende il dibattito in Consiglio regionale e che punta, nelle intenzioni di Sinistra Futura, a fare della Sardegna una voce chiara e decisa per la pace.
Sardegna che cambia è il 7° portale regionale aperto da Italia che cambia. Nella rassegna stampa settimanale, oltre alle principali notizie raccontiamo gli articoli usciti sul portale sardo, vediamoli insieme
Lunedì abbiamo inaugurato la settimana con un articolo della nostra Sara Brughitta sugli alberi monumentali in sardegna. Si tratta di un patrimonio naturale e culturale inestimabile, che distingue l’Isola per la ricchezza e la varietà di queste presenze secolari, un tesoro naturale e culturale che ci racconta storie antiche e affascinanti. Da Villamassargia, dove si erge l’imponente ulivo millenario Sa Reina, a Urzulei, custode del maestoso Tasso Matari, questi giganti verdi sono testimoni silenziosi della nostra storia e della nostra identità. Con un’altezza di 17 metri e una circonferenza che supera i 5 metri, il Tasso Matari ad esempio è uno degli alberi più imponenti della sua specie, custode di una storia che dura da circa 500 anni mentre Sa Reina di Villamassargia, ha avuto l’onore di conoscere Eleonora d’Arborea. Nel nostro articolo vediamo l’importanza di questi alberi monumentali, non solo per la loro bellezza, ma anche come simbolo di resistenza e radicamento per i quali certamente, anche tutti e tutte noi possiamo contribuire alla sua tutela, lo trovate su www.sardegnachecambia.org
Il Piano Rearm Europe rischia di compromettere (anche) la Sardegna? Martedì, grazie all’approfondimento di Stefano Gregorini, abbiamo provato a rispondere a questa domanda, ma non solo. Volta a rafforzare le capacità difensive degli Stati membri, la proposta di riarmo europeo ha suscitato non poche reazioni e polemiche, anche perché tra le ipotesi di copertura finanziaria ci sarebbe la riallocazione dei Fondi di Coesione. Tra i nodi più critici, vi è infatti la coerenza di tale destinazione con le finalità originarie dei fondi, pensati in realtà per ridurre le disuguaglianze territoriali e promuovere lo sviluppo.
Nella sua rubrica, Maestrale, a cura di Stefano Gregorini ci racconta i cambiamenti che interessano la Sardegna, con particolare attenzione a politiche pubbliche, sviluppo locale e innovazione sociale; stavolta, si è soffermato sull’analisi di quello che pare uno snaturamento dei fondi di coesione, guardando anche al caso Sardegna, tornata nel ciclo attuale tra le regioni “meno sviluppate” e quindi potenziale beneficiaria di risorse cruciali per investimenti in transizione verde, digitale, competitività e coesione sociale. Un approfondimento decisamente importante, di cui trovate un’anticipazione in versione reel sui nostri profili Facebook e Instagram
Mercoledì invece spazio alla rubrica della nostra Marta Serra sull’esoterismo in Sardegna, con un articolo sulla luna. In Sardegna (ma non solo), la luna è un simbolo profondo di ciclicità, trasformazione e femminilità, intrecciando spiritualità e cultura agropastorale e influenzando la nostra vita quotidiana e le tradizioni popolari. La luna, con le sue varie fasi, è una compagna di viaggio che segue ad esempio le donne nel loro ciclo vitale, connettendo il femminile alla natura, ma non solo: dalla luna noa alla luna prena, ogni fase racconta una storia, un legame intrinseco tra l’essere umano e l’universo. Oltre a essere un fenomeno astronomico è un riflesso della nostra esistenza, un simbolo di bellezza e cambiamento. Con Marta Serra scopriamo il significato di “su furriadroxu de luna”, il potente simbolismo della luna nei rituali e nella cultura sarda, e come le sue fasi siano parte integrante delle pratiche quotidiane di chi lavora la terra. Dalle domus de janas ai riti di fertilità, la luna si rivela un elemento centrale, un faro di saggezza che guida le azioni e le speranze di intere generazioni. Non perdetevi questo articolo, lo trovate sempre su Sardegna Che Cambia
Giovedì spazio a Matteo Cardia di TocTocSardegna con un articolo che racconta come a Capo Mannu, il surf sia molto più di uno sport: corrisponde più a un modo di vivere, un riscatto e un’arte che unisce passioni e radici locali. Ne parliamo attraverso anche il racconto di Vincenzo Ingletto, fondatore dell’Is Benas Surf Club, una straordinaria comunità che ha trovato nel mare la propria voce e la propria forza. Le onde qui hanno trasformato non solo vite, ma anche interi territori, creando un legame indissolubile tra gli abitanti e il loro ambiente. Come ci ricorda Ingletto: “Qui c’è una stupenda comunità surfistica. Ci siamo trovati tutti sullo stesso piano economico, culturale e artistico e così abbiamo iniziato a collaborare per tante cose anche fuori dall’acqua. Dalle più banali, come pulire la spiaggia, fino ad organizzare eventi come la Sagra del surf. Sempre più persone hanno voluto partecipare, si è creato un sistema in cui se vuoi e puoi dare, dai.” Trovate anche questo articolo su www.sardegnachecambia.org
E anche questa settimana in chiusura vi segnaliamo alcuni dei prossimi eventi sparsi nell’Isola:
- Innanzitutto siamo molto felici e orgogliosi di dirvi che quest’anno siamo media partner di Sa Die 2025, la serie di eventi organizzati da Assemblea Natzionale Sarda in occasione de Sa Die de sa Sardigna. La data ufficiale è il 28 ma lo sappiamo, qua di festeggiare la nostra storia e identità non vediamo l’ora e infatti gli appuntamenti legati a sa die iniziano proprio da oggi. Quello che vi consigliamo è di seguire le pagine social e il sito di Assemblea Natzionale Sarda (che trovate spesso abbreviato come ANS) per restare aggiornati e aggiornate e soprattutto, per non perdervi nessun appuntamento ma adesso lascio la parola direttamente Riccardo Pisu Maxia, presidente di ANS, sugli appuntamenti in arrivo:
- Fresca di inaugurazione e visitabile fino a giugno, il Camuc e la Stazione dell’Arte di Ulassai ospitano la mostra “Mirò incontra Maria Lai. Il fascino della sorpresa”. Un’occasione unica per esplorare il dialogo inedito tra le opere di Joan Miró, maestro del Surrealismo di fama internazionale, e quelle di Maria Lai, artista che ha intrecciato arte, memoria e identità in un linguaggio visivo profondamente originale. La mostra curata da Lola Durán Úcar e Marco Peri, presenta oltre 70 opere tra grafiche, dipinti, libri, arazzi e pezzi unici dalla Fundació de Arte Serra di Palma de Mallorca concentrandosi sulle dimensioni poetiche e immaginative del lavoro di entrambi gli artisti. Emergono sorprendenti affinità espressive e interessi condivisi tra due artisti apparentemente lontani, ma uniti da connessioni immaginative e risonanze concettuali. Se avete modo, visitatela!
- Questo è un weekend lungo e per gli amanti delle sagre ce n’è una, legata da sempre al giorno di pasquetta, che vi consigliamo: la Sagra del Torrone di Tonara, pronta a celebrare la sua 44ª edizione. L’evento è l’occasione perfetta per gustare il famoso torrone artigianale locale e immergersi nelle atmosfere barbaricine tra artigianato, cultura e spettacoli musicali. La manifestazione prevede numerose attività legate alla tradizione: dalle affascinanti dimostrazioni della produzione artigianale del torrone e dei tipici campanacci, fino alla sfilata dei coloratissimi gruppi folk provenienti da tutta la Sardegna. Trovate maggiori info in merito sul sito oppure sulla pagina Facebook del comune di Tonara
Segnala una notizia
Segnalaci una notizia interessante per Io non mi rassegno.
Valuteremo il suo inserimento all'interno di un prossimo episodio.
Commenta l'articolo
Per commentare gli articoli registrati a Italia che Cambia oppure accedi
RegistratiSei già registrato?
Accedi