La Sicilia si dà all’agroecologia, una legge per la salute dell’ambiente e delle imprese agricole – INMR Sicilia #11
Undicesima puntata di Io Non Mi rassegno Sicilia. Vi parliamo della legge regionale sull’agroecologia finalmente diventata operativa in Sicilia che consentirà di sostenere gli agricoltori nel processo di transizione ecologica chiamata ad attuare una serie di pratiche agroecologiche che fanno ben sperare per la salute dell’ambiente e non solo. Parleremo della decarbonizzazione delle isole minori siciliane grazie a un finanziamento della Regione per la realizzazione di progetti che possano contribuire ad abbandonare le fonti fossili. Sempre in Sicilia è stato rilevato un neutrino da record, il più ricco di energia mai visto, grazie al telescopio astronomico sottomarino Arca al largo di Portopalo di Capo Passero, e poi ancora il ponte sullo stretto di Messina e in chiusura come sempre alcuni degli articoli pubblicati nell’ultimo mese su Sicilia che Cambia.

Ci sono voluti tre anni ma alla fine la legge regionale sull’agroecologia è diventata operativa. La legge nata grazie a un’iniziativa parlamentare, pur essendo stata approvata a luglio 2021 ha trovato diversi ostacoli lungo il percorso burocratico. Ad esempio, la Corte Costituzionale ha dichiarato illegittime alcune norme della stessa legge, una vieterebbe l’uso di particolari pesticidi già non consentiti dall’agricoltura biologica in spazi pubblici e l’altra richiedeva analisi più dettagliate per alcune merci che vengono importate nell’isola.
La legge fa ben sperare non solo per la salute dell’ambiente, ma anche delle imprese agricole che, se adotteranno tecniche e sistemi produttivi che rispettano la natura e in linea con i principi dell’ecologia, saranno facilitate a ottenere bandi europei e quindi finanziamenti.
Naturalmente non basta che le pratiche adottate siano in linea con i 13 principi dell’agroecologia definiti dall European Association for Agroecology. Il provvedimento di riconoscimento deve basarsi anche su una relazione tecnica aggiornata annualmente con una serie di requisiti. Ve ne elenco solo alcuni.
Il 10% della superficie aziendale deve essere coltivata con specie arboree autoctone, in caso di allevamenti zootecnici almeno il 10% dei capi deve essere costituito da razze autoctone; nelle aziende con allevamenti apistici almeno il 20% delle famiglie delle api deve avere regine appartenenti alla sottospecie Apis mellifera siciliana. In generale una parte della superficie deve essere destinata a colture che favoriscano la presenza di api e altri insetti impollinatori.
A questi requisiti considerati minimi potranno aggiungersi altre pratiche agroecologiche da adottare che permetteranno alle aziende di beneficiare di ulteriori vantaggi. Le pratiche contemplate sono: la conduzione in regime biologico e diversificazione colturale, l’integrazione tra agricoltura e zootecnia, con zootecnia estensiva, l’utilizzo di energie rinnovabili e sistemi di risparmio idrico, il recupero e riuso delle acque reflue, fitodepurazione e smaltimento sostenibile dei rifiuti, la filiera corta, gruppi di acquisto solidale e contratti diretti tra produttori e consumatori, il compostaggio di qualità per i residui colturali e utilizzo di ammendanti organici.
Su Italia che Cambia vi abbiamo più volte parlato dell’importanza di sistemi agroecologici per la risoluzione di problemi complessi e strutturali, come ad esempio nel caso della siccità, in ambito strettamente agricolo e non solo. Ecco che questo risultato può essere un esempio per le altre regioni italiane e l’Europa per comprendere fino in fondo che tutelare il patrimonio naturale non vuol dire non avere a cuore lo sviluppo economico, ma sono necessari strumenti concreti per sostenere gli agricoltori nel processo di transizione ecologica.
Le isole minori siciliane fanno parte del segretariato europeo “Clean Energy for EU Islands” che promuove attraverso vari progetti la decarbonizzazione delle circa 4mila isole minori europee. Nonostante tutte queste isole abbiano accesso a fonti di energia rinnovabili, quasi interamente dipendono dall’energia fossile.
Il 7 febbraio il dipartimento Energia della Regione Sicilia ha pubblicato un bando rivolto alle isole minori per mettere a disposizione 9 milioni da dividere tra tutte le isole minori siciliane. L’obiettivo è realizzare impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili, impianti geotermici, dispositivi di accumulo energetico, in generale opere ed interventi che permettano di staccarsi dalle fonti fossili.
Chiaramente è più che mai necessario virare verso queste scelte, ma allo stesso tempo serve valutare bene su quali scelte investire. Vi porto l’esempio della geotermia. Un tempo l’Italia era la sola nazione al mondo a ricorrere alla geotermia, una fonte di energia rinnovabile che usa il calore terrestre per produrre elettricità o riscaldamento per industria o case. Fu inventata a Larderello nel 1904.
Questa tecnologia è stata ed è al centro di un duro scontro tra chi la considera una fonte energetica per sostituire i combustibili fossili e chi invece sottolinea i rischi per la salute e il forte impatto ambientale. Sintetizzando al massimo le centrali geotermoelettriche sfruttano il calore di (fluidi vettori) acqua o vapore intrappolati nel sottosuolo che fuoriescono in maniera spontanea come nel caso di geyser o soffioni, o in modo artificiale con delle perforazioni meccaniche. Una volta che questi vapori cedono la propria energia termica alle turbine vengono rilasciati nell’atmosfera e contengono una miscela di elementi climalteranti.
Questo è uno degli aspetti critici oltre all’aspetto più propriamente paesaggistico: l’estrazione meccanica (nel caso in cui la fuoriuscita dei vapori non sia spontanea) può provocare una modifica dell’assetto geologico dell’area interessata.
Al di fuori dell’Italia sono nati impianti a ciclo chiuso o binario, in cui tutto il fluido estratto viene reimmesso nel sottosuolo, senza alcuna emissione nell’atmosfera. Esistono esempi del genere negli Stati Uniti, in Germania e in Francia. In Toscana nel 2022 è stato dato il via libera all’impianto di Abbadia San Salvatore sul monte Amiata.
Secondo i sostenitori della geotermia pulita è proprio a queste nuove tecnologie che bisogna guardare, impianti che dimostrino una fattibilità, utilità e rispetto del paesaggio riducendo il rischio minerario. Quindi transizione ecologica sì, ma con buon senso e competenza, sia per la geotermia che per tutti gli altri progetti considerati green che verranno realizzati.
In Sicilia si apre un nuovo scenario nello studio dell’Universo e dell’intera Fisica: un neutrino da record, il più ricco di energia mai visto, è stato catturato dal telescopio astronomico sottomarino Arca che si trova a 3459 metri di profondità al largo di Portopalo di Capo Passero.
La rilevazione è stata eseguita esattamente due anni fa, il 13 febbraio 2023, ma il risultato scientifico è stato comunicato solo la settimana scorsa. Al centro c’è la Sicilia e non solo perché l’osservatorio sottomarino Arca si trova nelle acque dell’isola, ma anche perché a volerlo è stato in particolare l’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (INFN) – Laboratori Nazionali del Sud di Catania. Già dal 1999 l’allora direttore e fondatore degli Lns, il professor Emilio Migneco, spinse per affrontare questa nuova frontiera dello studio della fisica, ottenendo fondi per una collaborazione internazionale dall’Unione europea, dal ministero dell’Università e della Ricerca e della Regione Sicilia.
Ma di cosa stiamo parlando? Le interpretazioni sono tante, per dare e avere un’idea dell’importanza di questa scoperta riportiamo le affermazioni di alcuni degli studiosi coinvolti nella ricerca: «Un’energia così elevata non è semplice da inquadrare nella nostra galassia: si aprono nuovi scenari». «La sfida è comprendere possibili meccanismi che possano averlo generato». «Siamo quasi sicuri che il neutrino non venga dalla nostra galassia, non sappiamo però da quale distanza sia arrivato».
Il neutrino da record rilevato in Sicilia è un tipo di particella sub-atomica ad alta energia che arriva sulla Terra dalle zone più remote del cosmo. Queste particelle non hanno quasi massa e possono attraversare gli ambienti più estremi, come i pianeti e intere galassie, mantenendo intatta la loro struttura. “I neutrini sono tra le particelle elementari più misteriose – ha spiegato la dottoressa Rosa Coniglione –. Sono speciali messaggeri cosmici, che ci forniscono informazioni uniche sui meccanismi coinvolti nei fenomeni più energetici e ci consentono di esplorare gli angoli più remoti dell’Universo”.
I neutrini sono inafferrabili ma, quando interagiscono con altre particelle, possono essere individuati, come nel caso del neutrino ultra-energetico rilevato in Sicilia. “Attraversando l’acqua di mare del tratto di Mediterraneo fra il Canale di Sicilia e lo Ionio a una velocità maggiore di quella che avrebbe la luce nello stesso mezzo, ha innescato un fenomeno noto come effetto Čerenkov – ovvero un effetto di bagliore, una “luce blu” rilevata da Arca”.
Come potete immaginare si aprono letteralmente universi infiniti di fronte a questo nuovo neutrino. L’evento è stato dettagliato in uno studio appena pubblicato sulla rivista Nature, che ha dedicato la copertina del numero della scorsa settimana. Quello che sappiamo per certo è che questo risultato è l’ennesima dimostrazione di come la sinergia tra Università, come luogo di formazione, e gli enti di ricerca come Infn, ovvero istituto nazionale di fisica nucleare, possa portare a risultati di eccellenza a livello mondiale.
Franco Calogero Fazio, direttore generale del Consorzio autostrade siciliane, ha dichiarato poco prima di essere rimosso dall’incarico che “la rete autostradale siciliana non sarà in grado di sopportare l’aggravio di traffico di mezzi pesanti durante la lunga fase di cantiere, né il nuovo traffico di mezzi pesanti e leggeri derivanti dal ponte stesso, una volta costruito”.
A seguito di questa dichiarazione è stato rimosso dal suo incarico. Un comportamento che genera sospetti e sgomento, siamo al punto di non poter esprimere preoccupazioni legittime? Che in Sicilia non ci siano le condizioni per avviare il mega cantiere del Ponte sullo Stretto e le condizioni delle strade e autostrade non siano delle migliori è stato detto più volte, ma fino a che punto si possono affossare verità scomode per chi vede nel ponte la soluzione a tutti i problemi della mobilità siciliana? Per Schifani una cosa è certa, il ponte si farà…
Nelle ultime settimane vi abbiamo raccontato storie di speranza, visione e cambiamento di singole persone e di interi paesi che insegnano che gli ostacoli al cambiamento sono spesso solo nella nostra mente e nei limiti che ci imponiamo.
Lo dimostrano Silvio e Rosaria che hanno cambiato vita a 50 anni, hanno lasciato la città per trasferirsi nel meraviglioso borgo di Montalbano Elicona tra le alture dei Nebrodi. Qui hanno creato una cooperativa e hanno puntato al recupero della coltivazione dei noccioleti abbandonati e sulla trasformazione delle nocciole locali da cui si ricavano creme, biscotti, dessert utilizzati anche nel ristorante dai sapori locali che Silvio ha messo in piedi, un luogo di incontro con il cibo attraverso il quale raccontare il territorio e condividere la vita.
Sono partiti da zero, hanno lavorato, studiato e si sono integrati. Il prossimo obiettivo è lasciare l’attività in mano ai giovani e creare una comunità che sia un contesto di collaborazione, scambio e mutualità che nei paesi di montagna non è sempre facile da attuare.
A proposito di integrazione voglio segnalarvi l’associazione I Girasoli di Mazzarino che propone un modello di accoglienza distante dall’assistenzialismo e da una narrazione che descrive i flussi migratori come emergenza. Un approccio capillare e integrato che offre strumenti concreti per l’autonomia con formazione, orientamento lavorativo e attività culturali che trasforma i migranti in attori attivi delle comunità locali e del tessuto socio-economico.
E sul tessuto socio-economico che ha lavorato molto Giuseppe Ferrarello, sindaco di Gangi. In un clima iniziale di diffuso scetticismo ha puntato a una rivoluzione culturale che promuove il territorio a partire dalle risorse naturali, agricole, zootecniche. Tra i nuovi progetti c’è anche la trasformazione del carcere di massima sicurezza, mai usato, in un bioparco per le farfalle.
Infine vi portiamo tra le meraviglie ambientali, paesaggistiche e storiche della provincia di Siracusa. Castello di Eurialo, Vendicari, Pantalica, Plemmirio sono solo alcuni dei luoghi dove vivere esperienze immersive in natura come quelle proposte da Daniele Vullo, ingegnere, intermediario turistico e facilitatore di Mindfulness e NatureTherapy. Perché ritornare alla natura, e quindi a noi stessi che siamo fatti di natura, è il primo passo per imparare a stare meglio e a sentirci parte attiva e connessa del mondo intorno a noi.
#Agroecologia
Greenplanet – Agroecologia in Sicilia: una nuova era per l’agricoltura sostenibile
Legge Agroecologia
#Geotermia e isole minori
Clean energy for EU islands
TGR Sicilia – Rinnovabili, dalla Regione nove milioni per decarbonizzare le isole minori
Terranauta – Geotermia sul Monte Amiata: eco-insostenibilità di una fonte classificata come “rinnovabile”
#Neutrino cosmico
La Sicilia – Scoperto in Sicilia il neutrino più energetico mai misurato. «Nuovi scenari sullo studio dell’Universo»
Fanpage.it – Cos’è il neutrino che in Sicilia ha innescato la “luce blu”, il fenomeno rilevato al largo di Portopalo
#Ponte
TGR Sicilia – Il direttore del Cas: “Le autostrade non reggono il traffico del Ponte”. Rimosso
#SCC
Italia che Cambia – La storia di Silvio e Rosaria, che a 50 anni hanno cambiato vita trasferendosi a Montalbano Elicona
Italia che Cambia – Con l’associazione I Girasoli l’accoglienza dei migranti è sinonimo di “normalità”
Italia che Cambia – A Gangi il vecchio carcere in disuso si trasforma in un bioparco per le farfalle
Italia che Cambia – A Siracusa esperienze immersive tra mindfulness e NatureTherapy per ritornare alla natura
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