Il prezzo dell’energia, trainato da petrolio e gas, continua a salire. E la guerra è solo una delle motivazioni. C’entra la speculazione delle aziende e dei grandi attori finanziari. Quali ripercussioni hanno questi aumenti? E ha senso cercare altro gas mentre il clima si fa sempre più instabile?
Fa molto caldo. In varie città d’Italia si sono registrate le temperature più alte di sempre, in moltissime quelle più alte a giugno. Ma il fenomeno che ha investito il nostro paese sta riguardando un po’ tutto il mondo ed è una delle tante sfaccettature della crisi climatica. Attraverso vari articoli internazionali ricostruiamo cosa sta succedendo in questi giorni.
L’ondata di caldo anomalo che sta investendo l’Europa sembra avere effetti particolarmente nefasti sul Mar Mediterraneo, che sta accumulando calore e tocca temperature fino a 5° superiori alla media. Anche alle grandi altitudini, tuttavia, la situazione non è delle migliori. Sul Monte Bianco qualche giorno fa si è segnato il record di 10,4°, mentre un nuovo studio mostra come i flussi idrici dell’Himalaya potrebbero essere gravemente compromessi. La situazione è preoccupante, ma cerchiamo anche di capire cosa possiamo fare.
Ieri, domenica 15 maggio, è stato l’Overshoot day 2022 per il nostro paese, ovvero il giorno dell’anno in cui abbiamo virtualmente superato le capacità degli ecosistemi di rigenerare le proprie risorse. Capiamo meglio di cosa si tratta, cosa vuol dire e cosa possiamo imparare da ricorrenze come questa.
Un nuovo studio mostra come l’idrogeno, su cui molti stati stanno investendo un sacco di soldi in ottica di transizione energetica, parrebbe avere un effetto climalterante notevole, se rilasciato in atmosfera. Nel frattempo il governo inglese se ne esce con proposte assurde sugli immigrati e a Shanghai ci sono scenari alla Black Mirror. Ah, forse potremmo essere più vicini a svelare il mistero della materia oscura.
È uscita anche la terza e ultima parte del sesto report Ipcc sulla mitigazione del cambiamento climatico. Che cosa dice? Abbiamo ancora margine di azione? E quali sono le priorità? Intanto l’Ue sembra voler dare un’accelerata sulla moda sostenibile.
Un nuovo studio mostra una correlazione fra grandi incendi e buco dell’ozono. E ogni nuova correlazione che scopriamo rende più evidente che non ha senso cercare soluzioni sintomatiche alla crisi ecologica. Intanto Survival International lancia una campagna per fermare il progetto 30×30 delle Nazioni Unite, che vuole rendere aree protette il 30% della superficie del Pianeta entro il 2030. Scopriamo perché. Parliamo anche del primo Discorso sullo stato dell’Unione di Biden e della legge anti plastica del Regno Unito.
È uscito l’ultimo rapporto dell’Ipcc sulla crisi climatica e le sue conseguenze sulle società umane. Vediamo assieme che cosa dice. Parliamo anche delle diverse strategie energetiche di Italia e Germania in risposta alla crisi del gas russo, della carenza di grano, e degli ultimi aggiornamenti sul conflitto in Ucraina.
Mentre la guerra in Ucraina si fa sempre più probabile – ne parliamo domani – la campagna di eXtinction Rebellion “Ultima Generazione” ottiene il suo primo risultato, un incontro pubblico con il Ministro della Transizione Ecologica Roberto Cingolani per discutere di crisi climatica, degli impegni del nostro paese e delle assemblee cittadine sul clima entro il 2022. Vediamo cosa potrebbe succedere e quali scenari si aprono. Visto che siamo in tema passiamo anche in rassegna le principali notizie sul clima degli ultimi giorni, fra cataclismi e qualche buona notizia.
Il parlamento indonesiano che decide di spostare la capitale del paese, Giacarta, per via (anche) dei cambiamenti climatici, il governo italiano che approva il nuovo nuovo dpcm sul Green Pass, i problemi di Boris Johnson per la festa durante il lock down, la nuova squadra di governo cilena, il disastro ambientale in Perù e la sensazionale scoperta di una barriera corallina intatta nella Polinesia francese. Tante notizie da non perdere, oggi, su Io Non MI Rassegno.
In Europa gli aerei volano semivuoti per via di una legge europea che l’Unione non vuole modificare, causando perdite economiche e danni ambientali inutili. Europa che continua anche a discutere su gas e nucleare all’interno della tassonomia verde. Intanto iniziano a uscire i report climatici sull’anno appena trascorso, che neanche a dirlo, continua sui trend dei precedenti.
Migliaia di migranti bloccati al confine fra Bielorussia e Polonia, con la Polizia polacca che usa i cannoni d’acqua nonostante il freddo pungente. Inghilterra e Francia che rischiano una crisi diplomatica per motivi simili. Se poche migliaia di migranti scatenano reazioni e tensioni fra paesi, cosa pensano di fare i nostri governanti per i 216 milioni di migranti climatici previsti entro il 2050? Intanto gli ecosistemi e il clima continuano a dare segnali critici: Nuova Delhi va in lockdown per le polveri sottili, mentre ci sono alluvioni in Canada e trombe d’aria in Sicilia.
Sono state ultime ore frenetiche alla COP26 sul clima di Glasgow, in cui ondate di sensazioni contrastanti hanno attraversato la sala dell’assemblea plenaria dove erano riuniti i delegati. Frustrazione, entusiasmo, stanchezza, di nuovo frustrazione, speranza, infine un accordo acciuffato in extremis, il Glasgow Climate Pact, che lascia molti insoddisfatti. E che… è piuttosto difficile da commentare, ma ci proveremo!
Svolta alla COP26: Usa e Cina in una dichiarazione congiunta annunciano un accordo sul clima. Il contenuto dell’accordo? Poca cosa, ma il valore simbolico e politico del gesto resta importante. Intanto il nostro paese annuncia l’adesione al BOGA, il trattato che mette fine a petrolio e gas, ma solo come “amico”. E Xi Jinping, in Cina, viene incoronato dal Partito comunista cinese come un grande della storia.
La Cina è il grande spauracchio per quanto riguarda le emissioni di CO2. Il grande inquinatore globale, il paese che non si presenta alla COP26. Ma è davvero così? Un’intervista del Guardian a un funzionario e responsabile della strategia di decarbonizzazione cinese mostra una realtà piuttosto diversa. Intanto Xi Jinping è impegnato nella sesta assemblea plenaria del Partito comunista cinese, dove ha intenzione nientemeno che di riscrivere la storia.
I leader mondiali sono volati a Glasgow per partecipare alla Cop26 sul clima. La lotta al cambiamento climatico è diventata centrale nelle agende politiche di molti governi, ma cosa possiamo aspettarci da questo incontro? E come ci arriviamo dal punto di vista climatico, politico e sociale? Ne parliamo in questa prima puntata della seconda stagione di Io Non Mi Rassegno!
Spesso si parla dei giovani nella maniera più stereotipata possibile: «Non hanno voglia di fare nulla, sono tutti narcotizzati, non si interessano a nulla» e via dicendo, con giudizi e pregiudizi di ogni tipo. Siamo sicuri che sia davvero così? Italia che Cambia ha sostenuto attivamente un tentativo di narrazione diversa: quella del regista e sceneggiatore Ezio Maisto, che con il suo nuovo documentario “Ragazzi Irresponsabili” si è posto l’obiettivo di scoprire le storie dei ragazzi che in Italia seguono l’esempio di Greta Thunberg e organizzano i Fridays For Future, gli scioperi della scuola per il clima.
Insieme a lui cercheremo di capire se è possibile un’altra narrazione riguardo i giovani e gli adolescenti di oggi in Italia, con un occhio particolare al tema dei cambiamenti climatici e alle possibili azioni che, a partire da alcune storie raccontate nel documentario, possono contribuire a contrastare un fenomeno che ci sembra più grande di noi.
Redazione
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28 Ottobre 2020