Il Sudan sta affrontando la peggiore crisi umanitaria al mondo
Secondo le ONG e le Nazioni Unite il Sudan si trova in una situazione estremamente critica, con spostamenti forzati su larga scala, fame e attacchi ai campi profughi.

Dopo due anni di guerra civile il Sudan sta affrontando la più grave crisi umanitaria al mondo. Il conflitto, iniziato nell’aprile 2023 tra l’esercito sudanese e le Forze di Supporto Rapido (RSF), ha causato decine di migliaia di morti e lo sfollamento di quasi 13 milioni di persone, di cui 4 milioni hanno cercato rifugio nei Paesi vicini.
Le Rapid Support Forces sono un’unità paramilitare sudanese: originariamente create nel 2013 come una milizia di supporto alle forze governative per combattere i gruppi ribelli nel Darfur, si sono evolute in una delle principali forze militari nel paese, con un enorme potere e influenza politica.
Oggi quasi la metà dei 51 milioni di abitanti del Sudan soffre di grave insicurezza alimentare: in regioni come il Darfur è già stato dichiarato lo stato di carestia. Recenti attacchi delle RSF a El Fasher, che ospita migliaia di sfollati e diversi campi profughi nei dintorni, hanno provocato oltre 400 morti civili e ulteriori spostamenti di massa. L’area è al centro di una crisi umanitaria acuta, con carenza di cibo, acqua, cure mediche e sicurezza.
Entrambe le fazioni in guerra sono accusate di crimini di guerra, tra cui genocidio e violenze sessuali, specialmente contro gruppi etnici nel Darfur. La risposta internazionale è stata limitata, probabilmente oscurata da altri conflitti globali, il che ha portato a forti critiche da parte delle agenzie umanitarie.
Nonostante gli avvertimenti ripetuti, l’inazione globale continua ad aggravare il collasso umanitario del Sudan. Occorre un impegno congiunto da parte di governi, organizzazioni internazionali e ONG per fermare la violenza e porre le basi per una pace duratura in Sudan.
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