Sicilia: più acqua negli invasi, ma vengono svuotati perché non collaudati
La beffa degli svasi. Gli invasi non sono autorizzati per il collaudo al volume massimo, quindi parte dell’acqua accumulata con le ultime piogge viene svasata. La crisi idrica in Sicilia è legata a doppia mandata anche a problemi infrastrutturali e gestionali che limitano l’efficienza degli invasi esistenti.

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In Sicilia torna l’acqua. Gli invasi dell’isola hanno attualmente una maggiore quantità d’acqua rispetto al periodo di crisi idrica dello scorso anno. Secondo i dati pubblicati dalla Regione Sicilia, al 13 marzo 2025 le dighe siciliane contengono complessivamente 345 milioni di metri cubi d’acqua, con un incremento del 15% – pari a 46 milioni di metri cubi – rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.
Questo aumento è attribuibile alle recenti precipitazioni che hanno interessato l’isola e che hanno contribuito a ristabilire i livelli degli invasi come al periodo precedente alla crisi idrica. Questa inversione di tendenza era già stata osservata a febbraio, dopo le piogge che avevano colpito la Sicilia nel mese precedente.
Tuttavia, nonostante l’aumento delle riserve idriche, permangono criticità legate alla gestione degli invasi. In alcuni casi le dighe non sono autorizzate a contenere l’intera capacità d’acqua accumulata, rendendo necessario lo svaso di parte delle risorse idriche per motivi di sicurezza. Queste limitazioni compromettono la gestione delle risorse idriche, soprattutto in periodi di siccità.
Le dighe devono essere sottoposte a specifici collaudi statici e funzionali per garantire la loro sicurezza e idoneità all’invaso dell’acqua. Il mancato collaudo di alcune dighe siciliane è dovuto a diversi fattori, tra cui problemi burocratici, mancanza di fondi, difetti costruttivi e normative più restrittive intervenute dopo la loro realizzazione.
Alcune dighe, come la Diga Trinità, sono state costruite prima che entrassero in vigore le normative più stringenti in materia di sicurezza idraulica, mentre la Diga Don Sturzo ha limitazioni dovute a problemi progettuali che ne impediscono il riempimento completo. Altre invece si trovano in zone ad alto rischio sismico, il che aumenta la necessità di verifiche strutturali approfondite. Anche la Diga Pozzillo, sul fiume Simeto, potrebbe contenere fino a 150,5 milioni di metri cubi d’acqua, ma a causa di restrizioni operative, non è autorizzata a raggiungere la sua piena capacità.
Gli invasi siciliani, quindi, hanno recuperato e superato i livelli d’acqua precedenti la crisi e questa è una buona notizia, ma è fondamentale proseguire con interventi strutturali e soprattutto pianificare una gestione efficiente delle risorse per garantire la sostenibilità idrica a lungo termine.
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