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10:35 15 Aprile 2025 | Tempo lettura: 3 minuti

L’Italia è uno dei tre paesi promotori del nuovo piano europeo sul nucleare

Lo scorso 9 aprile il vicepresidente della Commissione europea con delega alla strategia industriale, Stéphane Séjourné, ha ufficializzato il lancio di un Progetto Importante di Comune Interesse Europeo (IPCEI) focalizzato sullo sviluppo e l’innovazione nel campo dell’energia nucleare.

Autore: Redazione
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nucleare

L’Italia ha stretto accordi di collaborazione con Francia e Romania nel settore dell’energia nucleare che si inseriscono in un più ampio contesto di cooperazione europea per lo sviluppo di tecnologie nucleari avanzate, o più semplicemente il nuovo piano europeo sul nucleare.

Nel novembre 2023 Ansaldo Energia, un’azienda genovese specializzata in impianti per la produzione di energia, e l’Associazione Italiana Nucleare hanno sottoscritto un protocollo di cooperazione con Électricité de France (EDF), principale utility elettrica francese, e con Gifen, il cluster industriale nucleare della Francia.

L’azienda ha inoltre siglato un accordo tra l’Associazione Italiana Nucleare e il Romanian Atomic Forum, a supporto del programma nucleare romeno, in particolare per il rinnovamento dell’Unità 1 della centrale di Cernavoda, con il coinvolgimento di Ansaldo Nucleare e partner locali. In questa fase, sono previste sinergie operative tra imprese italiane – coordinate da Ansaldo Nucleare – e operatori industriali romeni.

Sempre nel 2023, nell’ambito della European Industrial Alliance on Small Modular Reactors, un’iniziativa della Commissione europea dedicata allo sviluppo di piccoli reattori modulari, è stato selezionato il progetto ALFRED, presentato da Ansaldo Energia. Il progetto, realizzato in collaborazione con ENEA, l’agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile), RATEN, l’Istituto di ricerca rumeno per il nucleare e SCK-CEN, centro belga di ricerca nucleare, prevede la progettazione e realizzazione di un reattore veloce modulare di quarta generazione raffreddato a piombo. Il sistema è concepito per il riutilizzo del combustibile esaurito e per la cogenerazione di elettricità e calore. L’entrata in esercizio del primo prototipo è stimata intorno al 2040.

L’obiettivo dell’IPCEI è soprattutto rafforzare una filiera industriale europea del nucleare, riducendo la dipendenza da Paesi extra-UE. In generale nell’Unione Europea vigono standard elevati di sicurezza in questo settore, concordati attraverso il trattato Euratom e direttive specifiche che impongono agli Stati membri di adottare quadri normativi nazionali rigorosi. Le centrali europee sono soggette a ispezioni regolari e a piani d’azione nazionali.

La gestione delle scorie radioattive rimane una sfida significativa. Sebbene l’UE promuova pratiche di smaltimento sicure, la questione dello stoccaggio a lungo termine dei rifiuti nucleari è ancora oggetto di dibattito. Inoltre, la classificazione dell’energia nucleare come “sostenibile” nella tassonomia verde dell’UE ha suscitato molte controversie.

È importante specificare che l’Italia non ha ancora deciso di costruire nuove centrali nucleari sul proprio territorio, ma sta preparando il terreno tecnologico e industriale per poterlo eventualmente fare in futuro. Gli accordi indicano una riapertura verso il nucleare, almeno come ricerca, sviluppo e cooperazione internazionale.

Questi accordi mirano anche a garantire un uso sicuro e responsabile dell’energia nucleare, tuttavia è essenziale affrontare le preoccupazioni legate alla sicurezza e alla gestione dei rifiuti. Un dialogo continuo e informato tra le istituzioni, gli esperti e la cittadinanza è fondamentale per orientarsi tra le complessità e le opportunità associate all’energia nucleare in Europa.

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