Il Messico vieta la coltivazione di mais geneticamente modificato per tutelare le specie autoctone
Il Messico inserisce in Costituzione il divieto di coltivazione del mais transgenico per proteggere il proprio patrimonio agricolo e culturale, nonostante le potenziali implicazioni economiche e commerciali derivanti da questa decisione.

In Messico è stata recentemente approvata una riforma costituzionale che vieta la coltivazione di mais geneticamente modificato nel Paese. Questa decisione, promossa dalla presidentessa Claudia Sheinbaum, è passata alla Camera dei Deputati con 382 voti a favore e 88 contrari. L’obiettivo è tutelare le varietà native di mais, considerate un importante elemento di identità nazionale, e salvaguardare la biodiversità, la sovranità alimentare e le conoscenze tradizionali.
La riforma arriva dopo che un panel di risoluzione delle controversie commerciali, istituito nell’ambito dell’Accordo Stati Uniti-Messico-Canada, ha stabilito che le precedenti restrizioni del Messico sulle importazioni di granoturco geneticamente modificato dagli Stati Uniti violavano l’accordo commerciale. Di conseguenza, il Messico ha dovuto revocare tali restrizioni, ma ha deciso di mantenere il divieto interno alla coltivazione di mais geneticamente modificato per prevenire la contaminazione delle varietà native.
Questa misura potrebbe riaccendere le tensioni con gli Stati Uniti, principali fornitori di mais giallo geneticamente modificato, utilizzato principalmente per l’alimentazione del bestiame in Messico. Analisti avvertono che l’insistenza del Messico nel vietare la coltivazione di mais geneticamente modificato potrebbe portare a misure di ritorsione da parte del governo statunitense.
È una buona notizia per gli ecosistemi e la biodiversità: il divieto di coltivazione del mais transgenico in Messico aiuta a proteggere la diversità biologica, in particolare le varietà autoctone di mais, che rischiano di essere contaminate dal polline delle colture OGM. Inoltre, sostiene l’agricoltura tradizionale e la sovranità alimentare, riducendo la dipendenza dai grandi colossi agroindustriali.
I vantaggi riguardano anche la salute del suolo e degli ecosistemi locali, poiché molte colture OGM sono associate all’uso intensivo di pesticidi come il glifosato, che può avere impatti negativi sulla fauna e sulla qualità dell’acqua.
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