La crisi climatica nella trappola della “spirale del silenzio”: siamo tutti d’accordo, ma pensiamo di no
In tutto il mondo milioni di persone chiedono a gran voce un’azione decisa contro la crisi climatica. O meglio: la chiederebbero, se sapessero di non essere sole, ma anzi una maggioranza silenziosa. La nuova ricerca internazionale.

Una nuova ricerca, partita all’Università di Bonn, in Germania, da un obiettivo semplice, ha portato a un risultato sorprendente. La professoressa Teodora Boneva che ha condotto il progetto ha spiegato: «Volevamo fare la differenza nel mondo, così ci siamo chiesti. Come scienziati sociali ed economisti che tipo di ricerca possiamo fare?»
Ha preso corpo un enorme sondaggio globale che ha rivelato che tantissime persone, in tutto il mondo, sono unite nel desiderio di agire contro la crisi climatica, ma rimangono una maggioranza silenziosa, perché credono erroneamente che solo una minoranza condivida le loro opinioni.
L’esperimento ha mostrato che molte persone sottovalutano il supporto della collettività all’azione climatica. Secondo i ricercatori, questa “spirale del silenzio” – in cui le persone evitano di esporsi perché convinte di essere in minoranza – sta limitando la mobilitazione collettiva.
Correggere questa percezione attraverso campagne di comunicazione semplici e accessibili, potrebbe attivare un vasto movimento globale. Anthony Leiserowitz, ricercatore all’università di Yale, ha affermato che «il sostegno alla causa c’è già: serve solo renderlo visibile». Questa maggioranza silenziosa deve uscire allo scoperto.
Decenni di ricerche psicologiche dimostrano che modificare questi fraintendimenti può radicalmente cambiare le opinioni delle persone su molti temi, dalla partecipazione alle proteste al voto per Donald Trump: «Siamo seduti sopra un potenziale enorme per un movimento climatico», ha aggiunto il professor Leiserowitz. «Non è ancora stato attivato o catalizzato. Ma quando si superano queste distorsioni percettive, si aiuta le persone a capire che non sono sole e che esiste davvero un movimento globale».
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