Extinction Rebellion ha protestato contro l’ipocrisia di alcuni capi di Stato durante i funerali del Papa
Sabato 26 e domenica 27 aprile gli attivisti di Extinction Rebellion hanno protestato contro l’ipocrisia di alcuni capi di Stato venuti a omaggiare Papa Francesco nel giorno dei suoi funerali.

Sono state 182 le delegazioni straniere arrivate a Roma sabato 26 aprile per celebrare i funerali di Papa Francesco. Trump, Macron, Zelensky, Lula, sono alcuni dei capi di Stato presenti insieme a reali e autorità. Una sfilata che non è passata inosservate – alcune immagini resteranno nella storia come il mini summit tra Trump e Zelensky – e che agli occhi degli attivisti di Extinction Rebellion, e non solo, si è trasformata in un grottesco teatro politico.
E proprio nel giorno del funerale, il gruppo ambientalista ha voluto rendere omaggio a Papa Bergoglio, vicino alle istanze ecologiste, con uno striscione apparso nella mattinata di sabato nelle arcate del Colosseo con la scritta «Disarmare la Terra». Una frase che il Papa aveva usato più volte e ribadito anche nella lettera inviata al Corriere della Sera il 14 marzo scorso.
«Srotoliamo questo striscione in un luogo che per secoli è stato simbolo del potere imperiale, per denunciare l’ipocrisia di capi di Stato, ministri ed esponenti di partito che in questi giorni stanno celebrando il messaggio di Bergoglio, messaggio che hanno ignorato se non ostacolato finché lui era in vita», denuncia Alba, tra i protagonisti dell’azione al Colosseo.
Dopo poco meno di ventiquattro ore un nuovo striscione è comparso a Ponte Vittorio Emanuele vicino San Pietro con la scritta «Difendere la Terra, non i confini», sempre per ribadire l’ipocrisia di ministri e capi di Stati arrivati a Roma per «celebrare un uomo che hanno oltraggiato con politiche estrattiviste e anti-migratorie». Una protesta rivolta in particolare contro il governo italiano e quello statunitense.
«In un mondo dilaniato dagli effetti del collasso climatico, che sta portando ad un aumento drammatico del numero di persone costrette a migrare e ad abbandonare la loro terra, difendere la Terra è ciò di cui abbiamo bisogno. Non un’egoista e miope chiusura dei confini», ha sottolineato Beatrice, un’attivista di Extinction Rebellion.
Una protesta nel segno di Papa Francesco: gli stessi attivisti dicono di aver agito in sintonia con le richieste di Bergoglio di «Fare chiasso” perché il futuro si costruisce oggi», rivolte a una delegazione di giovani impegnati nella lotta alla crisi climatica. «E allora sì, facciamo chiasso. Perché la coerenza vale più della sobrietà, e il futuro ha bisogno di rumore», si legge in una nota di Extinction Rebellion. La Primavera Rumorosa è appena iniziata.
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