Cibo di lusso, Ultima Generazione protesta davanti il ristorante di Cracco a Milano

Ieri, 19 marzo, a Milano cinque persone aderenti alla campagna Il Giusto Prezzo di Ultima Generazione hanno manifestato davanti al Ristorante Cracco all’interno della Galleria Vittorio Emanuele II, contro chi ha il privilegio di pagare il conto di una cena che vale la spesa mensile di una famiglia italiana. I manifestanti sono stati tutti denunciati dalle forze dell’ordine. Nei venti minuti di manifestazione hanno puntato l’attenzione sul 57% degli italiani che fa fatica ad arrivare a fine mese, lavoratori, studenti, genitori, pensionati che non riescono a far quadrare i conti. Una disuguaglianza frutto di politiche mirate alla massimizzazione dei profitti, dalla casa, al cibo, al lavoro. 

I manifestanti di Ultima Generazione hanno scelto di ritrovarsi davanti a uno dei luoghi simbolo di cibo di lusso e opulenza per ricordare che al di fuori dei salotti benestanti, c’è anche un altro paese. La richiesta che fanno a Carlo Cracco è semplice: aprire le porte del suo ristorante ogni giovedì, offrendo pasti gratuiti a persone al di fuori della sua clientela abituale. Un gesto concreto per sostenere chi sta affrontando difficoltà, dimostrando che la buona cucina può essere anche un atto di solidarietà.

Ultima Generazione è un movimento di disobbedienza civile nonviolenta che denuncia l’inazione politica di fronte alla crisi climatica ed ecologica. Nato in Italia, fa parte della rete internazionale A22 e organizza azioni dimostrative ad alto impatto mediatico — come blocchi stradali, imbrattamenti simbolici o occupazioni — per attirare l’attenzione sull’emergenza climatica e chiedere misure immediate per ridurre le emissioni e garantire giustizia ambientale.

Con la campagna “Il Giusto Prezzo”, Ultima Generazione punta l’attenzione sugli eventi climatici estremi che distruggono i raccolti, le case, le vite e i piccoli agricoltori schiacciati da prezzi imposti, debiti e regole scritte per avvantaggiare solo la grande distribuzione organizzata, l’agribusiness e i manager delle multinazionali. Chiede di proteggere i raccolti promuovendo una transizione verso un nuovo sistema agricolo, di intervenire con un giusto prezzo del cibo, equo per chi compra e per chi produce, e di usare gli extraprofitti della finanza e delle multinazionali del cibo e dell’industria del fossile per finanziare questa transizione.