Carburanti, al via la riforma delle accise: stop al trattamento di favore per il gasolio
Il governo avvia la riforma delle accise su gasolio e benzina, eliminando il vantaggio fiscale al diesel più inquinante. Le risorse generate saranno destinate al trasporto pubblico locale.

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Il governo ha approvato un decreto di riordino delle accise su gasolio e benzina che introduce un principio atteso da tempo: l’allineamento della tassazione dei carburanti alle loro emissioni climalteranti. Una misura che segna un passo avanti nella direzione della transizione ecologica e della rimozione dei cosiddetti sussidi ambientalmente dannosi.
Come sottolineato su Domani da Edoardo Zanchini, la riforma punta a superare una distorsione storica del sistema fiscale italiano, che finora ha garantito un’aliquota più bassa al gasolio rispetto alla benzina, nonostante il primo abbia un impatto ambientale più elevato. Una scelta originariamente pensata per sostenere settori produttivi come l’autotrasporto e l’agricoltura, ma che nel tempo è stata estesa anche ai veicoli diesel privati, di fatto incentivando l’uso di combustibili più inquinanti.
Il nuovo decreto rappresenta quindi un intervento strutturale che risponde anche agli impegni assunti con la Commissione europea nell’ambito del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR). La riforma sarà attuata in modo graduale, nell’arco di cinque anni, in linea con le proposte avanzate da diverse associazioni ambientaliste.
Attualmente, l’accisa sulla benzina è pari a 72,8 centesimi al litro, mentre quella sul gasolio si ferma a 61,7 centesimi. Il nuovo assetto fiscale prevede una graduale convergenza verso un’aliquota unica di 67,25 centesimi al litro, riducendo così l’attuale divario di 11,1 centesimi tra i due carburanti.
Sebbene la misura sia strutturata in modo equilibrato, l’effetto sul gettito complessivo sarà significativo, poiché il consumo di gasolio in Italia è nettamente superiore rispetto a quello della benzina. Secondo i dati Unem, nel 2024 sono stati distribuiti circa 28,8 miliardi di litri di gasolio contro 12,3 miliardi di litri di benzina.
Ogni centesimo di modifica dell’accisa si traduce in circa 165 milioni di euro all’anno di maggiori entrate per l’erario. A regime, l’intervento dovrebbe garantire un gettito aggiuntivo di circa 1,1 miliardi di euro l’anno. Le risorse verranno destinate principalmente al Fondo nazionale per il trasporto pubblico locale, in particolare per il rinnovo contrattuale degli autoferrotranvieri (che assorbirà circa la metà delle nuove entrate), oltre che al fondo per l’attuazione della delega fiscale.
Una scelta in linea con gli obiettivi di riduzione delle emissioni nel settore della mobilità e coerente con le richieste avanzate da tempo da molte realtà ambientaliste. Tuttavia, secondo alcuni osservatori, l’ammontare previsto rischia di essere insufficiente per un reale rilancio del sistema, che richiederebbe investimenti ben più strutturali e continuativi, soprattutto in vista della necessaria transizione verso modelli di mobilità sostenibile.
Resteranno invece in vigore le agevolazioni per il gasolio agricolo e per i biocarburanti, che continueranno a beneficiare di un’aliquota ridotta.
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