Attivisti e giornalisti filo-palestinesi arrestati e perquisiti in UK
In Uk per gli attivisti e i giornalisti filo-palestinesi non è un buon momento. Chi si dimostra infatti favorevole alla resistenza palestinese viene perquisito e incarcerato.

Ultimamente nel Regno Unito chi dichiara il proprio sostegno per la resistenza palestinese rischia di essere arrestato, perquisito e incarcerato. È successo al giornalista Craig Murray, attivista per i diritti umani ed ex diplomatico di Sua Maestà, a cui di ritorno da un incontro con lo staff di WikiLeaks in Islanda hanno sequestrato pc e cellulare. Il rapporto con Assange non sembra essere il vero problema.
La lobby sionista in UK tiene sotto controllo alcuni attivisti, tra questi c’è anche Murray, e sapeva che il giornalista aveva assistito a una manifestazione pro-Palestina mentre era in Islanda. Qualcosa di simile è accaduto con il giornalista pro-palestinese Richard Medhurst, arrestato nell’agosto 2024 per i suoi post – segnalati da qualcuno alla polizia come apologia del terrorismo – favorevoli alla resistenza palestinese.
Qualche settimana dopo è toccato alla giornalista Sarah Wilkinson a cui sono stati sequestrati passaporto e pc. Agli arresti domiciliari, rischia 14 anni di galera per i suoi articoli a sostegno della lotta palestinese. Qualche settimana dopo è stata la volta del giornalista Asa Winstanley, vice capo redattore del portale filo-palestinese Intifada Elettronica. I suoi scritti pro-resistenza palestinese sono stati denunciati alla polizia come apologia del terrorismo.
Il Terrorism Act, la legge draconiana del 2000 che criminalizza qualsiasi sostegno a organizzazioni proscritte, cita gruppi realmente terroristi come al-Qaida e ISIS (nei Paesi musulmani), Boko Haram (in Nigeria) o al-Shabaab (in Somalia), ma dal 2019 ha aggiunto anche gruppi armati, come Hezbollah e Hamas, che si oppongono alle occupazioni israeliane senza per questo invadere i loro territori.
Per via della Sezione 12 del Terrorism Act, nel Regno Unito è diventato proibito parlare favorevolmente di Hezbollah o di Hamas e della resistenza palestinese in genere. Questo spiegherebbe gli arresti e le perquisizioni dei giornalisti britannici che sostengono il diritto dei palestinesi a difendersi.
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