Allevamenti intensivi: nella “valle dei polli” preoccupazioni sulla salute pubblica
Nelle Marche, secondo un rapporto dell’ISDE, Medici per l’Ambiente, la densità di animali d’allevamento in questa zona è particolarmente elevata. Per questo ISDE sottolinea la necessità di una revisione complessiva degli effetti e dei rischi associati a questi allevamenti intensivi, raccomandando controlli più accurati e continui da parte delle autorità pubbliche, superando l’attuale sistema di autocontrollo da parte dei gestori degli allevamenti.

Un recente rapporto dell’Associazione Italiana Medici per l’Ambiente, ISDE, ha evidenziato una crescita significativa degli allevamenti intensivi nella provincia di Ancona, per questo soprannominata “la valle dei polli”. Dal 2016 a oggi, infatti, il numero di aziende zootecniche è aumentato del 50%, passando da 100 a 150, mentre il numero di capi è salito da 1,8 a 3 milioni, registrando un incremento del 60%.
Questa densità di allevamenti, con circa 1.640 animali per chilometro quadrato, solleva preoccupazioni riguardo al benessere animale, all’impatto ambientale e alla qualità della vita dei residenti. La cittadinanza locale ha denunciato da tempo i problemi legati alle emissioni di ammoniaca e ai cattivi odori provenienti dagli allevamenti.
Inoltre, all’interno del report di ISDE si pone l’accento sulla necessità di una maggiore vigilanza da parte degli enti pubblici e sull’applicazione dei principi di precauzione e prevenzione per tutelare la salute dei cittadini e l’ambiente. La relazione sottolinea la scarsa trasparenza delle autorità nel monitorare e comunicare gli impatti ambientali di queste attività, ma non affronta però il tema del benessere animale.
Nonostante le normative esistenti volte a tutelare gli animali, le criticità degli allevamenti intensivi possono presentare criticità significative anche sotto questo profilo a causa di spazi ristretti, sovraffollamento e limitata possibilità di esprimere comportamenti naturali. Se la densità nella “valle dei polli”, come risulta dal report, è piuttosto elevata, quindi, sarebbe opportuna un’indagine approfondita per verificare se gli allevamenti rispettano le norme di benessere animale o se si tratta di un caso di sovraffollamento critico.
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