Storica decisione della Corte Suprema brasiliana: terreni sequestrati per chi devasta l’Amazzonia
Svolta epocale in Brasile: i terreni appartenenti a chi è ritenuto responsabile di deforestazione illegale e incendi dolosi saranno confiscati. La misura mira a contrastare i crimini ambientali che continuano a devastare l’Amazzonia e ad aggravare la crisi climatica globale.

La Corte Suprema del Brasile ha appena emesso una sentenza storica: ora il governo federale confischerà le proprietà private i cui titolari siano stati riconosciuti colpevoli di deforestazione illegale o incendi dolosi. La decisione, resa pubblica il 28 aprile 2025 dal giudice Flávio Dino, vieta anche la regolarizzazione fondiaria per tali terreni, pratica che in passato ha incentivato la distruzione ambientale, specialmente nella foresta amazzonica. Le autorità dovranno inoltre richiedere risarcimenti ai responsabili e la sentenza si applica anche a casi passati.
Il caso è nato da una petizione del partito Rede Sustentabilidade, sostenuta da diverse organizzazioni ambientaliste, che chiedeva maggiore protezione per l’Amazzonia e il Pantanal, regioni gravemente colpite da disastri ambientali di origine antropica dal 2020. Diversi esperti ambientali hanno accolto favorevolmente la decisione, considerandola un punto di svolta nella lotta contro la deforestazione illegale.
Questa sentenza costituisce un passo significativo nella tutela dell’Amazzonia, la cui applicazione immediata potrebbe avere un impatto significativo sulla conservazione della foresta pluviale. Una riforma importante e coraggiosa che mira a colpire uno dei meccanismi che incentivavano la deforestazione illegale, ossia la possibilità di legalizzare terre ottenute con incendi o abbattimenti illeciti, e rafforza la tutela ambientale, soprattutto dell’Amazzonia. Inoltre, l’obbligo di risarcimento ai danni ambientali rende più concreto il principio che chi inquina paga.
In Brasile la deforestazione e gli incendi sono problemi gravi e profondamente radicati. Tra le cause principali della distruzione dell’Amazzonia c’è proprio la regolarizzazione delle terre, che spesso incentiva ulteriori abbattimenti. Le conseguenze di questo fenomeno non si sono mai limitate al Sudamerica, ma hanno avuto un impatto globale.
L’Amazzonia svolge un ruolo cruciale come “serbatoio di carbonio”: i suoi alberi assorbono grandi quantità di anidride carbonica, contribuendo così a contrastare il cambiamento climatico. Nel 2024 gli incendi vegetazionali in Brasile hanno devastato oltre 308.000 chilometri quadrati di territorio, una superficie più vasta dell’intera Italia.
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