7 Feb 2020

La Scuola di sviluppo Transpersonale a due anni dall’arrivo in Italia

Sviluppo interiore, benessere integrale, tra formazione professionale, crescita personale e spiritualità. A qualche anno dalla nascita della Scuola di Sviluppo Transpersonale in Italia, abbiamo intervistato Carolina Oro, direttrice della scuola.

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Abbiamo avuto modo negli scorsi due anni di conoscere la Scuola di Sviluppo Transpersonale approfondendone la visione e l’approccio attraverso un blog dedicato sul nostro giornale: “La via d’uscita è dentro”, ma nel ripercorrere cosa è accaduto in questo tempo, iniziamo da ciò che è successo ancora prima, dalla nascita dell’idea che non vi abbiamo mai raccontato.

Ne abbiamo parlato con Carolina Oro, oggi direttrice della Scuola di Sviluppo Transpersonale Italia. Il progetto di creazione della scuola in Italia parte infatti proprio da lei, quando, a luglio 2017, vive a Kayzen, nella sede centrale di Madrid un’esperienza di profonda trasformazione durante l’incontro di pratica della formazione in facilitazione dello sviluppo transpersonale che aveva intrapreso qualche anno prima. Mossa dall’energia di quell’incontro, in un cerchio di condivisione con José Maria Doria, fondatore della Scuola in Spagna, qualcosa la spinge, senza averlo ponderato prima, ad alzare la mano e a chiedere se fosse possibile creare una realtà simile in Italia. Un’azione istintiva, non mediata, potente, che arriva e trova accoglienza. Da quell’incontro Carolina torna determinata ad aprire una succursale della scuola, così come avvenuto in Portogallo, Messico, Colombia, Cile, sostenuta dai fondatori dell’EDT (Escuela de Desarrollo Transpersonal).

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Carolina Oro

Carolina era all’epoca vicepresidente e fondatrice del Centro Olistico del Casentino “La Via dell’Albero”, argentina d’origine e da anni in Italia, con una laurea in psicologia alle spalle, conduceva cerchi di donne e gruppi come facilitatrice di Biodanza Sistema Rolando Toro. La promozione dello sviluppo interiore e del benessere integrale era già un elemento importante della sua vita, ma è a Kayzen che trova qualcosa che crea “un prima e un dopo”:

«Andando lì mi aspettavo di sperimentare una spiritualità molto simile a quella che avevo studiato, letto, un certo dogmatismo spirituale al quale allora mi sentivo mentalmente in parte di aderire. Invece mi sono trovata a fare un’esperienza molto umanizzante, dove mi hanno aiutata a integrare gli aspetti di me che ritenevo meno belli, meno attraenti, aspetti “ombra”. Questa è stata per me una profonda svolta perché mi ha fatto capire veramente cosa si intende per spiritualità incarnata e per integrazione mente-corpo-spirito, parole che usiamo spesso abitualmente senza comprenderne profondamente il senso. Ho fatto esperienza della spiritualità in maniera diversa, con una grandissima professionalità da parte dei facilitatori e dei docenti. Con grande spazio per la pratica contemplativa, ma anche per l’espressione, per la ricerca e l’esplorazione degli aspetti identitari, della personalità. Mi ha colpito anche molto l’accoglienza della diversità, il pluralismo, questo senso di orizzontalità pur in un contesto dove si lavora molto sulla verticalità. Ho sentito una grande risonanza con la profonda vocazione delle persone che ci lavoravano, un accompagnare gli altri da uno spazio di immensa compassione. E ho trovato una grande risonanza anche con il modello che fino ad allora con “La via dell’Albero” avevamo cercato di incarnare».

Ed è proprio in quel contesto che Carolina inizia a condividere la propria esperienza, la propria scoperta e il proprio sogno, con un gruppo di donne, amiche, colleghe, con esperienze diverse e comuni obiettivi.

«Mi sono attivata per creare un team della scuola perché da sola non è un’impresa da portare avanti e poi era da condividere. È iniziato un processo di formazione delle persone, di traduzione dei testi, per trovare le nostre modalità, costruire il team e creare ponti con la Spagna. Il processo di formazione è destinato a continuare finché non avremo completato tutto il ventaglio di possibilità che la scuola spagnola offre, un’offerta ampia, essendo già 15 anni che lavora nella formazione.

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La presentazione della Scuola di Sviluppo Transpersonale, Carolina Oro e José Maria Doria

Ufficialmente la scuola di Sviluppo Transpersonale Italia è stata inaugurata a luglio 2018 con una conferenza in Casentino di José Maria Doria. A ottobre 2018 è partito il primo gruppo di allievi con le formazioni principali in mindfulness transpersonale e sviluppo transpersonale che è un percorso potenzialmente triennale che si conclude, per chi desidera farlo tutto, con il riconoscimento come counselor ad orientamento transpersonale.

Essendo una scuola che nasce con un duplice scopo, quello di creare opportunità di profonda crescita interiore, ma anche di formare professionisti, il primo anno dei nostri percorsi è anche di crescita personale, sono percorsi aperti anche a persone che non necessariamente vogliono diventare facilitatori o counselor.

C’è stata poi un’altra sessione di inizio corsi ad aprile dell’anno scorso, i primi intensivi di pratica, i primi allievi che hanno concluso il loro anno di formazione. Abbiamo avuto riscontri molto positivi da parte di tutti gli allievi che hanno sentito di aver veramente fatto delle trasformazioni importanti a livello esistenziale. In molti, pur partendo da esigenze non professionali, hanno deciso di proseguire, tanto che siamo già attivi anche con il secondo anno in sviluppo transpersonale, e altri hanno deciso di intraprendere altri percorsi. Da ottobre 2019 abbiamo, tra l’altro, attivato anche le formazioni in facilitazione di cerchi di donne e in mindfulness nei contesti educativi, che si rivolge sia a educatori che genitori e a chiunque abbia interesse sul tema. Ma sopratutto abbiamo avuto conferma che il lavoro fatto e quella prima chiamata a portare la scuola transpersonale in Italia era una vocazione profonda non solo mia, ma di tutto il team di facilitatrici.

A marzo e aprile saranno aperte le iscrizioni per la prima sessione 2020 di tutti i nostri percorsi e un’altra novità di questo nuovo anno, è la possibilità di partecipare a ritiri brevi, di tre giorni, per coloro che invece vogliono fare un’esperienza più breve, di conoscenza, un avvicinamento alla visione transpersonale. Si terranno ogni due mesi a partire da fine marzo e toccheremo temi come la creatività contemplativa, la saggezza del cuore, la meditazione e il cammino della coscienza e temi sistemici come “il mio posto nel mondo” oltre che, ovviamente, la dimensione transpersonale».

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