Relicta
Relicta – dal latino “abbandonato, in disuso” – è il nome della startup nata formalmente nel 2020, ma che si è costituita nel 2017 all’interno del Contamination lab dell’Università di Sassari. Recuperando gli scarti della lavorazione del pesce attraverso una miscela, Relicta è capace di ottenere una pellicola plastica e trasparente, ma soprattutto biodegradabile e solubile in acqua. Una soluzione che può rappresentare una valida alternativa per ridurre l’inquinamento ambientale e in particolar modo quello oceanico.
L’idea è venuta a Davide Sanna durante il dottorato di ricerca: si è occupato di trovare modi innovativi e utili per riutilizzare materiali di scarto. Grazie a Contamination lab ha incontrato il resto della squadra – Andrea Farina, Giovanni Conti, Mariangela Melino e Matteo Sanni – con cui ha intrapreso il progetto. Dal 2017 a oggi, dopo diversi premi vinti, percorsi di formazione e accelerazione, difficoltà, successi e finanziamenti, Relicta ha potuto sviluppare il prototipo di laboratorio e cominciare l’avventura come una società vera e propria.
Nell’anno appena concluso hanno iniziato a testare la bioplastica per il confezionamento di alimenti e altri prodotti e conoscere le potenzialità del materiale. Nel frattempo, non avendo ancora una produzione propria, sono in contatto con aziende interessate all’uso di questa bioplastica per la produzione di prototipi che rispondano alle proprie esigenze. Stanno di fatto esternalizzando la produzione delle bobine per creare un packaging personalizzato con l’azienda interessata. Nella fase successiva è prevista la costruzione di un impianto pilota che permetta di produrre una certa quantità di bobine da vendere direttamente alle realtà con cui sono in contatto.
Ultimo aggiornamento del 13 Settembre 2024