L’azienda Calcestruzzi Ericina viene confiscata alla mafia nel Giugno 2000: inizia da allora un lungo e difficile percorso che, grazie all’impegno dei lavoratori della stessa azienda e di molte altre persone, riesce a superare tutti i tentativi di boicottaggio e inquinamento mafioso e consente oggi di dare vita a una nuova impresa sana e pulita.
Come previsto dalla legge 109/1996 sull’uso sociale dei beni confiscati alle mafie, infatti, i beni aziendali della Calcestruzzi Ericina vengono affidati alla cooperativa costituita dai lavoratori dell’azienda: la Calcestruzzi Ericina Libera. Nell’area dello stabilimento di Trapani è stato realizzato, accanto alle strutture completamente rinnovate per la produzione di calcestruzzo, un impianto di riciclaggio di inerti tecnologicamente all’avanguardia. Nasce così una vera e propria filiera imprenditoriale che consente di recuperare materiali altrimenti destinati a finire in discarica, o peggio ancora abbandonati nell’ambiente, e di trasformarli in una risorsa.
Si tratta di un importante risultato reso possibile dall’azione comune delle Istituzioni (Prefettura di Trapani, Forze dell’ordine e Procura della Repubblica, Agenzia del Demanio, Regione Sicilia), dall’impegno costante di Libera, dal contributo di imprese private ed associazioni di categoria (Unipol Banca, Anpar e Lega Coop), dalla passione e dal senso di responsabilità di chi ha amministrato l’azienda per conto dello Stato e di chi ha continuato a lavorarci.
Oggi la nuova azienda si candida ad avere un ruolo importante in un mercato, ovvero quello delle costruzioni, reso ancora più difficile dalla presenza invasiva delle organizzazioni mafiose.


