10 Mag 2022

Ma alla fine cosa ha detto Putin? – #517

Scritto da: Andrea Degl'Innocenti
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Ma quindi, alla fine, che ha detto Putin nel suo discorso alla nazione per la Giornata della Vittoria sul nazismo? E come mai si è dimesso il premier dello Sri Lanka? E infine, cosa dicono i nuovi report e studi sugli effetti del Covid e dei vaccini?

IL DISCORSO DI PUTIN

Ci si aspettavano grandi cose, in negativo, da questo discorso di Putin nel Giorno della Vittoria, e invece, per fortuna, non è successo fin qui niente di tutto questo.

Vladimir Putin ha parlato dell’invasione dell’Ucraina ripetendo quanto aveva detto più volte nelle settimane scorse, descrivendola soprattutto come un’azione di liberazione della popolazione del Donbass. Putin ha anche detto che, prima che la Russia invadesse l’Ucraina, i paesi occidentali aderenti alla NATO avrebbero progettato di attaccare il Donbass, e che quindi le azioni russe sono state solo una risposta preventiva. 

Tutto qui. Niente di nuovo, non ha dichiarato guerra all’Ucraina, non ha annunciato risultati particolari, anzi ha osservato un minuto di silenzio per i militari russi morti in Ucraina, cosa inaspettata perché fin qui il leader del Cremlino aveva abbastanza glissato sull’argomento.

E quindi niente, si va avanti così. 

SRI LANKA, SI DIMETTE IL PREMIER

Intanto ieri si è dimesso il primo ministro dello Sri Lanka, Mahinda Rajapaksa, a causa delle proteste che vanno avanti da settimane contro le politiche governative, accusate di avere contribuito alla grave crisi economica in corso nel paese. Ne parla il Post. 

Le proteste in Sri Lanka vanno avanti da marzo. Il motivo principale è la gravissima crisi economica che ha portato a carenze di cibo, carburante e medicine in tutto il paese. La situazione si è aggravata anche per via della pandemia e dell’aumento dei prezzi di materie prime ed energia. Già a metà aprile lo Sri Lanka aveva dichiarato default, e questa settimana il ministro delle Finanze del paese ha ammesso che le casse dello stato sono quasi vuote, motivo per cui sono in corso complicate trattative con il Fondo Monetario Internazionale per ricevere un aiuto finanziario di emergenza.

Nella capitale, Colombo, ci sono stati scontri molto violenti tra i sostenitori del governo e i manifestanti che erano accampati da settimane fuori dalla sede dell’ufficio del primo ministro. La polizia dapprima è intervenuta con gas lacrimogeni e idranti, poi, subito dopo le dimissioni, che erano in buona parte attese, ha imposto un coprifuoco su tutto il territorio nazionale.

Qualche giorno fa era stato dichiarato lo stato di emergenza e la chiusura di molte attività, comprese scuole e negozi per permettere alle forze dell’ordine di intervenire con arresti e violenze più facilmente. 

Le proteste però non si sono fermate e si sono rivolte soprattutto ai vertici dello stato. Lo Sri Lanka ha questa situazione del tutto anomala, o perlomeno la aveva fino a ieri, in cui due fratelli, Mahinda e Gotabaya Rajapaksa, ricoprono le due cariche più alte dello stato, quelle di primo ministro e di Presidente. Ieri si è dimesso Mahinda, il primo ministro, mandando la propria lettera di dimissioni al fratello minore, Gotabaya, scrivendo che spera che questo basti a fermare le proteste. Ma è probabile, comprensibilmente,che i manifestanti non si fermino finché anche il fratello minore non si sarà dimesso dalla presidenza.

COVID E VACCINI

Torniamo a parlare di Covid e vaccini, dato che è un po’ che non lo facciamo e ci sono diverse novità. Partiamo dai nuovi numeri pubblicati dall’Oms sull’impatto della pandemia sul mondo.

Il bilancio completo delle vittime associato direttamente o indirettamente alla pandemia di Covid-19 (intesa come mortalità in eccesso rispetto ai trend normali) tra il 1 gennaio 2020 e il 31 dicembre 2021 è stato di circa 14,9 milioni, punto medio di un range fra 13,3 milioni e 16,6 milioni.

Stime ben più alte dei 5,4 mln di decessi ufficialmente registrati, che includono i decessi associati direttamente al covid o indirettamente a causa dell’impatto della pandemia sui sistemi sanitari e sulla società. Dati che fanno riflettere e che, si legge nel rapporto, citato dal Sole 24 ore, indicano la necessità che tutti i paesi investano in sistemi sanitari più resilienti in grado di sostenere i servizi sanitari essenziali durante le crisi.

Un dato decisamente curioso, anche se in linea con quello che già si sapeva, è che secondo le statistiche dell’Oms, la maggior parte delle morti in eccesso (l’84%) si concentra nel sud-est asiatico, in Europa e nelle Americhe, che c’è stato un impatto maggiore per gli uomini (al 57%) rispetto alle donne (43%) e un tasso di incidenza maggiore tra gli anziani.

Ma è soprattutto il primo dato quello interessante, perché significa che Americhe, Europa e Asia hanno avuto mediamente strategie contenitive del virus, dai vari lockdown, alle restrizioni, alla campagna vaccinale, molto più decise rispetto all’Africa (che ha avuto pochissime restrizioni e una campagna vaccinale appena abbozzata), che però sembra aver patito molto meno le conseguenze della pandemia. 

Ora, ci sono ovviamente tanti fattori che vanno tenuti in considerazione, da quello climatico, al tantissimi altri elementi di contesto che rendono difficile qualsiasi paragone, però, come si dice in questi casi, sarebbe importante studiare questo fenomeno più approfonditamente.

E a proposito di studi, ne è uscito uno interessante, israeliano, pubblicato su Nature (e ripreso da L’Indipendente), che si chiama “Aumento degli eventi cardiovascolari emergenziali nella popolazione di età inferiore ai 40 anni in Israele durante l’introduzione del vaccino e la terza ondata di Covid-19”: è uno studio retrospettivo da cui emerge che, nell’arco temporale che va da gennaio a maggio del 2021, le chiamate ai servizi medici di emergenza israeliani per arresto cardiaco e per sindrome coronarica acuta sono aumentate di oltre il 25% rispetto al 2019 e al 2020. 

Un aumento notevole. Lo studio ha preso in considerazione una parte di queste chiamate, quelle che arrivavano da persone di età compresa fra 16 e 39 anni, per vedere se fossero associate all’infezione dal covid e/o alla somministrazione del vaccino. Ed è emerso che “i conteggi settimanali delle chiamate di emergenza erano significativamente associati ai tassi di somministrazione della prima e della seconda dose di vaccino” e non, invece, “ai tassi di infezione da Covid-19”.

Tutto da prendere con le pinze, perché lo studio si limita a mostrare questa correlazione, senza stabilire nessi di causa/effetto, e in seguito alla pubblicazione dello studio, l’editore ha aggiunto una nota nella quale avvisa i lettori del fatto che “le conclusioni a cui è giunto l’articolo sono soggette a critiche che sono al vaglio della redazione” e che “un’ulteriore risposta editoriale verrà fornita una volta che a tutte le parti sarà stata data l’opportunità di rispondere in modo completo”. Comunque anche, qui, di sicuro è qualcosa da approfondire. 

Anche perché fa il paio con la decisione della Food and Drug Administration (FDA), l’agenzia federale statunitense deputata alla regolamentazione dei farmaci, di limitare l’uso del vaccino Johnson & Johnson a causa del potenziale rischio di trombosi. Non si sa bene ancora l’analisi che sta dietro alla decisione della FDA, ma la notizia sta rimbalzando fra i media in questi giorni. 

Ora sia il primo studio che la seconda notizia mancano di alcuni aspetti che sicuramente sono da approfondire, ma è possibile che portino a riposizionare il rapporto rischi/benefici nel somministrare i vaccini alle fasce più giovani. Riposizionare vuol dire riposizionare eh, non so di quanto, né se al punto da rendere i vaccini sconvenienti per alcune categorie. Comunque tutto ciò ci dice due cose importanti. La prima è che la politica dovrebbe imparare a essere più cauta nelle sue strategie, perché il rischio di sbagliare, muovendosi in un terreno del tutto nuovo, è molto alto.

La seconda, positiva, è che la ricerca scientifica, pur con i suoi tempi, funziona. Nonostante le indubbie pressioni e tutto quello che volete. E questo significa anche che più passa il tempo più ci avviciniamo a comprendere le cose come stanno. Il problema è che la scienza ha dei tempi, la politica ne ha altri. E a volte è la realtà a imporci tempi diversi e scelte affrettate. Il problema è che spesso prendiamo scelte affrettate fingendo di avere tutti gli elementi, quando ne abbiamo solo alcuni. E sarebbe bene saperlo, e tenerlo sempre a mente, che non abbiamo tutti gli elementi.

FONTI E ARTICOLI

#Putin
il Post – Il Giorno della Vittoria in Russia

#Sri Lanka
il Post – Mahinda Rajapaksa, primo ministro dello Sri Lanka, si è dimesso

#covid e vaccini
Il Sole 24 Ore – Oms stima 15 milioni di morti per Covid, tre volte il dato ufficiale
L’Indipendente – Covid, vaccini e problemi cardiaci: uno studio israeliano fa luce sulla correlazione
Nature – Increased emergency cardiovascular events among under-40 population in Israel during vaccine rollout and third COVID-19 wave
Fanpage – Vaccino di Johnson & Johnson limitato dall’FDA per il rischio trombosi: cosa sappiamo

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