
Attraverso incontri nei circoli dei sardi emigrati di Bologna e Cinisello Balsamo, la consapevolezza attorno alla speculazione energetica cresce anche oltremare.
Fatti che le persone Non sanno Utili per la propria vita. Questa definizione, semplice e banale, spesso viene dimenticata. Eppure - se applicata - aiuta a discernere. In questa sezione vi proponiamo fatti UTILI davvero per cambiare noi stessi e il mondo
Attraverso incontri nei circoli dei sardi emigrati di Bologna e Cinisello Balsamo, la consapevolezza attorno alla speculazione energetica cresce anche oltremare.
Normative, scelte politiche, diritti delle comunità, rischi di speculazione. Analizzando tutti questi aspetti proviamo a capire perché in alcuni territori nascono movimenti di opposizione a progetti di impianti di produzione di energie rinnovabili.
Negli ultimi anni la Sardegna è diventata terreno di scontro sulle energie rinnovabili. Il quadro resta incerto con norme, ricorsi e mobilitazioni popolari che ne segnano gli sviluppi. In questo articolo ricostruiamo i passaggi principali della vicenda.
Il GrIG si oppone a un nuovo progetto agrivoltaico a Cossoine, denunciando rischi per ambiente e patrimonio legati alla speculazione energetica in Sardegna e non solo.
Il grande progetto per esportare e stabilizzare l’energia prodotta sull’Isola divide la Sardegna: il presidio degli ulivi di Selargius è stato smantellato, ma la lotta per la tutela del territorio e contro la speculazione energetica continua.
Nonostante le preoccupazioni in merito all’impatto ambientale e paesaggistico, il potenziamento del parco eolico (attivo dal 2004) vicino alla Basilica di Saccargia ci sarà. Per il GrIG “è stato determinante il silenzio assenso della Regione Sardegna”.
Il Ministero dell’Ambiente e quello della Cultura hanno respinto il progetto di una centrale fotovoltaica da 220 ettari a Uta, nel sud della Sardegna, in un’area agricola e archeologica di alto valore storico.
L’impatto culturale dei mega-progetti per la produzione di energia rinnovabile sull’Isola va ben oltre il semplice danno “estetico” al paesaggio. L’alterazione imposta del territorio implica un danno al senso identitario e si caratterizza come un conflitto di autorità. Ce ne parla la nostra archeologa e divulgatrice Sara Corona Demurtas.
Il Movimento per la Pratobello ’24 ha realizzato un testo – che pubblichiamo integralmente – che replica a una serie di dubbi rispetto alla proposta di legge, sui quali anche noi ci siamo soffermati nel corso di questi mesi in cui il tema della speculazione energetica si è affermato in maniera prioritaria all’interno dell’agenda politica e mediatica sarda e non solo.
Presentato come una soluzione promettente per la transizione energetica, l’idrogeno è da tempo entrato fra i temi della questione energetica sarda, grazie al suo potenziale di ridurre le emissioni e stoccare energia rinnovabile. Tuttavia il suo utilizzo non è esente da critiche e sfide, soprattutto riguardo alla sostenibilità della produzione e all’impatto ambientale.
Da mesi si è fatta più intensa, ma la questione sarda legata al fenomeno della speculazione energetica nell’Isola va avanti da anni. Si tratta però di un tema le cui domande superano le risposte, finendo spesso intrappolati nelle sabbie mobili del dubbio. Ecco perché nel momento in cui la transizione energetica rischia di assumere i tratti di un assalto senza precedenti al territorio sardo, un’informazione il più possibile completa è di cruciale importanza. Per questo Indip ha realizzato un instant book sulla questione, un libro agile – di cui pubblichiamo l’introduzione – che prova a rimettere in ordine i vari fili che caratterizzano il tema.
Legge elettorale, rappresentanza, speculazione energetica, transizione “giusta” e lavoro. In questa intervista Renato Soru, ex governatore della Sardegna, affronta alcuni temi caldi nell’Isola, primo fra tutti quello di un passaggio dalle fonti fossili alle rinnovabili che davvero, sia in grado di non lasciare indietro nessuno.
Il tema della speculazione energetica, dove grandi aziende italiane e straniere puntano a realizzare impianti rinnovabili con profitti enormi, con conseguenze negative sulle comunità locali e il patrimonio storico e ambientale sardo, continua a essere centrale nelle cronache isolane. In questa intervista Maurizio Onnis, sindaco di Villanovaforru, paese impegnato da oltre 10 anni in lotte ambientaliste, dice la sua in merito a come la battaglia contro la colonizzazione energetica sia fondamentale per garantire una transizione ecologica giusta, sostenibile e una maggiore equità sociale.
Sottoscrivibile nei Comuni di residenza fino al 16 settembre, la “Pratobello ’24” è una proposta di legge di iniziativa popolare che mira a porre un freno alla speculazione energetica in territorio sardo. Conosciuta come “Legge di Pratobello”, nelle ultime settimane la campagna firme è entrata nel vivo, superando le diecimila firme necessarie per arrivare all’attenzione del Consiglio regionale. Ne condividiamo il testo integrale.
Condividiamo il comunicato espressione di più di 60 guide e imprese del turismo naturalistico in Sardegna in merito alla minaccia della speculazione energetica, un tema che da tempo anima l’Isola e che soprattutto negli ultimi mesi sta spingendo sempre più persone, associazioni e categorie a schierarsi. In questo caso, in difesa di un territorio e di un approccio al turismo che vuole essere sostenibile, consapevole e attento a ciò che accade nell’Isola.
La speculazione energetica, fenomeno al centro delle lotte che da mesi animano l’Isola, è una minaccia per l’ambiente naturale della Sardegna. Se da un lato l’assalto al territorio aumenta i profitti degli speculatori del vento e del sole, in questa gara alla colonizzazione dell’habitat la biodiversità dell’Isola rischia di scomparire. Da sempre al fianco dell’ambiente e di chi lo popola, il Gruppo di Intervento Giuridico ha più volte sottolineato l’incompatibilità di alcuni impianti con l’ecosistema sardo. “Le centrali – spiega Stefano Deliperi – possono avere impatti soprattutto sull’avifauna selvatica”.
L’incremento delle energie rinnovabili si può raggiungere senza ulteriore consumo di suolo, lo confermano numerosi studi, eppure non sembra essere questa la direzione intrapresa. In Sardegna, ad esempio, il passaggio da transizione a speculazione rischia di compiersi concretamente. Soldi, grossi interessi, territori deturpati e poche ricadute economiche e sociali, che fine hanno fatto i principi alla base di una vera transizione energetica a tutela del paesaggio e della biodiversità?
A Selargius è stato istituito un presidio permanente per difendere prima gli ulivi sradicati, poi l’intero territorio minacciato dal mega progetto del Tyrrhenian Link. Le persone presidianti hanno trasformato il sito in una comunità, ripiantando alberi arrivati da tutta l’Isola come gesto simbolico di rinascita e cura collettiva . Un presidio che da oltre una settimana accoglie giorno e notte persone di tutte le età di cui ci parla Domenico Melis di nuragic.com attraverso video, immagini e parole.
Un’azione di resistenza contro un esproprio coattivo, un sit-in durante il quale le persone presenti si mobilitano per “salvare” degli ulivi divelti al sole e le ruspe che il giorno dopo sradicano tutto. La rivolta degli ulivi nasce da una sequenza di avvenimenti che ha scosso, mobilitato e coeso. A Selargius, le contestazioni contro la realizzazione del Tyrrhenian Link proseguono ormai da mesi, in una protesta che negli ultimi giorni si è fatta grande come un’Isola.
Lo Stato italiano ha emanato un Decreto per la selezione delle aree idonee alla costruzione di centrali elettriche rinnovabili, ma il provvedimento non risolve i problemi legati alla gestione autonoma delle risorse energetiche dell’isola e alla tutela del territorio. Comitati locali e movimento indipendentista propongono da anni soluzioni pragmatiche e orientate alla sostenibilità, ad oggi più urgenti che mai. Ne parliamo con Nicola Meloni Marongiu, attivista indipendentista fra le penne di Helis blog.