Viaggi sostenibili: e se la tua prossima meta fosse… un bosco?
È possibile portare il turismo responsabile sotto le fronde di un bosco, creando circuiti virtuosi che coinvolgano anche le comunità locali? Secondo Enrico De Luca, Guida Ambientale Escursionistica e istruttore di Forest Bathing, sì. Ecco come.

Dopo anni di esperienza nel settore del turismo responsabile e dei viaggi sostenibili, da qualche tempo Enrico De Luca si occupa di «portare più persone possibile in natura; non per forza a fare cammini, anche per esperienze brevi di uno o due giorni, ma sempre in connessione con gli elementi naturali». Ed è proprio questo nuovo progetto, chiamato Richiamo del Bosco, uno degli spunti che hanno animato la mia chiacchierata con Enrico sul tema del viaggio e di come sta cambiando la sua concezione. Ma prima voglio inquadrare insieme a lui l’argomento da una prospettiva più ampia.
Viaggi sostenibili e turismo responsabile
Quando gli chiedo cosa vuol dire parlare di turismo responsabile nel 2025, parte sottolineando che questo approccio è ormai uscito dalla nicchia in cui è stato arroccato sin dagli albori: «Sono tanti anni che il turismo responsabile è conosciuto e praticato da molti tour operator – buona parte di essi afferisce all’Associazione Italiana Turismo Responsabile – e quello che all’inizio era una sperimentazione nel giro di qualche decennio è diventata un’esperienza forte e consolidata».
Un punto di svolta è stato il Covid e la conseguente, diffusa necessità di trasferire all’aperto la maggior parte delle attività umane, compreso il turismo: «Nonostante ci sia stato qualche problema, anche a livello mediatico abbiamo assistito a un boom soprattutto cammini e turismo outdoor», assicura Enrico. «Anche a livello internazionale ci sono alcuni operator che hanno incrementato il loro indotto ed è un trend che bisogna ancora considerare di nicchia, ma comunque in forte crescita».

I viaggi sostenibili propongono un approccio che vuole ridurre non solo l’impronta ecologica del viaggiatore, ma anche il suo impatto sul territorio dal punto di vista sociale, facendo diventare l’esperienza di viaggio una interazione arricchente per tutti gli attori coinvolti. «Uno dei focus è quello dello scambio con le comunità locali, conoscere i paesi che si visita, creare ricchezza per il territorio. Tutto ciò può essere traslato a livello nazionale»
«Per esempio – aggiunge De Luca – un trend che ogni anno raddoppia il suo indotto è quello legato alle gite scolastiche lungo percorsi tematici come antimafia, resistenza, artigianato e altri aspetti che interessano molto le scuole, che si rivolgono sempre più alle offerte di turismo responsabile. Questo piace ai ragazzi, agli insegnanti e alle comunità locali».
Il Richiamo del Bosco
Secondo Enrico tutto questo può essere messo in rete e generare valore ed è proprio ciò che sta cercando di fare Richiamo del Bosco: «La nostra casa sta diventando sempre più il bosco e anche questo è un trend in crescita. Ci sono sempre più persone che hanno voglia e bisogno di riconnettersi con la natura e noi siamo il tramite perché ciò avvenga. Per molti questo è un luogo ancora misterioso, ma quando ci si lascia andare ci sono grandi benefici a livello personale e collettivo. Già, perché quello che professiamo è connessione non solo con la natura ma anche con gli altri esseri umani».

Incuriosito dalla scelta di vita e di lavoro di Enrico e intravvedendo qualche spunto interessante verso cui dirigere la discussione, gli chiedo di raccontarmi come mai ha deciso di “appendere il passaporto al chiodo” e tornare nei luoghi natii. «Per me il Covid – ricorda – è stato il momento di passaggio in cui ho deciso di tornare a vivere nel biellese e di occuparmi di boschi e territorio. Volevo recuperare le mie origini, sono nato in mezzo al bosco e volevo tornarci, per me la pandemia è stata un’opportunità».
La scelta personale di Enrico – che con Viaggi e Miraggi ha girato mezzo mondo – ben rappresenta un trend sempre più in voga nel settore dei viaggi sostenibili ovvero quello di un turismo più di prossimità, «anche se il nostro sogno come Richiamo del Bosco – confessa – è spingerci anche nelle foreste fuori dai nostri confini, cercare connessioni con progetti e comunità che propongono questo tipo di esperienza nel resto del mondo. Per ora siamo usciti dal biellese e prevediamo anche di uscire dai confini italiani – per esempio fra i percorsi che proponiamo ce n’è uno alle Canarie».
Questo tipo di turismo è un ottimo esempio di attività a basso impatto sociale e ambientale che invece di depredare il territorio e chi lo abita può creare sinergie interessanti: «Ci sono tante realtà e attività che si possono coinvolgere, dalle guide alle strutture ricettive, alle associazioni», sottolinea Enrico De Luca, che richiama un motto tanto semplice quanto esemplificativo: “Guadagnare meno ma guadagnare tutti”, esattamente il contrario del turismo di massa che crea grandi profitti per pochi.

Com’è il rapporto fra turismo e foreste?
Quelli forestali sono ecosistemi delicati e una gestione consapevole della presenza umana al loro interno è fondamentale. A questo proposito Enrico osserva che «il nostro retaggio di un’Italia frammentata si rispecchia anche in questo: ci sono aree che hanno una buona gestione e altre meno, molto è in mano allo spirito e alla volontà delle organizzazioni locali e quindi spesso, anche se arrivano i fondi, non si riesce a fare molto. Sicuramente avere sentieri puliti e boschi sani è una buona base per portare in natura le persone, ma è un “servizio ecosistemico” anche il sorriso della rifugista che ti accoglie alla fine del percorso o del produttore che ti presenta ciò che la terra offre in quel territorio».
E qui facciamo un piccolo balzo, passando dai temi ambientali a quelli sociali. Per De Luca infatti è importante sottolineare il ruolo centrale che assumono le relazioni. «Ci sono due livelli. Il primo riguarda la connessione fra i partecipanti: spesso ci dimentichiamo che noi siamo natura e quindi nei boschi “torniamo a casa”. In questo ritorno è bello se si creano sinergia e voglia di stare bene insieme. Il secondo livello è quello con gli esercenti e gli abitanti, tasselli importanti che raccontano un territorio che vuole essere accogliente ma anche produttivo, capace di stare in luoghi lontani dalla “civiltà”. Tutte queste persone hanno dietro una storia e questo è fondamentale».
Ci sono sempre più persone che hanno voglia e bisogno di riconnettersi con la natura e noi siamo il tramite perché ciò avvenga
Viaggi sostenibili e aree “minori”
Quasi senza accorgercene ci rendiamo conto che abbiamo immaginato soluzioni a problemi reali, che affliggono il rapporto fra il turismo – di massa, in questo caso – e i territori, in particolare quelli montani e convenzionalmente definiti marginali. «Pensiamo a quello che sta succedendo nelle Dolomiti, dove ci sono molte aree che soffrono il famigerato overturismo», osserva Enrico. Quando su un sentiero maestro c’è più fila che alla cassa del supermercato qualche dubbio viene ed è allora che «bisogna avere la forza di cambiare direzione, affrontare magari un piccolo tratturo laterale poco frequentato e uscire dalle vie principali e massificate».
Il turismo di massa ragiona così: se non vai lì non sei nessuno, se non scatti il selfie con un determinato scorcio alle tue spalle non conta, se non “metti la bandierina” allora tanto vale restare a casa. «I viaggi sostenibili – e intendo realmente sostenibili, da tutti i punti di vista – richiedono il coraggio anche di frequentare le aree “minori”, che spesso sono quelle che restituiscono le esperienze più appaganti, non in mezzo alla massa».
Aree minori che in Italia sono tantissime e vastissime. «Bisogna avere la volontà di esplorare nuove avventure e nuovi lidi», conclude Enrico De Luca. «Questo potrebbe essere vincente per il futuro: abbiamo bisogno tutti e tutte di un pochino di turismo, ma sempre senza scordarci di “guadagnare meno, ma guadagnare tutti”».
Dal 13 al 15 giugno si terrà il festival del Richiamo del Bosco, clicca qui per tutte le informazioni.
Informazioni chiave
Una nicchia in espansione
Da diversi anni, in particolare dal periodo post-pandemico, il turismo responsabile e outdoor si sta diffondendo sempre di più.
Riscoprire il territorio
In controtendenza rispetto al turismo di massa, si sta affermando anche la voglia di riscoprire le aree interne d’Italia attraverso il turismo di prossimità.
Guadagnare meno, guadagnare tutti
Un approccio più sostenibile dal punto di vista sociale e ambientale passa dall’equa distribuzione della ricchezza generata dall’indotto turistico, che va condivisa con gli attori locali.
Alla scoperta dei boschi
È diffusa la ricerca di un contatto sempre più profondo con la natura e questo si può fare non solo attraverso trekking e cammini, ma anche trascorrendo momenti più brevi e guidati in ambienti naturali, come i boschi.
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