23 Aprile 2025 | Tempo lettura: 6 minuti

Da Scampia a Oscata, quattro ecomusei per raccontare la Campania che resiste

Pochi giorni fa sono stati presentati quattro ecomusei in altrettante località campane: spazi nati dal basso e dedicati al territorio e a chi lo abita, per raccontarlo e renderlo vivo.

Autore: Fulvio Mesolella
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4.ECuRu – Ecomuseo delle Cucine Rurali dellAlta Irpina
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Lo scorso 16 aprile a Scampia, nella sede del ristorante multiculturale Chikù, sono stati presentati i primi quattro ecomusei riconosciuti e finanziati dalla Regione Campania con la legge 13 del 2023, nata per riconoscere e sostenere iniziative dal basso, presentando le risorse culturali e materiali dei territori, le storie e le identità. Ne è molto orgogliosa Valeria Ciarambino, vicepresidente del Consiglio Regionale e prima firmataria di questa legge, che ne riconferma la validità aggiungendo che «gli ecomusei contribuiscono a rafforzare l’identità locale e il legame col territorio di appartenenza, con la propria storia, innescando un meccanismo virtuoso di partecipazione in cui i cittadini diventano custodi e promotori della loro terra».

E di questo è decisamente entusiasta Barbara Pierro, che da circa due decenni ormai si dedica ad attività sul territorio e in particolare all’integrazione delle persone rom proprio a Scampia. E se otto anni fa parlavamo di questo ristorante rom-italiano per alcuni atti vandalici ripetuti, oggi possiamo dire che è una realtà profondamente inserita, riconosciuta e apprezzata dal territorio come dalle istituzioni.

Ma cos’è di preciso un ecomuseo? Si tratta di un museo diffuso e a cielo aperto in cui ogni elemento – un sentiero, una masseria abbandonata, una tradizione artigiana – viene riconosciuto, raccontato e reso accessibile. In concreto, si mappano i luoghi di valore storico, culturale o ambientale, si coinvolgono le comunità locali nella raccolta delle memorie e si creano percorsi tematici, spesso segnalati da targhe, pannelli e QR code che permettono ai visitatori di esplorare la storia del territorio in autonomia, anche tramite smartphone. A supporto possono nascere centri visita, attività didattiche, laboratori e iniziative di turismo lento, con l’obiettivo di rendere viva e dinamica la relazione tra passato, presente e futuro.

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Barbara Pierro presenta gli ecomusei

Il Moss di Scampia a due anni dal suo avvio

Chikù è stato scelto come sede ufficiale per la presentazione di queste realtà nel capoluogo della regione perché qui si trova la sede operativa e di partenza del Moss, l’ecomuseo diffuso di Scampia, nato già due anni fa, del quale con Barbara tracciamo un bilancio estremamente positivo, sia per quantità sia per qualità di visitatori individuali, in gruppo e di intere scolaresche, in ogni stagione dell’anno. 

«Le persone del territorio sono state coinvolte nella petizione presentata agli enti locali per il riconoscimento della validità della proposta, spingendo verso la sua selezione nell’ambito del bando I Quartieri dell’Innovazione, dell’Assessorato alle Politiche giovanili e al Lavoro del Comune di Napoli. In seguito il progetto è stato cofinanziato dall’Unione Europea, Fondo Sociale Europeo, nell’ambito del Programma Operativo Città Metropolitane 2014-2020». 

Ma soprattutto la gente è stata coinvolta nel ruolo di protagonista dei momenti d’incontro con chi vuole conoscere la vitalità di un quartiere di cui finalmente si parla sempre meno per la droga, gli omicidi e i crolli delle vele e sempre più per gli elementi di positività della convivenza umana, per le coraggiose sperimentazioni pedagogiche e per gli evidenti risultati sociali conseguiti negli ultimi anni. 

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Moss, ecomuseo diffuso di Scampia

Barbara racconta ancora che «lungo i percorsi si possono trovare installazioni artistiche temporanee e permanenti di arte pubblica: le autrici e gli autori delle opere collettive sono abitanti del quartiere che partecipano a un costante processo di creazione e condivisione dal basso. Non ci siamo inventati niente, a quest’attività partecipano spontaneamente giovani, bambine e bambini, anziani, famiglie e testimoni privilegiati che rappresentano e raccontano il territorio così come lo vivono, mentre lo vivono».

Gli altri Musei nelle provincie di Salerno ed Avellino

La Legge Regionale ha istituito formalmente gli ecomusei in Campania dando nuovo impulso e riconoscendo il lavoro anche decennale delle comunità che operano per la conoscenza, tutela e la promozione di beni materiali e immateriali del territorio. Sono diverse le zone della regione che si arricchiscono con questi spazi che promuovono arte pubblica e sperimentazioni, itinerari paesaggistici e culturali, tradizioni e gestualità, narrazioni e sostenibilità ambientale ed economica, formazione e lavoro in territori complessi e considerati periferici, ma ricchi di storie, umanità e biodiversità. 

Gli ecomusei contribuiscono a rafforzare l’identità locale e il legame col territorio di appartenenza

Transluoghi, l’ecomuseo del Bussento contemporaneo a Salerno

SI trova nel territorio di Morigerati ed è articolato in sette percorsi tematici: itinerari pedonali e ciclabili in aree carsiche, l’Oasi WWF, il Mulino ad acqua, l’Eremo di San Michele, il Museo Etnografico, il Palazzo Baronale, la Ferriera. Transluoghi ha una programmazione culturale che tocca oltre venti residenze artistiche e di ricerca, proposte come strumento di sviluppo e co-creazione dell’Ecomuseo, oltre che di attivazione e incontro tra comunità locale e comunità temporanee.

Ecomuseo dei Picentini – Le terre della felicità a Salerno

Include i dieci Comuni di Pontecagnano Faiano, Giffoni Valle Piana, Giffoni Sei Casali, Montecorvino Rovella, Montecorvino Pugliano, S. Cipriano Picentino, Olevano sul Tusciano, Acerno, S. Mango Piemonte, Castiglione del Genovesi. Questo ecomuseo propone evidenze ambientali, il patrimonio culturale, gli usi, i costumi e le tradizioni locali e offre itinerari tematici, strumenti di progettazione dal basso, le mappe di comunità e i tavoli di lavoro e concertazione attraverso i quali associazioni ed enti pubblici lavorano in sinergia per la rigenerazione culturale del territorio.

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Transluoghi – Ecomuseo del Bussento Contemporaneo

ECuRu – Ecomuseo delle Cucine Rurali dell’Alta Irpinia (AV)

Nel borgo rurale di Oscata fa rivivere le ritualità, le tradizioni e gli usi tipici delle cucine rurali di una volta, attraverso l’utilizzo di manufatti, architetture rurali e strumenti di un tempo, raccontando e proponendo antichi metodi e gestualità, con uno spirito innovativo e coinvolgente. Esso è aperto all’esperienza di ospiti e curiosi e mostra come negli anni ’50 si riuscisse ad avere accesso ad acqua, energia, riscaldamento, refrigerazione, essiccazione, conservazione o trasformazione dei cibi utilizzando le risorse naturali e producendo cereali, formaggi, salumi e ortaggi in modo tradizionale.

Alla manifestazione della scorsa settimana hanno partecipato anche i rappresentanti dell’amministrazione regionale nelle persone di Nicola Caputo, assessore all’Agricoltura, e Felice Casucci, assessore alla Semplificazione amministrativa e al Turismo. Gli assessori hanno sottolineato il valore che questi ecomusei hanno di attrattori turistici innovativi per i loro territori, nascendo con l’intento di conservare, valorizzare, tutelare e far conoscere il patrimonio culturale, ambientale, naturalistico, storico e artistico delle diverse realtà grazie al coinvolgimento della comunità.