1 Aprile 2025 | Tempo lettura: 6 minuti

Rittana e la comunità montana della Valle Stura rinascono grazie a cultura e arte

A Rittana quella che un tempo era la bocciofila del paese oggi mira a diventare un hub culturale e sociale, per offrire spazi per attività artistiche, culturali e ricreative grazie a Montagna Futura, il distretto culturale che punta a rigenerare i territori alpini attraverso la cultura e l’arte contemporanea.

Autore: Valentina D'Amora
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In breve

Montagna Futura: rivitalizzare le comunità montane attraverso cultura, inclusione sociale e rigenerazione territoriale

  • Punta sulla collaborazione tra enti locali, associazioni e cittadini.
  • Partendo da un piccolo film festival, ha dato vita a un distretto culturale che integra arte, cinema, teatro e musica per rafforzare il legame tra comunità e territorio.
  • Si sta occupando della riqualificazione dell’ex bocciofila di Rittana, che diventerà uno spazio polifunzionale dedicato alla cultura e al sociale.
  • Vuole creare un modello di sviluppo sociale per contrastare lo spopolamento, rendendo la montagna un luogo vivo e abitabile.

La cultura può mettere in moto la rinascita e lo sviluppo sociale delle comunità montane, promuovendo la “ritornanza” delle aree interne. Nella bassa Valle Stura, in provincia di Cuneo, sta succedendo tutto questo grazie a un progetto che coinvolge i piccoli Comuni di Rittana, Roccasparvera, Moiola e Valloriate, che insieme contano circa mille abitanti e si trovano a una ventina di chilometri da Cuneo, immersi nella natura incontaminata.

La miccia si chiama Montagna Futura ed è un’iniziativa culturale nata nel 2022 che oggi, tra le altre cose, si sta occupando di dare una veste nuova a una ex bocciofila che presto avrà una funzione vitale per Rittana. Abbiamo fatto una chiacchierata con Silvia Bongiovanni, project manager di Montagna Futura, per farci raccontare cosa sta succedendo in valle Stura.

Silvia, raccontaci: com’è nato questo progetto?

La storia inizia molto prima del 2022, quattordici anni fa a Valloriate, un comune di 93 abitanti della provincia di Cuneo. Insieme al sindaco abbiamo deciso di organizzare una rassegna di cinema sotto le stelle che poi negli anni è diventata un festival di cinema internazionale. Oggi il Nuovi Mondi Festival è il più piccolo festival di cinema del mondo. Con il pretesto della rassegna siamo riusciti a portare in montagna tante persone interessate e appassionate, personaggi importanti e soprattutto un po’ di entusiasmo. Parliamo di comuni che contano all’incirca 80 abitanti, quindi destinati a essere abbandonati tra, credo, una decina d’anni.

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Uno scatto del Nuovi Mondi Festival a Rittana. Oltre alle proiezioni sotto le stelle c’è anche il CineCamper, che porta il cinema in montagna, in campagna e nelle periferie delle città

E poi che succede?

Il festival non basta: è molto bello ma mi sono ben presto resa conto che non risolve alcun problema nella montagna. Sì, permette alle persone di divertirsi per qualche giorno, ma non è sufficiente, occorre fare qualcosa in più. Così tre anni fa, proprio grazie a questo festival che si è ampliato con un programma lungo tutto l’anno, ha preso vita un distretto culturale che coinvolge anche altri Comuni vicini. Durante questo lavoro abbiamo incontrato il sindaco di Rittana, Giacomo Doglio, una persona straordinaria, appassionata di cultura e di arte: lui è la dimostrazione concreta che se ci si impegna davvero, qualcosa di bello può succedere anche in questi piccoli paesi.

Piano piano si sviluppa l’idea di questo distretto culturale che lega i quattro Comuni, ognuno dei quali ha scelto un linguaggio artistico distintivo per esprimere la propria identità. Ci tengo a sottolinearlo perché il campanilismo qui piace ancora molto, però c’è chi si è reso conto che incominciare a parlarsi e a condividere è la strategia migliore per far sopravvivere questi paesi. Abbiamo avviato quindi delle programmazioni, con musica, teatro, cinema e arte che non solo attraggono anche nuovi pubblici, ma soprattutto consolidano l’idea del distretto culturale, facendo intrecciare la dimensione pubblica con quella privata. Il mio mantra, lo dico in continuazione, è: “Dobbiamo collaborare”.

C’è chi si è reso conto che parlarsi e condividere è la strategia migliore per far sopravvivere questi paesi

D’altronde, da soli si fa poco…

Infatti! Insieme invece possono nascere dei bei progetti per il territorio. Questa cooperazione si instaura tra una fitta rete di associazioni locali che si occupano della proposta culturale. Il festival nel frattempo si è spostato a Rittana, dove lo scorso anno con una cooperativa sociale del territorio – Proposta 80, che si occupa di un gruppo di disabili psichiatrici in residenza – abbiamo coordinato tutto l’evento. Insieme ci siamo divertiti tantissimo, per questo abbiamo preso in gestione anche la struttura dell’ex bocciofila di Rittana.

Per restituire uno spazio alla collettività?

Esatto, era l’occasione perfetta per avviare processi di rigenerazione che oggi qui sono assolutamente necessari. La cultura, l’attenzione alla persona, la promozione del territorio, l’inclusione sociale sono i temi attorno ai quali le attività ruoteranno. I soggetti coinvolti saranno quattro: la cooperativa Proposta 80, un’associazione sportiva, Valle Stura Outdoor, l’impresa sociale Piani Verticali e un’associazione culturale Kosmoki. A queste si affiancherà la grande esperienza del Teatro della Caduta di Torino.

Lavoreremo con la cultura attraverso residenze artistiche e creeremo nuovi servizi e una nuova proposta di fruizione della montagna. Qualcosa che ancora non c’era, uno spazio al servizio di una nuova montagna. Per Rittana, comune di 100 abitanti, è un’opportunità da non perdere. 

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Gli studenti del Politecnico di Torino a Rittana per progettare gli interni della ex bocciofila del paese

Mi sembra di capire che il progetto che state portando avanti è supportato molto dal territorio.

Sì, è e deve essere così. Vogliamo costruire dei ponti con l’esterno e dare una funzione a questo spazio, per far sì che la nuova struttura sia in piena sintonia con le esigenze degli abitanti di Rittana e dei paesi vicini. Per questo a inizio marzo il professor Antonio De Rossi, un architetto che si occupa di rigenerazione urbana da molti anni e che ci sta seguendo e supportando, ha invitato qui a Rittana un gruppo di studenti del Politecnico di Torino del suo corso del quarto anno per aiutarci a immaginare e disegnare quello che sarà l’arredamento interno della nuova bocciofila.

Sarà uno spazio polifunzionale, un luogo creativo, aperto anche a ospitare formazioni, incontri, residenze artistiche. E come spazio esterno avrà il suo giardino, ma idealmente anche tutti i quattro comuni del distretto. Bisogna avere uno sguardo un po’ più ampio a volte.

Adesso i ragazzi stanno lavorando al progetto?

Sì, siamo in trepidante attesa del risultato. Sul “contenuto” è tutto in divenire, perché la strada non è mai chiara fin dall’inizio. Le nostre matrici però le sappiamo: sono sempre la cultura e il sociale. Sai, si fa un passo alla volta, con un po’ di pazienza. E poi da cosa nasce cosa.