Yoga, teatro e tipografia: la nuova vita di un quartiere dimenticato di Cosenza
Yoga, teatro e stampa: nel centro storico di Cosenza alcuni giovani portano avanti una piccola rivoluzione sociale e culturale sfidando pregiudizi e recuperando beni abbandonati.

In breve
Cine-Teatro Universal e Stamperia Senza Pressa, un progetto di rigenerazione sociale e culturale in un quartiere abbandonate di Cosenza.
- Lorenzo Aristodemo, appassionato allo yoga, ha dato vita a uno spazio di studi e di pratica nel quartiere San Francesco d’Assisi.
- In un contesto “scomodo”, il Giardino di Shiva ha fatto da aggregante per il quartiere, per chi frequenta i corsi e per visitatori e temporanei abitanti.
- Il piccolo cinema e la stamperia generano cultura e permettono di scoprire la magia del passato attraverso attrezzi e materiali di recupero.
- Grazie alle attività proposte dal Giardino di Shiva, dal Cine-Teatro Universal e dalla Stamperia Senza Pressa, alcuni giovani hanno scelto di vivere e comprare casa nel quartiere San Francesco d’Assisi.
In pieno centro storico a Cosenza, nel quartiere San Francesco d’Assisi, diversi spazi abbandonati hanno preso vita grazie alla volontà di alcuni giovani di non arrendersi e non fuggire di fronte alle difficoltà tipiche dei luoghi considerati periferici. A dare il via è stato Lorenzo Aristodemo che, dopo aver conosciuto lo yoga in Portogallo durante l’Erasmus, ha deciso di dedicarsi a questa disciplina – all’epoca, soprattutto in certi contesti, praticare yoga era quasi come appartenere a una setta – e nel 2013 ha creato Il Giardino di Shiva, centro studi e pratica yoga, proprio in quelle vie del centro in cui passare con un tappetino in mano era quasi come essere un alieno.
Da allora tante cose sono cambiate, c’è un via vai continuo di persone che da ogni parte di Cosenza e Rende si recano al centro studi per praticare o seminare cultura. Durante una delle tante attività organizzate è stata avviata una raccolta fondi con cui Lorenzo e gli altri ragazzi dell’associazione hanno acquistato una casa completamente abbandonata e quasi del tutto distrutta, proprio a 100 metri dalla scuola di yoga. Ognuno di loro ha messo in campo la propria abilità – chi nella pittura, chi nel legno, chi nei lavori elettrici – per contribuire alla prosecuzione de Il Giardino di Shiva.

È nato così uno spazio di comunità con un piccolo teatrino di 63 posti, il Cine-Teatro Universal, il cui arredamento è composto in parte da materiale di recupero, come i sedili, recuperati da un cinema di Fagnano inattivo dagli anni ’70. Al piano superiore dello stabile si trova la Stamperia Artigianale Senza Pressa, una stamperia nuova di zecca che conserva vecchi banchi tipografici recuperati da tipografie di Cosenza che hanno cessato la loro attività o che sono passate alla stampa digitale – il nome ha un doppio significato: stampare senza una pressa, ma anche senza “pressa”, senza fretta – e un’accorderia dove si realizzano e accordano strumenti musicali grazie a Massimo Tirino, che lavora il ferro e costruisce tamburi armonici.
Attività con un forte valore sociale che mirano a coinvolgere i ragazzi e le ragazze del quartiere. «Quasi un anno fa, il 22 giugno 2024, questo nuovo spazio prendeva vita suscitando grande curiosità. In tanti si sono avvicinati, abbiamo voluto aprirci al territorio, alle forze del territorio per organizzare spettacoli, talk, teatro, musica, performance varie, circo, presentazioni di libri. Eventi aperti a tutti e tutte, piccoli e grandi, generando tanta creatività e partecipazione che non ci aspettavamo», racconta Lorenzo.
Spesso siamo soliti pensare che l’isola felice sia altrove e lontano da noi, Lorenzo e i suoi amici invece l’hanno trovata proprio qui,
Il nome Cine-Teatro lo hanno rubato alla marca di una scatola di polvere da sparo trovata tra le macerie dello stabile che hanno ristrutturato. «Può sembrare un po’ vintage, a noi piaceva l’idea che lo spazio fosse universale tra le genti, le classi sociali e le arti». Accanto c’è la stamperia, anche quella dal sapore un po’ vintage, in cui si usano ancora le lettere mobili come si faceva fino non molti anni fa.
La stamperia è uno spazio molto amato dai bambini e dai ragazzi, figli di un’era ipertecnologica, che provano stupore nel mettere l’inchiostro nei caratteri lasciando il segno di una tecnologia arcaica e superata sulle loro stampe durante i tanti laboratori organizzati. Qui si stampano le locandine degli eventi, dei corsi di yoga e il calendario de Il Giardino di Shiva.

«Praticare yoga mi ha aiutato molto, ti “sbatte” in faccia la realtà in modo molto diretto. È utile confrontarsi con i propri limiti e quelli intorno a noi, da cui vorremmo spesso fuggire. Come questo quartiere che è un vero e proprio ghetto. Il simbolo de Il Giardino di Shiva è un loto, un bellissimo fiore che nasce dal fango e protende verso l’alto, pur stando nell’acqua non si bagna. Mi sembra una simbologia perfetta per il contesto in cui ho scelto di radicarmi: stare in posti difficili senza assorbirne le dinamiche più problematiche, viverli cogliendo gli aspetti più veri e intensi», continua Lorenzo.
Spesso siamo soliti pensare che l’isola felice sia altrove e lontano da noi, Lorenzo e i suoi amici invece l’hanno trovata proprio qui, a Cosenza, in questo quartiere abbandonato, decidendo addirittura di trasferirsi e comprare casa, sfidando ogni pregiudizio, in controtendenza con la narrazione più ricorrente e facendo da richiamo anche per altre persone. C’è chi viene da Napoli, chi da Cassino, chi da Frosinone. Come una vera e propria isola felice.
In meno di un anno sono stati circa 60 gli eventi che hanno animato un luogo che solo qualche tempo fa era abbandonato, tra macerie, disgusto e rassegnazione di chi vive da sempre nel quartiere. Se prima erano “tipi strani”, oggi Lorenzo e tutti i ragazzi dell’associazione sono apprezzati e rispettati. Hanno portato rinascita, vita, speranza e bellezza. Una diversa normalità a cui abituarsi.
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