Manicò: il progetto di cucina naturale itinerante di Federica e Andrea, chef a domicilio
Manicò cucina naturale itinerante è il progetto con cui Federica e Andrea entrano nelle case delle persone per condividere il loro manifesto basato sulla sostenibilità e sul rispetto.

In breve
Il progetto siciliano Manicò cucina naturale itinerante vuole unire il piacere del buon cibo con una maggiore consapevolezza alimentare e ambientale.
- Il cibo non è solo quello che portiamo nelle nostre tavole. Tra ristorazione, produzione e trasporto muove circa il 35% dell’economia mondiale.
- Scegliere con consapevolezza cosa mangiare vuol dire fare attenzione alla nostra salute, all’ambiente, ai diritti dei lavoratori, al benessere degli animali e molto altro.
- Federica e Andrea, due chef professionisti, hanno deciso di non lavorare nella cucina di un ristorante e hanno dato vita a un progetto che consenta loro di avere un contatto diretto con le persone.
I cibi che portiamo sulle nostre tavole dicono tanto di noi e delle scelte che facciamo rispetto alla nostra salute e a quella del pianeta. Lo sanno bene Federica e Andrea, che dopo aver lavorato in diversi ristoranti come chef si sono inventati un nuovo modo di cucinare per gli altri. Hanno abbattuto i muri fisici e virtuali delle cucine dei locali per entrare nelle case delle persone e “nutrirsi” del contatto diretto, divenendo portavoce di un vero e proprio manifesto cocinero da cui prende il nome il loro progetto: Manicò cucina naturale itinerante.
In principio si sono proposti come chef a domicilio, ma quando l’idea ha cominciato a muoversi sulle sue gambe sono nate diverse collaborazioni con realtà associative locali, dal MAT Museo Antropologico al mercato Suolo Urbano, che hanno dato loro l’opportunità di diversificare la proposta. Traspare un forte entusiasmo nelle voci di Andrea e Federica, che da pochi giorni si sono trasferiti nel loro primo laboratorio a Modica. Sono lì con le “mani in pasta” mentre preparano mandorle sabbiate, mandorle aromatiche e candidi di scorze di agrumi.

«A noi piace parlare di cucina rigenerativa, sostenibile e naturale, non vogliamo imporci con un’etichetta che potrebbe allontanarci dal raggiungere più persone a causa di pregiudizi. La nostra è una scelta rivolta alla sostenibilità, a ciò che è naturale e non è contaminato dall’essere umano. Nasce da qui il concetto di cucina naturale e sostenibile. Posso scegliere di essere vegano ma se mangio cibi ultra processati non sto facendo attenzione ad altri aspetti ugualmente importanti. La nostra è un’attenzione a 360 gradi. Se si sceglie di mangiare carne bisogna intercettare produttori che lavorano in modo sostenibile e il costo non sarà di pochi euro», raccontano Federica e Andrea.
I due chef di Manicò cucina naturale itinerante sono anche molto attenti agli sprechi – da qui il concetto i “cucina rigenerativa” – e preparano diversi fermentati usando tecniche che non per forza rientrano in una cultura più tradizionale. «Ogni scelta etica è prima ancora una scelta politica. Spesso si fa attenzione al piatto o all’atto di cucinare, ma prima di arrivare alla tavola ci sono molti altri passaggi. Uno scambio continuo che parte dal seme e dalla terra e finisce nella forchetta. Manicò ci ricorda il motivo per cui abbiamo fatto questa scelta», continuano Andrea e Federica.
Manicò cucina naturale itinerante ha abbattuto i muri fisici e virtuali delle cucine dei locali per entrare nelle case delle persone
Lei è di origine valtellinese, lui ha fatto ritorno a Modica dopo diverse esperienze fuori, entrambi hanno scelto la città iblea come luogo di sperimentazione per una cucina che ha sapore di rispetto e sostenibilità. Oltre a cucinare si recano personalmente dai produttori locali, agricoltori, casari e allevatori che grazie alle loro pratiche naturali garantiscono una materia prima di grande qualità che fa la differenza.
Portare il ristorante a casa delle persone o nei vari luoghi in cui vengono chiamati vuol dire anche portare le storie dei produttori, del contadino che si alza presto la mattina per andare a tastare a piedi nudi il terreno, ed essere portavoci della necessità di dare attenzione all’intera filiera. La cucina è un lavoro molto emozionale: ciò che si prepara si nutre e si fa carico di tante energie. Essere chef per Andrea e Federica non vuol dire infatti “solo” cucinare, ma è un vero e proprio gesto di cura verso la terra e verso gli altri.

«In parallelo porto avanti studi di naturopatia che si incastrano molto con il nostro modo di intendere la cucina, una visione olistica che tiene conto del nostro presente e del nostro passato. Abbiamo organizzato un ciclo di eventi dedicato ai quattro elementi che presto riproporremo. Lo abbiamo chiamato “elementare” perché è anche un modo per considerare abitudini che fanno parte di noi, che possiamo non condividere rispetto alle proprie sensibilità, ma che ci hanno accompagnato nella nostra evoluzione», sottolinea Federica.
Nonostante i due chef itineranti non abbiano un ristorante fisico tutto loro, grazie al passaparola e alla collaborazione con le realtà del territorio con cui c’è una comunione di intenti sono sempre più ricercati. «Il comparto del cibo – tra ristorazione, produzione e trasporto – muove il 35% dell’economia mondiale», sottolineano.
«Oltre alla spettacolarizzazione dei piatti, alla standardizzazione dei sapori, c’è molto altro. Cucinare significa avere cura, attenzione e sensibilità ed è una grande opportunità per farsi portavoce di messaggi importanti: filiera, salute, ambiente, distribuzione. Noi ci crediamo molto, non sappiamo dove arriveremo perché è un progetto in continua evoluzione che si adatta alle esigenze del tempo in cui viviamo, ma continueremo a farlo con tanta passione, impegno e gioia», concludono Federica e Andrea.
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