4 Aprile 2025 | Tempo lettura: 7 minuti

Cercatori di semi: la tutela dell’agrobiodiversità è una ricerca quotidiana

Custodire la biodiversità agricola è il principale obiettivo di Cercatori di semi, un’associazione che da anni fa ricerca sul campo riscoprendo le varietà di sementi rare e antiche, per poi custodirle in una banca dei semi.

Autore: Benedetta Torsello
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Quella della tradizione contadina è in gran parte una storia non scritta. Si tramanda di coltivazione in coltivazione, di generazione in generazione. L’utilizzo di metodi agricoli non sostenibili, le colture intensive e le logiche della grande distribuzione spesso sacrificano gli ecotipi locali ovvero le varietà della stessa specie tipiche di un territorio e l’agrobiodiversità, preziosa custode della storia dei luoghi.

Pietro Segatta, presidente dell’associazione Cercatori di semi, non si è mai arreso di fronte alla silenziosa e graduale perdita di questa memoria collettiva. Dopo un lungo viaggio in America Centrale – tra Guatemala, Messico e Repubblica Dominicana – nel febbraio 2015 si stabilisce ad Ardea, vicino Roma, e inizia le sue ricerche sulla biodiversità agricola italiana e sulle sementi antiche e perdute.

«Dopo aver visto con i miei occhi quanto è dura la vita dei coltivatori nei paesi in cui ho viaggiato, sempre più schiacciati dall’arroganza delle multinazionali che impongono sistemi produttivi per loro tecnicamente ed economicamente insostenibili, ho deciso di fare qualcosa», racconta. Tornato in Italia dà vita a Cercatori di semi, con la speranza di scongiurare il più possibile il propagarsi di pratiche agricole predatorie e dannose per l’agrobioidiversità.

Cercatori di semi: la tutela dell’agrobiodiversità è una ricerca quotidiana
L’associazione Cercatori di semi custodisce una preziosa banca dei semi rari e antichi.

Alla ricerca delle varietà scomparse

«La nostra associazione si occupa principalmente della produzione e distribuzione gratuita di semi di varietà italiane antiche – chiarisce il presidente di Custodi di semi –, ma soprattutto della loro ricerca e coltivazione nella nostra banca del germoplasma [si tratta del corredo genetico di una data specie, costituito dall’insieme delle sue diverse varietà, coltivate – dette cultivar – e non, ndr]».

Occorre fare una precisazione importante: per varietà antiche si intendono specie risalenti al secolo scorso: «È stata fatta molta disinformazione in merito al concetto di “antico” in agricoltura. La definizione deriva dall’inglese heirloom, ovvero cimelio, per indicare varietà risalenti al secolo scorso e derivate dall’impollinazione aperta. Per convenzione in Italia si è preferito definirle “antiche” e non “cimelio”».

Mentre accumulavamo e riproducevamo sementi, le distribuivamo gratuitamente a moltissime persone che ne avevano necessità

Per supportare le attività di ricerca dell’associazione, come ci racconta Pietro Segatta, è stata aperta un’azienda agricola di circa quindici ettari recintati dove poter fare ricerche in campo. «La nostra è una ricerca per sentito dire. Ci spostiamo lì dove anni fa veniva coltivata una specie, andiamo alla ricerca di tale varietà e la riduciamo in purezza in degli orti isolati. Con qualche selezione cerchiamo di arrivare agli standard coerenti con le informazioni raccolte».

Spesso non ci sono delle testimonianze scritte: «Gli anziani, la gente del posto ci aiuta a reperire le notizie preziose per selezionare la linea parentale più adeguata di una specie perduta e provare a riportarla in coltivazione». Perché delle sementi vengano riconosciute come antiche, ci si deve rivolgere all’ente regionale preposto (l’Arsial, nel caso della regione Lazio). «Quest’ente si occupa proprio della biodiversità e dell’agrobiodiversità – spiega Pietro Segatta – Prenderà le sementi, le coltiverà e farà delle analisi genetiche per cercare i marker di cultivar di quella specie già in commercio. Se si tratta effettivamente di una varietà antica, non presenterà marker genetici delle varietà odierne commercializzate».

Cercatori di semi: la tutela dell’agrobiodiversità è una ricerca quotidiana
La ricerca delle varietà antiche avviene per sentito dire, grazie ai ricordi e alle tradizioni degli abitanti del luogo.

La banca di Cercatori i semi

Negli anni l’associazione Cercatori di semi è  riuscita a creare una banca del germoplasma straordinaria, che va dal pomodoro Pantano di Ardea, ora denominazione comunale nel territorio che la ospita e fonte di una preziosa filiera economica del posto, passando per il Tabacco Reale dei Savoia, salvato in extremis prima della demolizione della serra torinese dove erano conservati gli ultimi esemplari, arrivando al Mais Pignoletto del Musset, alla Zucchina di Pantelleria, alla Zucca Santa Bellunese e così via.

«Mentre accumulavamo e riproducevamo sementi, le distribuivamo gratuitamente a moltissime persone che ne avevano necessità, ad associazioni, a enti statali, giardini botanici, alle scuole, agli ospedali pediatrici, agli istituti correzionali», prosegue Pietro Segatta. Questo ha innescato nel tempo un processo virtuoso: «Coltivatori di tutta Italia ci hanno inviato varietà antiche conservate anche per un secolo nei loro orti famigliari. Altri appassionati si sono prodigati nel cercare in varie regioni, persino nei musei botanici, sementi di cultivar che stavano scomparendo, perché sostituite da quelle commerciali».

Le specie coltivate attualmente in commercio sono spesso selezionate perché maggiormente resistenti e adatte agli ingranaggi della grande distribuzione. Tuttavia le varietà antiche hanno le proprie filiere, come quella della ristorazione, che alla ricerca costante di autenticità e riscoperta di sapori perduti ricorre sempre più spesso a varietà antiche.

L’importanza di una banca dei semi antichi non riguarda solo il recupero di una memoria a rischio di oblio collettivo. È una ricerca per il futuro e per la nostra sopravvivenza nei prossimi anni. «Chi trascorre tutti i giorni dell’anno in campo, non può negare quante cose siano cambiate per effetto della crisi climatica. Ecco perché è fondamentale recuperare le varietà antiche, che hanno una capacità di riadattamento nettamente superiore alle altre».

«A differenza degli F1, cioè gli ibridi in prima battuta che vengono da due linee parentali geneticamente molto strette, difficilmente riproducibili se non in laboratorio, le varietà antiche possono essere selezionate direttamente dal contadino nello stesso campo in cui coltiva, scegliendo tra le sue piante migliori», conclude Pietro Segatta. Le varietà antiche quindi non solo sono più adattabili in vista degli stravolgimenti già in atto delle condizioni di coltivazione, ma sono anche più sostenibili sul piano ambientale ed economico, garantendo maggior indipendenza a chi coltiva.

Cercatori di semi: la tutela dell’agrobiodiversità è una ricerca quotidiana
La Vision per l’agricoltura e l’alimentazione definisce il futuro dell’agricoltura europea da qui ai prossimi quindici anni.

Le scelte dell’Europa

Lo scorso 19 febbraio, la Commissione europea ha pubblicato la nuova Vision per l’agricoltura e l’alimentazione. Si tratta di un documento che serve a indirizzare le politiche agricole comunitarie fino al 2040, alla luce dello stato attuale del settore, delle nuove necessità o delle problematiche endemiche a cui cercare nuove risposte.

La Vision è frutto di circa un anno di lavoro. Nel 2024 infatti, la Commissione ha formato un gruppo di 29 esperti, rappresentanti dei diversi stakeholder del settore agroalimentare europeo: produzione, trasformazione, società civile, organizzazioni ambientaliste e naturalmente agricoltori. Bisognava innanzitutto instaurare un dialogo strategico con il mondo dell’agricoltura. Si è ragionato su quali siano i passaggi necessari per evolvere l’attuale modello agricolo europeo, per poi elaborare una serie di raccomandazioni alla Commissione diffuse pubblicamente lo scorso settembre.

A queste, è seguita poi l’elaborazione e stesura della Vision su agricoltura e alimentazione. Sotto molti aspetti, il documento sembra deludere le aspettative e segnare, anzi, un rischioso cambio di passo: un dietrofront rispetto al Green Deal europeo, a svantaggio delle piccole e medie imprese agricole. E in attesa che in Europa avvenga un prezioso cambio di marcia, c’è chi come Cercatori di semi non smette di credere in un’altra agricoltura possibile.

Informazioni chiave

Tutela dell’agrobiodiversità

Pratiche agricole intensive e predatorie mettono in pericolo l’agrobiodiversità, preziosa memoria collettiva, che si tramanda di generazione in generazione.

Una banca di semi antichi

I semi antichi, di varietà risalenti al secolo scorso, si adattano più facilmente al cambiamento climatico e garantiscono maggiore indipendenza a chi coltiva la terra.

In Europa

La nuova Vision per l’agricoltura e l’alimentazione, resa nota dalla Commissione Europea, è un documento che serve a indirizzare le politiche agricole comunitarie fino al 2040.