Erbe aromatiche e turismo diffuso per contrastare lo spopolamento in Sicilia
Una famiglia di agricoltori biologici del nisseno porta avanti alcuni progetti agricoli e ricettivi per rivitalizzare la zona centrale della Sicilia, minacciata da spopolamento e abbandono.

A volte per trovare la chiave dell’affermazione professionale bisogna solo seguire un’intuizione, insistere, resistere, evolversi rimanendo ancorati alle origini. È quello che è successo dopo venticinque anni di duro lavoro a Dante Gangi: a Resuttano (CL), nel cuore dell’isola, coltiva erbe aromatiche in biologico che esporta praticamente in tutto il mondo. «Tranne in Africa, siamo ovunque», racconta Dante, imprenditore e agricoltore dell’entroterra siculo, in particolare di un’area interna soggetta a un forte spopolamento sempre più priva di servizi e prospettive da offrire ai giovani.
Dante lavora la terra da quando ha memoria. Prima coltivava il grano, ma con la crisi del comparto degli anni ’90 si è trovato a fare i conti con le tasche e con il futuro, e insieme alla moglie e ai tre figli, che lo supportano ancora oggi, ha pensato a quale produzione dedicarsi per fare la differenza. «Certe cose le puoi fare solo in Sicilia i nostri odori cresciuti al sole, non hanno eguali – continua Dante –, così abbiamo deciso di produrre erbe officinali».

Una passione e una dedizione per il lavoro, quella di Dante, che dovrebbe inorgoglire il Sud Italia. Davanti alla sua azienda nessuna insegna, solo una grande formica in ferro battuto a simboleggiare l’operosità. Angela, sua moglie, si occupa della commercializzazione del prodotto, mentre lui si dà anima e corpo alla terra. 25 ettari di cui 10 piantati a origano, 3 di timo e 3 di peperoncino, 2 ettari di finocchietto selvatico, 2 di rosmarino, 1 di alloro, 1 di lavanda, mezzo ettaro di maggiorana e gli altri restanti sono suddivisi tra piccole colture di basilico, prezzemolo e capperi e sperimentazioni varie.
L’ostinata caparbietà e la forte unione li hanno portati a superare ostacoli, sciogliere nodi burocratici, ottenere certificazioni, prendere contatti con mezzo mondo, portare i buyer a innamorarsi della campagna sicula. Oggi la loro azienda – Aromi di Sicilia – conta venti donne impiegate più i cinque componenti della famiglia. Il capannone dove vengono confezionate le preziose erbe dopo l’essiccazione si trova incastonato nella verdissima campagna delle Madonie, che in primavera gode di mille varietà di fiori e piante spontanee, i cui variegati colori sono una vera festa per gli occhi. La biodiversità unica e incontaminata di questi territori favorisce un habitat perfetto per le erbe aromatiche che sprigionano profumi e specificità salutistiche e organolettiche uniche al mondo.
Certe cose le puoi fare solo in Sicilia i nostri odori cresciuti al sole, non hanno eguali, così abbiamo deciso di produrre erbe officinali
Da poco Dante ha deciso di contribuire allo sviluppo economico e turistico delle Madonie. Dopo aver acquistato una parte di Tùdia, ha iniziato a ristrutturare questo antichissimo borgo a ridosso delle basse Madonie, in origine un feudo, circondato da pagliai un tempo abitati da allevatori e contadini, da campi di grano e da colture di pomodoro siccagno. Un luogo immerso tra ricordi e tradizione ormai quasi del tutto abbandonato. La famiglia Gangi vuole rivalutare il borgo per promuovere il turismo rurale attraverso un’accoglienza diffusa sul territorio.
Aromi di Sicilia è impegnata in progetti gestionali innovativi che mirano a implementare l’economia circolare siciliana ed è anche capofila del progetto Aromatiche Madonie, che ha avuto il supporto del GAL ISC Madonie e dei fondi FEASR e PSR Sicilia 2014-2020 per il “Sostegno alla cooperazione di filiera, sia orizzontale che verticale, per la creazione e lo sviluppo di filiere corte e mercati locali e sostegno ad attività promozionali a raggio locale, connesse allo sviluppo delle filiere corte e dei mercati locali”.

Insieme all’azienda di Dante partecipano al progetto anche la cooperativa Pietraviva – che ha dato vita a un vivaio per la valorizzazione, il recupero e la salvaguardia dei frutti antichi siciliani –, l’azienda agricola Aromi Mascarella che produce erbe aromatiche a Caccamo, l’IDIMED, l’Istituto per la Promozione e la Valorizzazione della Dieta del Mediterraneo e il museo naturalistico Minà Palumbo di Castelbuono, che riaprirà a luglio e che custodisce le collezioni del medico castelbuonese con reperti che spaziano dalla flora alla fauna, dalla geologia all’archeologia del territorio.
Queste realtà si sono riunite per creare rete, consolidare le relazioni tra gli operatori e rilanciare l’area rurale attraverso attività di promozione locale e sviluppo della filiera corta. Un microcosmo unico tra bellezza incontaminata, cibo buono, biodiversità, natura, cultura e gente genuina e autentica che vale la pena di conoscere e vivere.
Informazioni chiave
“Certe cose si possono fare solo in Sicilia”
La terra ricca, il sole, l’acqua danno agli aromi siciliani profumi e gusti irripetibili altrove.
Dalle crisi nascono le opportunità
Saper leggere i segnali non è una qualità diffusa. Nei periodi di difficoltà può fare la differenza per avviare scelte insolite o a cui non si aveva fatto caso in precedenza. È accaduto a Dante Gangi negli anni ’90.
Fare rete è essenziale
Consolidare relazioni tra operatori di uno stesso territorio è un vantaggio per la comunità, l’economia e il rilancio di un luogo.
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