14 Aprile 2025 | Tempo lettura: 6 minuti

La Sardegna e i suoi alberi monumentali: un patrimonio da valorizzare

In Sardegna gli alberi monumentali rappresentano un patrimonio naturale e culturale inestimabile, che distingue l’Isola per la ricchezza e la varietà di queste presenze secolari, testimoni viventi della storia e dell’identità locale.

Autore: Sara Brughitta
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In Sardegna il patrimonio naturale non si limita solo alla bellezza dei paesaggi, ma include anche un tesoro storico e culturale: gli alberi monumentali. Questi giganti verdi, simboli di resistenza e di radicamento, sono distribuiti in tutta l’isola, sebbene con concentrazioni diverse, abbracciando sia le zone rurali più remote che le aree urbane.

Secondo i dati aggiornati dal Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste, la Sardegna si posiziona al terzo posto tra le regioni italiane per numero di alberi monumentali, con una percentuale superiore del 10% rispetto alle altre regioni. La nostra isola è preceduta solo dal Friuli Venezia Giulia e dalla Lombardia: come evidenziato nel portale Sardegna Corpo Forestale, al 2024 qui sono 426 gli alberi monumentali censiti, un dato in crescita rispetto ai 397 esemplari registrati nel 2019.

Parlare di alberi monumentali in Sardegna non significa solo celebrarne la maestosità, ma anche riconoscere che sono un patrimonio vivente, testimoni di un passato lontano. Il grande Patriarca – o s’Ozzastru – di Luras, ad esempio, con i suoi 4000 anni, ha visto la fine dell’età nuragica e il susseguirsi di civiltà, arrivando fino a noi come un testimone silenzioso della storia dell’isola.

Sa Reina di Villamassargia, nel corso dei suoi 900 anni di vita, ha avuto modo di vivere l’epoca dei giudicati. Questi alberi, oltre a essere emblema di resistenza, rappresentano un legame tangibile con le radici culturali e storiche dell’Isola. Sapere che esistono, che sono visitabili, può rappresentare uno dei tanti mattoncini che compongono la grande costruzione della nostra identità.

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Tasso Matari, foto di Giant Trees Foundation

Gli alberi monumentali:  testimoni del tempo e dello spazio

Secondo la definizione contenuta nel glossario della relazione generale del Piano Paesaggistico Regionale della Sardegna, un albero monumentale è una pianta di particolare rilevanza, definita non solo dalle sue dimensioni – quali altezza, diametro e circonferenza – ma anche dal suo portamento, dalla proiezione della chioma e dall’età presunta, in rapporto alle caratteristiche delle specie forestali. A determinare il suo status di “monumentale” contribuiscono anche aspetti legati alla sua posizione geografica, come ad esempio la presenza su formazioni rocciose, rendendo in tal modo il paesaggio più suggestivo.

Tuttavia l’importanza di questi alberi non è solo legata alla loro imponente presenza fisica, ma anche al loro valore culturale e identitario: sono custodi della memoria storica, poiché hanno radici che affondano in un passato remoto di cui sono la testimonianza vivente. La loro valorizzazione diventa quindi un atto di responsabilità collettiva e individuale, che ha a che fare con il rispetto del patrimonio ambientale e culturale.

Buone prassi per la valorizzazione degli alberi monumentali in Sardegna: Villamassargia e Urzulei

Villamassargia e Urzulei emergono come esempi virtuosi di come un territorio possa proteggere e promuovere il suo verde monumentale. Nel primo, piccolo paese nel Sud Sardegna, si trova uno dei luoghi più significativi per la conservazione degli alberi monumentali: S’Ortu Mannu. Questo uliveto secolare si estende per circa 13 ettari, anche se un tempo copriva un’area ben più vasta pari a 70 ettari. La sua particolare bellezza risiede nella presenza di alberi secolari, tra cui spicca l’imponente ulivo millenario Sa Reina, La Regina, con una circonferenza di ben 16 metri e un’età stimata di circa 900 anni.

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Sa Reina, foto di Fontanaelia

L’oliveto è situato ai piedi dei ruderi del castello medievale di Gioiosa Guardia, costruito nel XIII secolo dalla nobile famiglia dei Conti della Gherardesca e successivamente alle guerre fra Il giudicato di Arborea e il Regno di Sardegna occupato da Brancaleone Doria, marito di Eleonora d’Arborea. In una visione romantica è commovente pensare all’incontro di queste due figure: Sa Reina e la giudicessa. Incontro a cui solo la prima è sopravvissuta e ne detiene in qualche modo la memoria.

Anche a Urzulei, un altro Comune sardo situato nella provincia di Nuoro, si trova un esempio di albero monumentale che ha fatto parlare di sé: il Tasso Matari. Questo maestoso esemplare, che sorge nel massiccio calcareo del Supramonte, è stato incoronato Albero d’Italia dell’Anno 2024. Con un’altezza di 17 metri e una circonferenza che supera i 5 metri, il Tasso Matari è uno degli alberi più imponenti della sua specie, custode di una storia che dura da circa 500 anni.

Sarebbe bello poter conoscere tutte le storie che questi alberi monumentali hanno visto e vissuto. Sebbene non siano dotati di parola, sono comunque in grado di comunicare a chi, tra i loro rami, le loro foglie e le loro radici, desidera scoprire qualcosa di più. A chi è disposto ad ascoltare, questi alberi offrono il loro sussurro: il fruscio che trasmette la serenità di una resa al passare del tempo, mantenendo però saldamente impiantate le radici nella terra e l’intenzione di raggiungere le stelle con i loro rami.

A Urzulei si trova anche l’unica vite selvatica monumentale della Sardegna

Le specie 

Tra le specie che vantano il maggior numero di esemplari monumentali c’è il leccio (Quercus ilex), seguito dalla roverella (Quercus pubescens Willd) e dalla sughera (Quercus suber). A completare questo panorama di giganti verdi ci sono anche gli olivi e gli olivastri, insieme a tassi, ginepri e corbezzoli, tutti elementi che arricchiscono la biodiversità dell’Isola. A spiccare in questo panorama ricco e allo stesso tempo vario vi sono alcuni esemplari come la sequoia gigante di Vallicciola, con i suoi 35 metri di altezza e oltre i 3 di circonferenza, situata a Tempio Pausania, nella zona settentrionale del Limbara.

Un altro albero che merita attenzione è il mirto di San Vito, nel Sarrabus, il cui fusto raggiunge una circonferenza di quasi un metro e mezzo e un’età stimata di oltre 100 anni. Non meno affascinante è il castagno di Tonara, con la sua imponente circonferenza di ben 540 centimetri. A Urzulei inoltre si trova anche l’unica vite selvatica monumentale della Sardegna, un altro prezioso testimone della biodiversità unica dell’isola.

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S’Ozzastru di Luras, foto di Gianni Careddu

Oppure ancora il già citato Grande Patriarca o s’Ozzastru di Luras, albero sicuramente imponente alla vista, con un’altezza di circa 14 metri. Tuttavia, la sua maestosità va oltre le dimensioni fisiche: la vera grandezza di questo albero risiede nei millenni che ha vissuto, nelle civiltà che ha visto nascere e tramontare, nelle stagioni che ha attraversato e nelle innumerevoli persone che si sono riparate sotto la sua chioma.

Il censimento: un impegno collettivo per la tutela e la valorizzazione

La conoscenza del patrimonio monumentale naturale dell’isola, come già anticipato, è fondamentale per la sua tutela e sviluppo. A tal proposito il censimento degli alberi monumentali in Sardegna assume un ruolo fondamentale, perché consente di creare una mappa – consultabile qui. La responsabilità di condurre il censimento è affidata alle Amministrazioni comunali, ma proprio perché trattasi di un bene collettivo ognuno può segnalare alberi che si ritiene meritino di essere censiti, compilando apposite schede di segnalazione e consegnandole al Comune competente.

Dopo il censimento, viene creato anche un elenco regionale che viene trasmesso annualmente alla Regione, entro il 31 dicembre, per l’inclusione nell’elenco nazionale degli alberi monumentali. Un invito, quello delle piattaforme online, a conoscere e valorizzare questi testimoni silenziosi della storia sarda.