Terramore, un centro in Abruzzo che coniuga agroecologia e benessere personale
Dopo tanto peregrinare in giro per il mondo Silvia e Toti hanno scelto l’Abruzzo. Qui hanno fondato l’associazione Terramore che propone attività olistiche e pratiche di agroecologia per una cultura rigenerativa della terra e del cuore capace di generare un cambiamento profondo.

Silvia e Toti hanno ascoltato il richiamo più profondo del cuore intraprendendo un viaggio di trasformazione alla ricerca di autenticità, connessione e armonia con la natura. Dopo alcuni anni in Inghilterra e una carriera promettente – per Toti come copywriter pubblicitario e per Silvia come guest service manager per una nota catena alberghiera – hanno avvertito un vuoto interiore, il bisogno di qualcosa di più vero ed essenziale.
Così hanno lasciato tutto per abbracciare l’ignoto e dopo un lungo peregrinare si sono fermati in Abruzzo dando vita a Terramore, un’associazione di promozione sociale, un santuario di biodiversità e crescita interiore, un luogo in cui ogni giorno è un invito a imparare e a connettersi con l’autenticità della vita. Hanno viaggiato in Centro America tra comunità contadine, progetti ecologici e riserve indigene, imparando i principi della permacultura e dell’agroecologia. Poi il Costa Rica li ha accolti tra le foreste lussureggianti e per due anni hanno vissuto in un piccolo villaggio remoto gestendo una fattoria naturale completamente autosufficiente. Un’esperienza essenziale per applicare e testare molte pratiche ecologiche.
L’India è stata un’altra tappa fondamentale: tra gli ashram e i sussurri antichi dello yoga e dell’ayurveda hanno affinato il loro cammino di crescita e consapevolezza specializzandosi nelle discipline olistiche. Infine è stata la volta di Tenerife, che per sei anni è stata la loro casa. Qui hanno creato un centro dove il benessere olistico e la sostenibilità si intrecciavano con la bellezza selvaggia dell’isola.

«Quando abbiamo deciso di abbandonare la nostra vita in città, è nato il progetto “Gira & coltiva”: abbiamo visitato e vissuto come volontari in piccole fattorie naturali, ecovillaggi, comunità contadine», racconta Silvia. «Siamo stati anche in Abruzzo, proprio nella Valle del Trigno dove ci troviamo adesso. Già all’epoca ci aveva colpito. Nel 2020 il cerchio si è chiuso: abbiamo lasciato Tenerife perché cercavamo una terra dove piantare alberi e siamo venuti qui, un vero polmone verde, un territorio poco popolato con tanta natura e poco turismo».
L’esperienza in giro per il mondo prende forma nel centro Terramore
In questa cornice Silvia e Toti hanno portato con sé la formazione e l’esperienza decennale maturata in giro per il mondo. Non è stato semplice. Terramore si estende su due ettari di terreno, un luogo di sperimentazione agro-ecologica dove si coltiva non solo la terra, ma anche un profondo legame con i quattro elementi: terra, acqua, fuoco e aria. È stata creata una food forest insieme a diversi orti naturali, adottando tecniche rigenerative che escludono l’aratura, favorendo così la fertilità del suolo e la biodiversità.
Terramore è un santuario di biodiversità e crescita interiore, un luogo in cui ogni giorno è un invito a imparare e a connettersi con l’autenticità della vita
La visione portante si basa su un’armoniosa collaborazione con le energie visibili e invisibili dell’ecosistema, rispettando gli equilibri naturali. Immerso tra le colline boscose dell’Abruzzo, Terramore è un centro di formazione esperienziale che invita a riscoprire l’essenziale attraverso una forte connessione con la terra. Attualmente il centro è costituito da una comunità dinamica di “contadini del cuore”, alcuni vi risiedono stabilmente mentre altri, itineranti, vi fanno visita per contribuire e condividere esperienze.
Il nome nasce come evoluzione dei progetti vissuti in precedenza e racchiude il concetto di vivere in un luogo dove si applicano delle pratiche rigenerative: rigenerando la terra si rigenera anche il cuore. «La terra è un essere vivente e rappresenta il cuore umano, la desertificazione del mondo è la desertificazione del cuore», continua Silvia. «Un forte senso di responsabilità ci ha spinto a fare scelte fuori dagli schemi, a seguire in maniera naturale le nostre passioni, sono così arrivate alternative possibili e tutte le esperienze che ci hanno forgiato. Se si può creare bellezza perché non farlo?».

Terramore tra responsabilità, cambiamento culturale e agroecologia
Per Silvia e Toti è stato determinante non essere parte di coloro che distruggono il pianeta e agiscono in maniera inconsapevole. In Abruzzo con l’associazione Terramore stanno contribuendo a una nuova vitalità del territorio e a una nuova bellezza. Nella Valle del Trigno non sono i soli, qui infatti hanno deciso di stabilirsi diverse persone non abruzzesi che hanno una visione ecologica della vita.
Una piccola rete che non fa sentire soli. Silvia e Toti hanno a cuore la condivisione di un mondo più sostenibile, soprattutto con i più giovani. Dal 26 maggio al 4 giugno proporranno un’attività formativa unica cofinanziata dalla Fondazione PuntoSud e dalla Commissione Europea nell’ambito di NOPLANETB.
«Semi di Cambiamento: Empowerment Giovanile per la Sostenibilità è un percorso formativo di dieci giorni rivolto a giovani tra i 20 e i 35 anni, un’esperienza immersiva per sviluppare consapevolezza ambientale, potenziare le capacità personali e promuovere azioni rigenerative. Sarà svolto in italiano. Si tratta di una rarità per questi territori caratterizzati da un alto livello di povertà educativa e di attività sostenibili», conclude Silvia.
L’Abruzzo tra denatalità, fuga di studenti e lavoratori rischia di perdere da qui ai prossimi vent’anni circa 109.000 residenti, ovvero il 9% della popolazione attuale, il doppio rispetto a quanto calcolato al livello nazionale. Uno spopolamento che comporta gravi conseguenze per quei pochi che rimangono e in generale per la cura dei territori. Una ricerca del Gssi, il Gran Sasso Science Institute, ha individuato che il declino non è scontato e che bisogna investire soprattutto sull’offerta educativa per ribaltare la tendenza. Verrebbe da dire, un’offerta educativa che guardi alla sostenibilità con un approccio olistico e rispettoso delle persone e dell’ambiente.

Il calendario di Terramore è molto fitto in tal senso, sono tante le iniziative per la rigenerazione del cuore e della terra, dai ritiri di Mindfulness in Natura che combinano yoga, meditazione, ecologia profonda, ai raduni Living Lab per condividere una cultura rigenerativa, al Natural Farming Camp, una formazione esperienziale di sette giorni sull’agricoltura naturale ispirata ai principi di Masanobu Fukuoka, un approccio alla coltivazione che riduce al minimo l’intervento umano, al punto che il celebre botanico giapponese autore de La Rivoluzione del Filo di Paglia la definiva anche agricoltura del “non fare”.
Informazioni chiave
Il cambiamento richiede impegno
Silvia e Toti hanno impiegato dieci anni per dare forma al loro sogno e riunire in un progetto le esperienze di una vita.
Criticità e punti di forza in Abruzzo
È un polmone verde, un territorio poco popolato con tanta natura. Una condizione favorevole per certi aspetti, ma non per altri. La povertà educativa e la mancanza di attività sostenibili non permette di sviluppare una consapevolezza ambientale, potenziare le capacità personali e promuovere azioni rigenerative.
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