19 Marzo 2025 | Tempo lettura: 7 minuti
Ispirazioni / Io faccio così

Il sogno di Paolino e la sua Cocoon, la sauna mobile che viaggia incontro alle persone

Paolo Locci, artista circense e operatore olistico, ha scelto da anni il nomadismo. Per conciliare le sue passioni e il suo stile di vita ha lanciato un progetto di sauna mobile, in modo da rendere anche il benessere più diffuso e accessibile.

Autore: Francesca Galliano
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Se si pensa al benessere esso ci appare oggi come un bene di lusso, appannaggio di chi ha il privilegio di disporre di tempo e risorse per dedicarsi al relax e alla cura di sé. E se ci fossero altre modalità di accedervi? Se, ad esempio, il benessere venisse a bussare alla porta di casa? Sono questi i presupposti del progetto Cocoon, in inglese “bozzolo”, un bozzolo da cui è nata una farfalla, portando le “folli” idee di Paolo Locci – Paolino per gli amici – alla loro piena concretizzazione.

Tutto inizia a febbraio dell’anno scorso, quando Paolino dà vita a una raccolta fondi per supportare il suo sogno: realizzare una sauna trasportabile con annesso tendone dove effettuare massaggi e altre pratiche olistiche. A trainare il carico il suo fidato furgone che già utilizza per viaggiare da anni. L’obiettivo? Trovare uno snodo entro il crocevia di passioni che lo hanno caratterizzato durante il suo percorso di vita e al contempo rendere accessibile il benessere a quante più persone possibile, aprendo le porte a tutte le collaborazioni esterne di chi volesse unirsi al “villaggio nomade del benessere”.

Raccontami un po’ di te e dei tuoi interessi: come li hai coltivati e sviluppati?

Tutto parte dalle superiori: conobbi lì una ragazza che faceva un progetto di giocoleria e che mi aveva insegnato a giocare con le tre palline. Da quel momento divampò il mio amore per il circo e adesso sono 22 anni che lo faccio professionalmente. Però in questo lasso di tempo ho avuto mille altre passioni: ho iniziato a fare laboratori di massaggi, ho studiato shiatsu e medicina cinese a Torino e poi sono andato in Thailandia a studiare massaggio thai.

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Il progetto di Cocoon

Nel mentre ho abitato in Francia in una casa in cui avevamo una sauna e me ne sono completamente innamorato. Quindi mi sono chiesto come potessi conciliare tutte queste diverse passioni restando in un ambiente nomade, perché per me il nomadismo è uno stile di vita a livello basilare.

Mi spieghi il perché hai scelto di chiamare il tuo progetto Cocoon?

Il nome Cocoon arriva da un suggerimento di una mia amica di Torino: ero partito con un brainstorming su cosa potesse essere il progetto e su quello che rappresentava. Per me si trattava di un luogo di rinascita in primis e lavorando tanto sul termine “trasformazione” più pensavo a questa parola più mi scervellavo nel chiedermi quale fosse un luogo protetto di trasformazione. Questa mia amica mi rispose un giorno: “Il bozzolo del bruco che diventa farfalla”. Il bruco infatti si crea il proprio bozzolo in cui trasformarsi, diventare più leggero, una farfalla che può volare via. Da bozzolo poi la traduzione inglese in cocoon e l’aggiunta di nomadic wellness [benessere nomade, ndr].

Cosa significa per te la vita nomade e perché hai sentito l’esigenza di conciliarla al benessere?

Il nomadismo per me è la base quindi la mia ricerca è partita dal cercare di conciliare il benessere con esso. Quando si sono trovate tutte le cose che ci piace fare la bellezza è proprio metterle assieme per dar vita a qualcosa di nuovo. Da qui mi ricollego anche a un altro discorso: il progetto che sto sviluppando è una sorta di utopia, volevo un luogo che potesse andare dalle persone e non viceversa.

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La sauna completata

Questo mi permetterebbe di portare il benessere dove esso non arriva di solito, ad esempio nelle periferie più povere, per permettere alle persone che non si potrebbero mai concedere un pomeriggio in spa di trovarsela sotto casa. Quindi i bisogni che mi spingono sono due: riportare la gente al benessere e creare uno spazio d’arte collaborativo. Per me è fondamentale creare il posto, poi quello che ci farò dentro è un secondo aspetto.

Ti andrebbe di raccontarmi quali difficoltà hai incontrato e cosa diresti a chi trova ispirazione nella tua storia?

Dovrei prendermi un attimo per pensarci, ma sul momento mi viene da dirti che le difficoltà affrontate, una per volta, si superano tutte. Quindi immagino che il consiglio più importante sia crederci, essere curiosi di seguire i propri sogni, anche se si fallisce nel percorso si impara sempre qualcosa. Di difficoltà grosse nel pratico non ne ho incontrata nessuna, solo tanto da fare. Un grosso scoglio per me è la gestione economica: ho imparato a collaborare con altri che ne sapevano più di me, a delegare, a cercare di far innamorare qualcuno del mio progetto per ricevere una mano laddove non arrivo da solo.

Voglio portare il benessere dove esso non arriva di solito, ad esempio nelle periferie più povere

Quali sono le pratiche olistiche su cui ti concentrerai nel tuo villaggio nomade del benessere? Vedi possibilità di collaborazioni con Cocoon?

Di solito faccio massaggi thai e full body decontratturanti, divido il massaggio partendo dal thailandese che allunga e distende e da metà in poi inizio con il decontratturante, ma a quel punto la persona si è già rilassata solitamente. A seconda delle problematiche che sta vivendo il corpo di una determinata persona metto in atto diverse pratiche e modalità di approcciarmi al massaggio.

Poi tornano anche in gioco gli anni di studi circa la medicina cinese e lo shiatsu, tutte quelle nozioni che si uniscono alle altre pratiche. È questa per me la definizione di “pratica olistica”. Mi immagino infatti anche di portare gente che lavora con la voce come espressione del sé o altri che praticano meditazione, insomma in base a disponibilità e necessità chiunque voglia apportare contributi in linea con il progetto può entrare a farvi parte.

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Il furgone di Paolino

Hai terminato la costruzione della sauna trasportabile?

La costruzione è stata terminata il ventotto dicembre dello scorso anno. La sauna in sé è pronta per l’uso: è fatta a botte ed è divisa in tre parti, una parte che è la sauna vera e propria, uno spogliatoio e poi un terrazzino dove ci sono un paio di panchine su cui ci si può sedere dopo la sauna o per aspettare il proprio turno. Il cilindro della sauna ha anche una porta che si apre a ponte levatoio e si appoggia con delle gambe per terra, uscendo dalla sauna quindi c’è sia il primo terrazzino che un secondo spazio orizzontale pensato come zona conviviale.

Ho anche ultimato l’impianto elettrico e sono indipendente a livello energetico grazie all’installazione di pannelli solari. Per il momento veri e propri piani di viaggio non ne sto facendo, voglio imparare a conoscere bene ciò che ho creato anche perché ci sono molte variabili per un progetto simile. Tuttavia sto iniziando già a pensare a partecipare a vari festival quest’estate. Quando non sarò ai festival voglio trovare tante postazioni in giro per l’Italia per potermi appoggiare e creare realtà diverse.

Per concludere, quale impatto vorresti avesse il progetto Cocoon?

Io spero che il progetto abbia un impatto più ampio, vorrei che la gente capisse che si può anche fare ciò che realmente si desidera e ciò per cui si è più portati. Quali i possibili svolgimenti? Sicuramente quello di ingrandire il villaggio: quando parlo di utopia ci credo veramente, qualcosa che non è stato ancora fatto non è impossibile, semplicemente nessuno ci ha ancora pensato o creduto abbastanza. Quindi vorrei che a partire da questo progetto si attivassero altre realtà, magari anche a livello istituzionale. Insomma, il mio prospetto è quello di una comunità di persone che si viene incontro e lavora assieme.