Dobbiamo recuperare l’idea di paesaggio per sentirci davvero a casa
Il presidente onorario di FederTrek Paolo Piacentini ci invita a cambiare prospettiva per creare un rapporto più armonico e naturale con i luoghi che ci ospitano. La prima cosa da fare? Entrare in connessione profonda con il paesaggio.

In breve
Noi e il paesaggio
- Per superare lo spaesamento indotto dalla società moderna bisognerebbe sostituire il concetto di territorio con quello di paesaggio
- Il paesaggio invita a una contemplazione profonda, che a sua volta stimola la consapevolezza e la connessione con il luogo e con chi lo abita
- Rivolgendoci al paesaggio ci rivolgiamo prima di tutto alla natura e questo può aiutare a ricucire il legame con essa
- Superare la sensazione di spaesamento consente di costruire percorsi di appartenenza in grado di accogliere in maniera costruttiva anche la diversità
Girando l’Italia per presentare il mio ultimo libro si stanno intrecciando una serie di riflessioni che ritengo utile iniziare a condividere. Una di quelle di maggiore interesse è sicuramente sullo spaesamento, tema tanto caro a Vito Teti – antropologo che si occupa in particolare di aree interne – con cui ho condiviso alcuni pensieri durante un incontro video dal tono pacato e quasi intimo.
Altro argomento che sta ispirando profonde riflessioni è quello sul paesaggio visto nella sua profonda stratificazione. Nelle ultime presentazioni con un pubblico variegato e l’accompagnamento di filosofi, antropologi, geografi o architetti abbiamo ragionato sul concetto di paesaggio, superando volutamente il più sterile concetto di territorio.
Abbiamo estrema necessità di riscoprirci parte di paesaggi cangianti per ridefinire un senso di appartenenza più profondo e provare a superare lo spaesamento che ci allontana dall’essere cittadine e cittadini consapevoli. Spesso ho pensato alla ricchezza e alla varietà dei paesaggi paragonandoli allo spessore comunicativo di un film d’autore perché in tutte e due le situazioni siamo davanti alla necessità di uno sguardo molto attento e ripetuto. Il paesaggio che ci ospita in quanto residenti o abitanti temporanei ha bisogno di sguardi lunghi e profondi e solo in questo modo emergono bellezza e significato di ogni più piccolo dettaglio.
In un momento storico così difficile, in cui la “grande storia” ci sovrasta spingendoci spesso verso una dimensione dominata dall’angoscia, abbiamo la necessità di ritrovare la speranza come ci invita a fare il filosofo Biung Chul Han nel suo ultimo libro dal titolo Contro la Società dell’Angoscia. Se da una parte è giusto mobilitarsi in massa – anzi, sarebbe urgente un risveglio collettivo per opporsi ai venti di guerra e al dominio assoluto dei plutocrati –, dall’altra abbiamo bisogno di dare concretezza ai nostri sogni anche nelle piccole cose.

Per non farci schiacciare da una potenziale apatia che cancella ogni orizzonte di futuro dobbiamo provare a costruire, dal basso, nuove dimensioni di senso che possiamo trovare proprio nei paesaggi che ci circondano. La grande storia dei cambiamenti climatici globali o delle guerre sempre più prossime alla nostra quotidianità ci rendono impotenti perché ci appaiono in una dimensione verticale in cui le nostre possibilità di incidere sembrano sempre più lillipuziane. A questo senso di impotenza rispetto ai giganti del potere globale, possiamo reagire riscoprendo i legami orizzontali della dimensione umana.
Quello che fa Italia che Cambia dalla sua ideazione e che farà ancora di più con la nuova storia che è appena iniziata, è pienamente dentro il paradigma della riscoperta del possibile concreto cambiamento sociale e culturale. Un cambiamento che si nutre delle mille esperienze che attuano, a volte forse inconsapevolmente, un rapporto “orizzontale” con il mondo fatto di nuove armonie con la natura in cui l’esperienza dell’Altro viene vissuta come un arricchimento.
Per “Altro “intendo non solo il diverso, ma tutto quello che la natura e il paesaggio ci possono offrire per scoprire nuovi orizzonti inediti – l’”uomo inedito” tanto caro a Balducci – in cui andare a costruire esperienze di vita di forte cambiamento sociale, culturale ed economico. Possiamo, attraverso una nuova immersione nei paesaggi, trovare la strada per costruire percorsi di appartenenza e superare la sensazione di spaesamento per cui vivere in luogo o in un altro sembra quasi indifferente.
Abbiamo estrema necessità di riscoprirci parte di paesaggi cangianti per ridefinire un senso di appartenenza più profondo
Esiste un’identità che nasce dal sentirsi abitanti e custodi quasi amorevoli dei luoghi che è diametralmente opposta alla deriva identitaria degli ultimi che è solo una costruzione politica finalizzata ad alzare muri. Identificarsi con un paesaggio conoscendone tutte le stratificazioni storiche e culturali vuol dire abbattere i muri perché il nuovo che arriva, il diverso, il migrante non ci tolgono nulla e anzi possono apportare solo un arricchimento delle esperienze.
Abbiamo timore dell’Altro e del futuro proprio quando ci sentiamo spaesati e non riusciamo a ricucire un’interazione positiva con il territorio che ci ospita. È un vero abitante dei luoghi chi esce dalla zona di confort determinata dalle mura domestiche e dalla cerchia di protezione sociale per esplorare i segni del paesaggio e da quelli ricostruire nuove dimensioni di senso. Vedo nell’avventura editoriale di Italia Che Cambia uno strumento importante per tessere la rete dal basso delle esperienze concrete che esplorano, nell’agire quotidiano, nuovi mondi possibili.
Possibilità che si trasformano in realizzazione di “utopie concrete” che troppo spesso vanno a comporre un’ arcipelago mentre servirebbe una fitta rete solidale. A proposito di “utopie concrete”, sto ragionando su come stimolare nella mia terra umbra laboratori di nuove prospettive “umane” partendo dall’esperienza del camminare di cui la terra di Francesco è luogo fertile. Lo farò insieme ad altre straordinarie e straordinari compagni di viaggio, quindi a presto.
Commenta l'articolo
Per commentare gli articoli registrati a Italia che Cambia oppure accedi
RegistratiSei già registrato?
Accedi