Maestrale: innovazione sostenibile e trasformazioni territoriali in Sardegna
Maestrale è il nome della nostra nuova rubrica di approfondimento sui cambiamenti che interessano la Sardegna, analizzando politiche pubbliche, sviluppo locale e innovazione sociale, ponendo l’accento su sostenibilità, partecipazione civica ed economia sociale. Il suo curatore, Stefano Gregorini, ce la presenta.

Cambia la società, cambia il contesto internazionale, cambiano i territori, cambiano le politiche territoriali, cambiano i modelli di impresa, cambiano gli strumenti e le forme di agire sociale. Cambia tutto, sempre più, a grande velocità. Maestrale è una rubrica che nasce come spazio di riflessione e di approfondimento sui processi di cambiamento e innovazione che riguardano o potrebbero riguardare in un futuro prossimo i territori della Sardegna.
Nasce come spazio che vuole stimolare la riflessione attraverso l’incrocio di sguardi e di prospettive su fenomeni articolati e complessi che andrebbero letti in modo integrato: le politiche pubbliche in corso e le programmazioni per i prossimi anni, i trend internazionali e quelli sociali, culturali ed economici, le esperienze virtuose che nascono e si consolidano nei nostri territori. Una rubrica di riflessione e di approfondimento su tematiche che ci riguardano o ci riguarderanno, per riflettere sugli scenari evolutivi e per promuovere pratiche e modelli di collaborazione che suggeriscono possibili strade da percorrere.
Inversione di marcia
Il contesto internazionale è in rapidissimo mutamento e a subirne i contraccolpi è lo stesso mito di Occidente, così come il pensiero progressista e la narrazione transatlantica. Siamo in una fase in cui si percepisce l’inversione di marcia rispetto a priorità e visioni condivise e questo sembra suggerire l’inizio di uno stadio nuovo, dai connotati fortemente incerti.

Si pensi ad esempio all’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile dell’ONU, un articolato programma d’azione per le persone, il pianeta e la prosperità – sottoscritto da quasi 200 Stati nel 2015 – che ha allineato le priorità di sviluppo di molti Paesi e che ora appare messo in forte crisi nella sua stessa essenza e nei suoi assunti, sia per quanto riguarda l’ambiente e la sostenibilità, sia per quanto concerne le visioni rispetto alla dimensione umana, la diversità, l’inclusione e i diritti. In un contesto internazionale di questo tipo, altamente dinamico e incerto, concentrarsi maggiormente sulla dimensione locale e su un’economia più incentrata sui luoghi, sulle persone e sui loro rapporti è cruciale.
Sardegna, Isola variegata
La Sardegna come sta affrontando la contemporaneità e come sta programmando e agendo, a livello regionale e nelle sue varie dimensioni territoriali, per definire il suo presente e, in prospettiva, il suo futuro? Viviamo su un’isola variegata, un micro-continente dove coesistono territori in gran parte disabitati con agglomerati urbani che accolgono la maggior parte della sua popolazione.
Cosa significa oggi fare sviluppo locale, innovazione sociale e territoriale e come affrontare fenomeni come lo spopolamento
Guarderemo quindi sia alla dimensione rurale che a quella urbana per indagare e riflettere cosa significhi oggi fare sviluppo locale, innovazione sociale e territoriale e come affrontare fenomeni come lo spopolamento. In questo primo appuntamento voglio indicare una cornice, istituzionale da una parte e valoriale dall’altra, sulla quale muovere le prossime riflessioni. La cornice istituzionale è di facile composizione e ci ricorda l’autonomia speciale della Regione Sardegna all’interno dell’ordinamento italiano, il ruolo centrale che rivestono gli enti territoriali e la fondamentale appartenenza all’Unione Europea.
L’innovazione è sociale
La cornice valoriale che orienterà i ragionamenti dei prossimi appuntamenti della rubrica Maestrale comprende la centralità dell’essere umano, il suo rapporto simbiotico con la natura e la dimensione comunitaria; l’importanza dell’economia sociale e civile; l’importanza del governo aperto e della partecipazione civica; la nuova centralità di istituti previsti dal nostro ordinamento come la co-programmazione e co-progettazione; i concetti di sostenibilità, inclusione e lentezza in contrasto alla cultura della forza, della velocità aggressiva e della performance, orientata alla massimizzazione del solo beneficio individuale.

Le tematiche riguarderanno la città e la rigenerazione urbana; la campagna e lo sviluppo rurale; il tema dell’abitare e dell’edilizia residenziale; le politiche legate al cibo e alle filiere; i beni comuni e i modelli collaborativi; le comunità energetiche e i modelli di sostenibilità locale e innovazione; la cultura come infrastruttura sociale e i beni culturali come dimensione identitaria e strumenti di coesione.
Su questa scia orienterò le riflessioni e gli approfondimenti, con l’obiettivo di creare uno spazio che possa indicare modelli virtuosi, alimentare e stimolare il dibattito pubblico e il pensiero critico per contribuire al cambiamento positivo e inclusivo dei nostri territori.
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