12 Febbraio 2025 | Tempo lettura: 6 minuti
Ispirazioni / Io faccio così

Homeschooling e valorizzazione dei talenti: l’idea di istruzione di Nasi all’insù

Un progetto educativo piemontese di homeschooling propone il “metodo Nasi”, fondato su caratteristiche e risorse dei piccoli studenti. Ce ne parla la fondatrice Cristina Cavallotto.

Autore: Valentina Tibaldi
Salva
Nasi 1 orto
L'articolo si trova in:

Entusiasmo. Ad accoglierci insieme a Cristina Cavallotto – fondatrice, direttrice e maestra della realtà di supporto all’educazione parentale Nasi all’insù – è il suo enorme entusiasmo che traspare da pori, sorriso e parole. Parrebbe la passione dei primi giorni, ma in realtà Cristina ha già una lunga carriera come insegnante alle spalle e lo stesso progetto è ormai storico nel cuneese, da tempo un punto di riferimento primario per le famiglie che fanno homeschooling – ovvero studenti e studentesse che svolgono il programma didattico fuori dal contesto scolastico – della zona.

«Nasi nasce nel 2017 e io sono maestra dal 2002: ormai tanti, tanti anni. Nasce perché nel 2017, nella scuola paritaria in cui insegnavo, era crollato il tetto sopra le aule e quindi ci avevano smistato. Io, ai tempi maestra unica, chiesi di stare nel teatro – sì, avevamo la fortuna di avere un teatro nella scuola – e mi trovai a sorprendermi del fatto che, oltre a fare lezione, durante le ore scolastiche riuscimmo a preparare un intero spettacolo», racconta Cristina.

homeschooling
L’orto di Nasi all’insù

«In breve mi resi conto che al di là del sapere che deriva dalla lezione frontale, potevo dare altro – tanto – ai ragazzi. Così quando la direttrice di un centro culturale che frequentavo mi parlò della sua volontà di far partire un progetto di homeschooling, mi licenziai. Pensavamo di iniziare con 4-5 bambini, ma dopo un’estate passata a fantasticare e preparare gli spazi, avevo ricevuto 15 richieste di adesione, anche da parte di famiglie con bambini della fascia dell’infanzia. Svuotammo uno spazio aggiuntivo, cercammo una seconda persona/educatrice e partimmo».

A dispetto dell’inizio rocambolesco, questo progetto di homeschooling è oggi stabilmente radicato nell’offerta formativa del territorio, con numeri decisamente “lievitati”. Rivolto a bambini e ragazzi tra i 3 e i 14 anni, conta infatti 35 piccoli della scuola dell’infanzia, 41 nella fascia della primaria, 15 nella fascia delle scuole medie. Gli insegnanti sono 15, molti con esperienza all’interno della scuola statale.

La realtà lascia la possibilità alle famiglie di scegliere più opzioni a livello di orario che, nella sua forma più estesa, diventa “Casa Nasi”, con pre-orario, proposte laboratoriali pomeridiane e post-orario. «Spesso ci chiedono se seguiamo un metodo di tipo steineriano o montessoriano. Noi lo chiamiamo “metodo Nasi” ed è un approccio che vuole portare questi bimbi ad amare lo studio e la cultura facendo leva sulle loro specifiche caratteristiche e risorse, senza omologarli», spiega Cristina.

homeschooling
Lettere col sughero

«Se per apprendere un concetto uno studente trova un sistema diverso da quello che stiamo proponendo durante la lezione – ed è il sistema che è migliore per lui – va benissimo, è una cosa che incoraggiamo. Siamo consapevoli del fatto che ciascuno ha i propri bisogni ed esistono differenti modi per arrivare alle soluzioni. Anche la nostra metodologia peraltro è tutta una scoperta, si è formata e si forma costantemente sul campo».

Il “metodo Nasi” si basa moltissimo sull’ascolto e sulla possibilità di esprimersi affinché i ragazzi non crescano in un ambiente ovattato, ma in un contesto che li formi, li prepari, li renda consapevoli di tutto, dando loro la libertà e la concreta possibilità di proseguire i propri studi ovunque desiderino. «Non abbiamo voti, né pagelle, ma abbiamo prove e interrogazioni», continua la fondatrice di questo progetto di homeschooling.

«Abbiamo laboratori di italiano, di storia, altri di teatro, di scacchi, di fumetto, di robotica, alcuni aperti anche agli esterni. Abbiamo da anni l’insegnamento della Lis, la lingua dei segni. A settimane alterne facciamo eco-cocienza e speaking, ginnastica alternata a educazione religiosa. Riguardo a quest’ultima, per i più piccoli siamo partiti dalle emozioni, dai sentimenti, da tutto quello che sta alla base per farli arrivare poi alla fiducia, al credere. Con i più grandi, stiamo già affrontando le varie culture, quindi i vari aspetti della religione, senza tralasciare i risvolti più seri, come i conflitti religiosi e tutte le riflessioni che ne scaturiscono».

homeschooling
A scuola di cucina

Facilmente raggiungibile dalle località vicine perché situata a ridosso di una statale nel Comune di Cervere (CN), la struttura che ospita Nasi all’insù – niente di meno che una fabbrica di cioccolato – si affaccia su un cortile asfaltato con una grande porzione di prato. Chiediamo quale approccio riservano agli spazi esterni e se i ragazzi hanno a disposizione aree verdi in cui giocare e apprendere dalla natura. «Ogni giorno, i ragazzi hanno la possibilità di trascorrere l’intervallo, di circa 40 minuti, e la pausa dopo il pranzo all’aperto, interagendo spontaneamente con gli elementi naturali», ci viene spiegato.

Eppure quando il progetto di homeschooling si è spostato in questa sede per far fronte al grande numero di studenti raggiunto, a gennaio 2024, tutto sembrava complicato. «Abbiamo vissuto difficoltà di ogni tipo e secondo la prima valutazione del giardiniere persino il terreno a noi riservato sembrava impossibile da sfruttare ad esempio per fare l’orto, che è stato un nostro grande desiderio da sempre. Il boschetto che abbiamo a disposizione invece presentava un’altra problematica: è vicinissimo in linea d’aria, ma difficile da raggiungere a piedi, perché dall’altra parte della statale».

Il “metodo Nasi” vuole portare questi bimbi ad amare lo studio e la cultura facendo leva sulle loro specifiche caratteristiche e risorse, senza omologarli

«La posta in gioco però era altissima e non ci siamo lasciati scoraggiare. Così abbiamo lavorato sul terreno destinato all’orto, molto pietroso, e ci siamo organizzati con un van per trasportare su turni i bambini al bosco, in modo da poter organizzare altre attività all’aperto. Ci abbiamo creduto e non abbiamo mollato, come per altre difficoltà che ci hanno messo duramente alla prova, ma che ci hanno dato la possibilità di fare un bilancio, riorganizzarci, formarci ulteriormente e partire con rinnovata forza, anche grazie a un grandissimo team».

«Ora, dopo uno sforzo di comunicazione, apertura e dialogo, siamo finalmente tornati a regime, benvoluti dal Comune e dai vicini», conclude Cristina. «Abbiamo da poco ricongiunto tutti i bambini, portando anche la fascia dell’infanzia- a lungo rimasta nella sede precedente- qui, nel Nasi attuale. Abbiamo dato il via a nuove collaborazioni e nuovi laboratori. Mi sento supportata e non potrei essere più felice». Una bella testimonianza del fatto che la motivazione fa la differenza. Consci del fatto che se il “perché” è forte, il “come” si trova, insieme.

Per saperne di più sull’homeschooling leggi la nostra intervista alla docente Erika Di Martino.