16 Gen 2025

Il santuario di Miki Pig: un’oasi di libertà per gli animali e un faro di antispecismo in Sardegna

Scritto da: Sara Brughitta

Unico in Sardegna, il santuario di Miki Pig è un luogo dove gli animali hanno una seconda possibilità e le persone riscoprono il valore del rispetto per ogni forma di vita. Alessia Crobu, la fondatrice, ci racconta la storia di questo luogo.

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Sassari - Si trova nel cuore della Gallura il Rifugio di Miki Pig – Santuario Animali Liberi, l’unico santuario per animali presente in Sardegna. Si tratta di una realtà che si propone non solo come un rifugio sicuro per esseri viventi troppo spesso trascurati, abbandonati o sfruttati dalla società, ma anche come un luogo di educazione e sensibilizzazione, dove si promuove un’ottica antispecista.

L’antispecismo è una filosofia che mette in discussione la visione antropocentrica, rifiutando l’idea che gli esseri umani possano considerarsi superiori ad altre forme di vita. E su questa visione – in base alla quale ogni essere vivente merita uguale rispetto e non deve essere sfruttato per fini utilitaristici, come spesso accade nell’industria alimentare o in altri settori – si fonda l’azione di Miki Pig.

santuario miki pig
Alessia Crobu, fondatrice di Miki Pig, insieme a uno degli animali del santuario
LA STORIA DEL SANTUARIO MIKI PIG

Il rifugio di MikiPig- Santuario animali liberi nasce nel 2020 per iniziativa di Alessia Crobu, responsabile della sede LAV di Sassari. A dare il primo impulso al progetto fu il salvataggio di un cavallo nel 2013. Quell’esperienza si rivelò la prima di una lunga serie di casi di recupero e cura degli animali: ogni vita a cui fu restituita la dignità spinse Crobu a chiedersi come poter fare di più. 

«Nonostante io vivessi già in campagna, il luogo in cui risiedevo iniziava a starci stretto, per cui ho deciso di intraprendere un percorso. Ho venduto la mia abitazione, ho aperto un mutuo e ho acquistato una casa con sei ettari di terreno in cui sto tutt’ora», racconta la fondatrice del santuario. «Poi, ho creato le pagine social e solo nel 2021 ho potuto aprire al pubblico per via del Covid».

Il Rifugio di Miki Pig è l’unico santuario in Sardegna. Fa parte della rete italiana dei santuari, i quali sono regolati da una carta di valori composta da nove punti che prevedono fra i vari aspetti: l’apertura al pubblico, in modo che chiunque possa accedervi e accertarsi dello stato degli animali; la totale assenza di scopi di lucro, quindi l’animale vive la sua esistenza svincolato da qualsiasi fine utilitaristico per l’essere umano; la sterilizzazione, per fare in modo che nel santuario non vengano tolti posti a coloro che necessitano di un luogo che li ospiti.

Ogni storia racconta di un animale che ha avuto una seconda possibilità, una nuova vita

GLI ANIMALI DEL SANTUARIO

Alessia Crobu spiega che «la provenienza degli animali che vivono nel santuario è molto varia e dipende da diversi fattori, legati principalmente alla specie. Ad esempio, i maiali spesso arrivano per cessioni di attività o per motivi legati alla gestione delle risorse. I pony invece vengono spesso adottati da famiglie che inizialmente si prendono cura di loro, ma che con il tempo non sono più disposte a sostenere le spese necessarie o a gestirli in modo adeguato. Accanto a queste situazioni ci sono anche i salvataggi diretti o i sequestri da parte delle autorità per casi di maltrattamento. Ogni storia racconta di un animale che ha avuto una seconda possibilità, una nuova vita”.

Ad oggi, il Santuario ospita circa 45 animali, alcuni dei quali di grande taglia. Per il momento non sono presenti volatili, poiché essendo immersi nella campagna non sarebbe possibile garantire loro una sicurezza adeguata. Ogni decisione viene presa in modo da offrire la miglior qualità di vita possibile a ogni creatura. Un altro aspetto fondamentale che Crobu tiene a precisare riguarda la salute degli animali. Ognuno è in regola con il sistema sanitario, un impegno che richiede costante attenzione e risorse economiche. La cura e le vaccinazioni non sono solo necessarie per la salute degli animali, ma sono anche un requisito essenziale per mantenere un ambiente sano e sicuro per tutti. 

cavallo del santuario miki pig
DARE L’ESEMPIO: EDUCARE ATTRAVERSO L’ESPERIENZA

Per Alessia Crobu, la via per sensibilizzare le persone riguardo agli animali e all’antispecismo è quella di dare l’esempio. Nel suo santuario ha creato anche un B&B che offre alle persone la possibilità di soggiornare e conoscere gli animali nella loro vera identità. Inoltre vengono organizzate visite guidate, picnic, esperienze di conoscenza. «L’antispecismo non è solo una lotta per la liberazione degli animali, ma una battaglia intersezionale contro qualsiasi forma di sfruttamento», spiega Alessia.

«Nella mia vita quotidiana cerco di fare scelte etiche e consapevoli, perché credo che tutto sia interconnesso», aggiunge la donna. «La mia speranza è che le persone inizino a riflettere su consuetudini che spesso si danno per scontate. Serve chiederci cosa mangiamo, con cosa ci vestiamo, da dove provengono i prodotti che acquistiamo e se dietro a essi ci sono forme di sfruttamento, o pratiche non etiche».

ANTISPECISMO IN SARDEGNA

Alessia Crobu riguardo all’essere antispecista nell’isola confessa alcune criticità: «Ero e sono consapevole della complessità dello sradicare una mentalità utilitaristica e di sfruttamento. L’animale viene ancora troppo spesso visto come un mezzo per soddisfare le esigenza dell’uomo, in una visione antropocentrica». La speranza però non manca: «Sono anche conscia del fatto che ci sono pressioni sociali in una terra in cui l’allevamento e la pastorizia spesso vengono intesi come elemento identitario. Io rispetto le scelte di vita di ognuno, vorrei solo che le persone si fermassero a ragionare su concetti che ormai reputano verità assolute».

santuario miki pig pecora salvata

L’obiettivo di Crobu è quindi quello di sottolineare come ogni animale abbia un’identità e una dignità: non è “qualcosa”, ma “qualcuno”. Ciò che può davvero portare al cambiamento è l’introspezione, la messa in discussione delle proprie credenze e il confronto con realtà diverse. 

L’IMPORTANZA DELLA COLLETTIVITÀ

Il santuario di Miki Pig è una realtà che abbraccia la complessità, cercando di mettere in discussione il reale. «Quando ho iniziato questo progetto sapevo che ci sarebbero state delle difficoltà con cui mi sarei dovuta scontrare, ma nonostante ciò sono convinta della mia visione e nella possibilità di un cambiamento. Ad oggi al santuario sono l’unica volontaria, quindi ogni aiuto è ben accetto».

Miki Pig richiede infatti un impegno enorme, sia in termini di risorse economiche che di tempo. Ogni aspetto – dalla cura degli animali alla manutenzione della struttura – richiede attenzione costante e dedizione. Per chi desiderasse contribuire, le modalità per sostenere il santuario sono diverse e accessibili: partecipare agli eventi e alle attività organizzate, fare una donazione o adottare un animale a distanza sono tutte azioni che permettono di supportare concretamente il progetto. Qui trovate tutte le modalità per dare il vostro contributo. Perché nessuno si salva da solo.

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