Fare della pace una lezione quotidiana: la storia del maestro Pierpaolo Loi
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Cagliari - “Mamma, guarda: il maestro della pace!”. Così, un giorno, uno scolaro indicò Pierpaolo Loi ai genitori, sintetizzando in una frase semplice ma potente l’essenza di un uomo che ha fatto della pace il cuore della sua vita professionale e sociale. Insegnante, poeta, militante pacifista, Pierpaolo Loi è una figura che unisce impegno civile, profondità spirituale e una dedizione instancabile alla giustizia sociale. Nato a Orroli nel 1952, Loi è cresciuto a Muravera, in una Sardegna ancora segnata dalle difficoltà del dopoguerra. Quinto di nove figli, ha vissuto l’esperienza del sacrificio e della precarietà, con un padre costretto a emigrare due volte in Germania per garantire il sostentamento della famiglia.
Questo contesto ha plasmato in lui una sensibilità forte per i temi dell’uguaglianza e della giustizia, alimentata dalla doppia influenza: un padre comunista e una formazione cattolica. «Mi portava ai comizi e mi faceva cantare Bandiera Rossa, ma allo stesso tempo ero chierichetto e amavo suonare l’armonium in chiesa», racconta Loi. Un intreccio di ideali che lo ha guidato per tutta la vita: «Ho trascorso l’infanzia e la fanciullezza all’ombra del campanile e respirando l’ideale di giustizia sociale per cui lottava mio padre». Questo il portato intellettuale e culturale di Pierpaolo Loi che ho voluto raccontare e intervistare anche in qualità di poeta.
FILOSOFIA, TEOLOGIA E GIUSTIZIA SOCIALE
Dopo il diploma al liceo classico, Pierpaolo Loi ha intrapreso un percorso accademico che unisce teologia e filosofia. Si è avvicinato alle idee del Concilio Vaticano II e alla Teologia della Liberazione, ispirato dai movimenti ecclesiali dell’America Latina e dai testi di autori come Dietrich Bonhoeffer e Gustavo Gutierrez; «la storia e le lotte che le comunità di base (Cebs) della Chiesa latinoamericana portavano avanti in situazioni di vera e propria persecuzione e di martirio».
Questa apertura intellettuale lo ha portato a confrontarsi con figure come don Milani e padre Ernesto Balducci. Dal 1972, con il suo primo viaggio nella comunità monastica francese di Taizé, «l’impegno per l’ecumenismo e per il dialogo interreligioso sono stati punti fermi. Un’ondata di xenofobia e islamofobia travolse l’Italia dopo gli eventi dell’11 settembre 2001. Un gruppo di amici cristiani e musulmani promosse la Giornata ecumenica del dialogo cristiano islamico; da anni faccio parte del Comitato nazionale come referente della Comunità La Collina di Serdiana, che ripropone da allora per la data del 27 ottobre».
EDUCAZIONE E POESIA, STRUMENTI DI PACE
La carriera di Loi come maestro elementare è stata profondamente influenzata dai suoi ideali. «Negli anni del rinnovamento della scuola italiana, dei programmi Falcucci, dell’introduzione della pluralità dei docenti nelle classi delle elementari e dell’insegnamento della disciplina degli Studi sociali e delle educazioni – l’Educazione all’Immagine e l’Educazione al suono e alla musica –, venne per me naturale fare un percorso di educazione all’intercultura, alla mondialità e alla pace con le scolaresche affidatemi. Utilizzai l’attività musicale, l’animazione, la poesia e il giornalino di classe, prodotto in copie con il ciclostile».
Insieme, anche il “Diario scolastico per una cultura di pace”, a cura del Coordinamento degli Enti locali denuclearizzati, divenne un prezioso strumento didattico per far conoscere ai suoi studenti le guerre in corso e le figure storiche della nonviolenza, come Gandhi, Martin Luther King, Aldo Capitini, Danilo Dolci, le Nonne e le Madri di Plaça de Mayo. Era necessario «educare al superamento dei pregiudizi diffusi nei confronti delle minoranze, come i rom, e nei confronti dei migranti nordafricani e dell’Africa subsahariana che cominciavano a vedersi per le strade dei nostri paesi».
Parallelamente, il suo impegno poetico ha dato voce ai valori che animano la sua vita, trasformando la scrittura in un mezzo per educare e ispirare. «Un’attenzione particolare fu dedicata all’educazione ambientale, visto anche lo straordinario patrimonio naturalistico e archeologico del territorio di Santadi», sottolinea Loi.
MILITANZA PACIFISTA E LOTTA CONTRO LE INGIUSTIZIE
Non solo un educatore, ma anche un attivista tenace. Dal 1986 partecipa alla battaglia di Obiezione fiscale alle spese militari, una forma di disobbedienza civile rispetto alle spese militari sostenute dallo Stato italiano per garantire e promuovere le proprie forze armate, e continua a promuovere iniziative come la “Scuola per la Pace” e la “Marcia della Pace” a Monserrato, coinvolgendo studenti e famiglie in percorsi di sensibilizzazione sui diritti umani, la memoria storica e l’intercultura.
Pierpaolo Loi è un uomo che intreccia vite e storie, lasciando un’impronta profonda in chi lo incontra. «Non ho patria – conclude – appartengo alla Terra che non conosce frontiere e al cielo che non sopporta confini». Una filosofia che guida il suo lavoro, sia come maestro sia come militante. Oggi il “maestro della pace” continua a ispirare con il suo esempio, dimostrando che educare significa non solo trasmettere conoscenze, ma anche coltivare ideali e costruire un mondo più giusto, un’azione alla volta.
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