Corpo Celeste, il progetto di una coppia per rilanciare attraverso la natura un borgo di 18 abitanti
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Caserta, Campania - Tra boschi di querce e castagne, dove si respira storia millenaria e autenticità, a Borgo Foresta – nell’alto casertano –, Massimo Pastore e Antonio Maiorino Marrazzo hanno fondato Corpo Celeste. Un nome evocativo, ma pregno di significato: ispirato all’ultimo lavoro letterario di Anna Maria Ortese, Corpo Celeste è un’iniziativa culturale e uno spazio dove antiche strutture rurali si fondono con la natura per dare vita ad arte, musica, teatro e gastronomia.
Massimo e Antonio sono insieme da oltre trent’anni e in questo progetto hanno riversato tutti loro stessi: «Attraverso Corpo Celeste stiamo ridando vita a un borgo che ha 18 abitanti. Dalla caotica via Foria di Napoli ci siamo trasferiti a Borgo Foresta, una frazione di Tora e Piccilli».
L’incontro con questo luogo è stato quasi del tutto casuale «e ancora più casuale è stata la progettazione di Corpo Celeste, casa nostra, ma anche lo spazio per i nostri ospiti: è bizzarra, strana. L’accesso alla struttura è ed era sul borgo e attraversando la parte inferiore ritroviamo dei locali che erano delle vecchie stalle all’interno delle quali vi è un pozzo e una vecchia cantina scavata direttamente nella lava; poi si arriva all’aia terrazzata, con alberi di agrumi e da dove si accede all’uliveto e al bosco».
Il primo incontro è avvenuto a inizio 2020; durante le trattative il mondo intero si è fermato per la pandemia. «Quelli che sarebbero dovuti essere pochi giorni per vivere Foresta, sono divenuti cinque anni. Sono cinque anni che viviamo in una dimensione naturale non più da spettatori, ma da attori attivi. Sono cinque anni che ogni giorno lavoriamo la terra, ariamo e troviamo nutrimento dalla natura», spiega Massimo.
CORPO CELESTE, IL CONNUBIO TRA ARTE E NATURA
Il rapporto tra arte e natura è una relazione profonda e intrinseca che si sviluppa attraverso molteplici dimensioni: rappresentazione, ispirazione e rigenerazione. La natura è il palcoscenico della vita. Non è solo oggetto dell’arte, ma anche uno spazio dove essa si manifesta dove installazioni e performance artistiche creano esperienze immersive che trasformano il paesaggio in un protagonista attivo.
Progetti come Corpo Celeste dimostrano come l’arte possa rivitalizzare e rivalutare luoghi naturali o rurali, creando una simbiosi tra il paesaggio e l’espressione umana: «È importante ricordare come nature e arte si alimentino a vicenda in questo rapporto simbiotico, stimolando riflessioni profonde sul ruolo dell’essere umano e sulla necessità di vivere in armonia», spiega Massimo.
FORESTÀTE
«Quando la bellezza non è stata più sufficiente abbiamo sentito la necessità di attingere a quella diversità che inevitabilmente ci aveva arricchito in questi anni». Massimo e Antonio gestivano a Napoli e Berlino gallerie fotografiche: «Dapprima abbiamo incanalato le nostre forze e la nostra sete di cultura nella galleria a Napoli e nella fondazione nel 2006 dell’associazione culturale PrimoPiano, promotrice di una serie di eventi, anche internazionali in campo artistico». A Foresta c’è l’accesso a uno dei siti di paleontologia più importanti al mondo, Ciampate del diavolo, dove vi sono le orme lasciate dall’Homo heidelbergensis, antica specie umana, su una superficie vulcanica ancora morbida, oggi solidificata.
Le impronte mostrano dei dettagli sorprendenti e rappresentano una delle più antiche evidenze di impronte fossili umani in Europa. Foresta ha un grosso potenziale di sviluppo, sia culturale che turistico, ma purtroppo vive – come molti borghi dell’entroterra italiano – un processo di spopolamento legato alla mancanza di infrastrutture, dei servizi e di possibilità lavorative. «Vivendo abbiamo deciso di dare fiducia a questo borgo attraverso Corpo Celeste, di celebrare il lusso di non possedere delle pietre, una casa, ma di possedere degli alberi. Abbiamo così fatto confluire tutte le nostre idee nel progetto del borgo culturale di Foresta: vogliamo strappare attraverso Corpo Celeste il borgo dall’oblio e dallo spopolamento».
Forestàte, rassegna indipendente di musica e teatro, è il principio di questo duro lavoro nel mondo delle arti e della comunicazione. La denominazione fa riferimento ai termini foresta ed estate, ma anche all’imperativo del verbo forestare, quindi piantare alberi, mettere le radici. «Nel 2025 ci sarà la quinta edizione: è un continuo work in progress. É un progetto che cresce e che contribuisce a far crescere il territorio, a far conoscere Foresta e la sua storia».
FORESTÀTE FRINGE FRAME
«Forestàte Fringe Frame è il progetto artistico ideato dal mio compagno nonché fondatore e ideatore dell’associazione PrimoPiano. È l’estensione della rassegna estiva che produrrà e sosterrà progetti culturali durante le stagioni che, apparentemente, sembrano meno attrattive. Questo non può né deve essere un luogo dove la sola stagione vitale è l’estate. Il nostro progetto di art and culture destination management organization si basa su questo concetto organico e complessivo».
È un esempio di come l’arte contemporanea possa far rinascere i piccoli borghi e di come la storia e la cultura di una comunità siano espressioni artistiche. Un ulteriore passo in avanti insieme a Corpo Celeste offrire nutrimento per il corpo e l’anima a km 0. «Il nostro motto è “respira, bevi e sorridi”. Qui abbiamo ricominciato a vivere».
In Italia il ripopolamento dei piccoli borghi è un tema centrale delle politiche di rigenerazione territoriale, ma non vi sono delle strategie reali e degli incentivi da parte delle amministrazioni locali e non, «nonostante molti Comuni offrano immobili a prezzi simbolici o detrazioni per il recupero di edifici nei centri storici, ciò che viene a mancare è investire nello sviluppo del luogo. È importante favorire un incremento dei trasporti e la possibilità di lavorare in loco e non solo da remoto. I borghi crescono se c’è qualcuno che ha reale fiducia nelle loro potenzialità e nella comunità che negli anni ha resistito alla globalizzazione».
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