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Nel 2021 usciva il report I numeri dello sport, realizzato dal Comitato Olimpico Italiano, che riassumeva i numeri delle discipline sportive per numero di atleti, società e dirigenti. In un Italia dove le prime pagine dei giornali sportivi sono sempre ad appannaggio del calcio, era abbastanza scontato vedere la FIGC, la Federazione Italiana Giuoco Calcio, al primo posto. Ma scorrendo la classifica poteva sicuramente sorprendere vedere come la seconda federazione per numero di tesserati non fosse quella della pallavolo, quella del basket e neppure quella dell’atletica, bensì quella del tennis.
Infatti la Federazione Italiana Tennis e Padel, presieduta sin dal 2001 dal dirigente cagliaritano Angelo Binaghi, ha visto negli ultimi anni un aumento del numero di tesserati complice anche i tanti successi del numero uno al mondo Jannik Sinner, ultimo quello alle ATP Finals di Torino, della vittoria in Coppa Davis nel 2023 e 2024 per la nazionale maschile, di quella in Billie Jean King Cup per quella femminile, delle vittorie di Jasmine Paolini e Sara Errani alle Olimpiadi. Insomma, un movimento che vince, convince e che punta a diventare la prima federazione italiana per numero di tesserati lanciando un assalto al calcio, da anni incontrastato dominatore in questa particolare classifica.
LEGAME TRA TENNIS E SARDEGNA
I numeri sottolineano una crescita che già il presidente della Federtennis Angelo Binaghi il 6 giugno 2020 in un’intervista realizzata da TocToc Sardegna, aveva evidenziato l’aumento del numero di tesserati nel tennis e pronosticato la vittoria nel giro di un paio d’anni di un italiano in un Grande Slam.
Il legame tra tennis e Sardegna è aumentato nel corso degli anni sia per numero di praticanti che per numero di eventi che vengono ospitati proprio in terra sarda. Il più importante è il Sardegna Open, un torneo Challenger 175 – il gradino prima dell’ATP Tour, il circuito professionistico maschile – che nell’ultima edizione ha visto la partecipazione anche della medaglia di bronzo a Parigi 2024 Lorenzo Musetti, del semifinalista agli US Open Frances Tiafoe e di altri tennisti di professionisti come Lorenzo Sonego e Mariano Navone, vincitore proprio dell’ultima edizione del torneo.
NON UNO SPORT PER RICCHI
Una delle accuse che da sempre rivolte al tennis è che è uno sport per ricchi privilegiati che si recano al circolo la domenica per sgranchirsi le gambe. Tuttavia dall’aumento dei praticanti si nota che lo sport è diventato sempre più di tutti, per quanto competere ad alto livello nel tennis richieda ancora un’importante copertura economica di base. Il tennis italiano è riuscito, grazie anche ai suoi interpreti di maggior rilievo, a essere un po’ di meno lo sport a cui giocano soltanto i pochi che possono permetterselo.
Si è aperto alla incredibile normalità di Jannik Sinner e alla sua gentilezza e umiltà innata, alla faccia da bravo ragazzo di Berrettini, alla positività e alla grinta di Jasmine Paolini, alla strabordante italianità di Lorenzo Musetti e alla tenacia dei veterani Simone Bolelli e Sara Errani. Il motivo per cui il calcio sta perdendo sempre più iscritti a vantaggio di altri sport, tennis compreso, è che si sta trasformando in un’attività per privilegiati. Sempre meno bambini giocano in strada, bisogna per forza andare in scuole calcio dove la retta costa tanto e i calciatori sono visti come delle belle statuine in una torre d’avorio che vengono pagati e retribuiti tantissimo, anche quando giocano male.
Un o una tennista se non vince e non ha grossi sponsor, non guadagna: si paga tutto lui, dalle trasferte al coach. In pratica, guadagna se gioca bene. È una meritocrazia anche molto crudele alle volte, ma che genera empatia nelle persone sia quando perdi che quando vinci, perché ciò che ottieni in premi in denaro viene giustificato dal duro lavoro che fai per riuscire a vincere. I tennisti poi sono sempre in giro per il mondo e hanno vite percepite con meno eccessi rispetto a quelle di altri sportivi – sempre in linea generale. Insomma, il tennis piace un po’ ovunque e tutta Italia, Sardegna compresa, è stata travolta dall’amore per la racchetta come mai era avvenuto prima.
IL FENOMENO PADEL
Se poi parliamo di sport di racchetta che in Sardegna hanno preso piede più di altri, non si può non citare il padel che, pur essendo entrato da poco all’interno della Federtennis, non è visto di buon occhio da chi il tennis lo pratica davvero ed è anzi giudicato come un’altra cosa, un altro sport. Un po’ come il calcio a 5 e il calcio a 11 o tutti gli altri sport “rimpiccioliti”.
Nell’Isola si contano più di 350 campi distribuiti su tutto il territorio isolano, con la provincia di Sassari a tirare il carro di quelle con più strutture, seguita da quella di Cagliari. E anche qui la grande pratica sportiva sta portando grandi eventi come la tappa del FIP Padel Tour e del FIP European Padel Championships che si sono svolte a Cagliari. E grandi eventi generano attenzione da parte di sponsor, investitori e persone che vengono così spinte a provare anche solo una volta a far rimbalzare la pallina.
PREVISIONI FUTURE
Anche la Sardegna è quindi al centro di un fenomeno nazionale che, avvantaggiata dalla figura dell’avere un presidente federale sardo e cagliaritano come Angelo Binaghi, sta prendendo sempre più piede. Aspettando magari di vedere una o un tennista proveniente dall’Isola competere nel circuito ATP.
Anche se in realtà un ragazzo c’è: si chiama Lorenzo Carboni, è nato ad Alghero, ha 18 anni ed è stato il numero due del mondo tra gli under 18. Ha frequentato il Piatti Tennis Center di Bordighera, come un altro ragazzo abbastanza forte che viene però dall’Alto Adige, e ha già incominciato a gareggiare nei tornei Challenger. Ora, noi sicuramente non saremo bravi come Binaghi a predire il futuro, però se dovessimo puntare i nostri due centesimi su un prospetto giovane da seguire, allora il nome di Lorenzo sarebbe sicuramente sulla lista.
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