Regali per cani: meglio un collare di brillanti o una corsa nel fango?
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Si avvicina il Natale e con la festività anche l’ossessiva ricerca di regali da acquistare. Regali spesso comprati su internet o da grandi multinazionali, prodotti dall’altra parte del mondo da lavoratori sottopagati e sfruttati, attraverso tecniche dannose e inquinante per l’ambiente. E questo vale anche per i regali per cani. Eh sì, perché sempre di più, per fortuna, gli amici a quattro zampe sono considerati dagli italiani parte della famiglia in tutto e per tutto. Questo include ovviamente cure, rispetto, affetto e sì… anche doni a Natale.
REGALI PER CANI O REGALI PER NOI?
Collarini, profumi, cappottini, biscottini e cucce. Ma è davvero questo che i nostri cani vorrebbero come regalo di Natale? Siamo sicuri che preferiscano un cappottino brillantinato piuttosto che una corsa libera nel fango? Spesso trasferiamo nell’animale le nostre esigenze e i nostri desideri, ma vi assicuro che nessun cane preferirebbe diventare una bambola di pezza vestita e profumata rispetto a poter manifestare il suo repertorio comportamentale da cane, facendo cose che noi umani reputiamo “sporche e scomode”.
I profumi per cani, ad esempio, sono un nostro bisogno, ma per l’animale rappresentano uno stress enorme: un odore forte e sgradevole che li porta ad avere reazioni comportamentali come nervosismo e aggressività. Un po’ come se noi venissimo cosparsi di letame. L’unico vero regalo che possiamo fare ai nostri amici a quattro zampe è quello di conoscere il loro comportamento e i loro bisogni, leggendo le loro emozioni senza umanizzarli. Ma in pochi permettono ai cani di essere cani, che vengono invece troppo spesso trattati alla stregua di oggetti da ostentare quando si passeggia per le vie del centro città.
QUALCHE NUMERO SUL COMMERCIO DI SETTORE
Pensate che il mercato del pet muove un fatturato plurimilionario. La spesa delle famiglie per gli animali è quasi tre volte superiore a quella per i bambini. Stando al Rapporto Coop Nomisma, si conteggiano 6,8 miliardi di euro di spesa complessiva delle famiglie per il pet care di cui solo 1,3 miliardi per visite veterinarie, il 20% del totale. Il boom dell’economia legata agli animali si divide in varie sottocategorie come il cibo e i prodotti accessori. Per quel che riguarda il pet food, il fatturato è più che raddoppiato in Italia nel periodo 2007-2020, passando da 1163 milioni di euro a 2533 milioni, con un tasso di crescita medio annuo delle vendite che ha quasi raggiunto il 6%, secondo il Rapporto Assalco – Zoomark 2022.
Ma i regali per cani coprono un ampio raggio di settori merceologici. Nel 2023 si è riscontrato un andamento in crescita anche per quanto riguarda il mercato dei prodotti per l’igiene, i giochi e l’accessoristica, ovvero guinzagli, cucce, ciotole, gabbie e utensileria varia, con un fatturato di 85 milioni di euro. A trainare questo mercato è il segmento dell’igiene – tappetini assorbenti igienici, salviette, shampoo, spazzole, deodoranti, prodotti per la cura e la bellezza –, che vale oltre il 51% del totale.
Se pensiamo che i cani sono spessi obbligati a fare i bisogni in un tappetino assorbente tra il salotto e la cucina, invece che poter annusare, perlustrare, camminare, respirare aria e interagire con i conspecifici, ci rendiamo davvero conto di quanto l’impegno di avere un cane sia qualcosa di profondamente sottovalutato da parte di un gran numero di compagni umani. Secondo un’indagine commissionata a Bva Doxa infatti, oltre il 50% dei proprietari sceglie cani e gatti per ridurre il proprio senso di solitudine, mentre per un terzo degli intervistati accudire un animale aiuterebbe a sviluppare il senso di responsabilità nei bambini.
Tra gli amanti dei cani, c’è anche un 34% che li sceglie per uno stile di vita più sano, dovendo portarli a passeggio più di una volta al giorno, così come c’è un 20% che in presenza di un animale al guinzaglio si sente più sicuro, sia in casa che all’aperto. Insomma, le solite visioni antropocentriche: prendo un cane per me. Il centro intorno al cui gira l’adozione è l’umano, non il cane. Questo evidenzia un enorme problema di gestione nella relazione con i cani, che manifestano problemi comportamentali, disagi emotivi, sofferenza e stress.
REGALI PER CANI E CANI DA REGALARE
In questo scenario di cani visti e vissuti come accessori o strumenti per raggiungere scopi antropocentrici, si aggiunge il terribile commercio di cani di razza davanti cui non possiamo girarci dall’altra parte. In un’Italia con 70.000 cani chiusi nei canili e più di 400.000 cani vaganti è inaudito che si continui a speculare sull’allevamento di cani di razza, creando nuove vite da vendere, quando la nostra penisola esplode di cani senza una famiglia e il randagismo è diventato una piaga per il benessere animale, per la loro salute, la sicurezza dei cittadini e la salvaguardia della fauna selvatica.
“Un altro giro d’affari in crescita è la vendita dei gatti di razza, che si possono acquistare alle fiere, negli allevamenti, nei negozi e online: assieme a quello dei cani, in Europa vale 1,9 miliardi di euro. Un mercato i cui numeri effettivi sono di difficile reperimento e che al netto di allevatori onesti e premurosi, cela maltrattamenti e attrae operazioni illegali. Alcuni stabilimenti detengono cani o gatti in condizioni di scarso benessere, sfiniscono le femmine per avere molte cucciolate ogni anno, trascurano gli animali a livello di alimentazione, alloggio, salute e condizioni igieniche e li vendono quando sono ancora troppo giovani perché la vendita risulta più semplice e la produzione meno costosa”, raccontano dalla associazione Animal Law Italia.
Ecco perché il consiglio più grande che possiamo darvi per questo Natale è di non comprare cani o gatti come regalo per la famiglia. L’adozione di un animale è un percorso di consapevolezza, responsabilità e coscienza. Regalare un cane o un gatto, a maggior ragione se cucciolo di razza acquistato, non è una scelta che avvicina al rispetto e alla responsabilità. Una vita non è un regalo da scartare sotto l’albero a Natale e abbandonare in autostrada a Ferragosto.
“Strappati alle cure materne verso i 30/40 giorni di vita, quando hanno l’aspetto tenero e buffo che piace tanto all’acquirente, cani e gatti viaggiano, spesso accompagnati da passaporti falsi o falsificati. Altri arrivano nascosti nei bagagliai di auto. Un trasporto in un bagagliaio può arrivare anche a 50 cuccioli. Altri ancora arrivano nascosti in furgoni o tir, persino in aereo. Il viaggio può durare anche 48 ore. 48 ore d’inferno per essere poi venduti in negozi, allevamenti, su internet, ai caselli autostradali e persino con consegna a domicilio”, riporta la LAV.
“Questo traffico illegale è reso possibile da organizzazioni capillari – allevatori, trasportatori, negozianti, purtroppo anche veterinari come accertato da sentenze di condanna – che si occupano di ogni fase legata alla vendita dei cuccioli: dall’acquisto fuori Italia all’introduzione nel nostro Paese, dalla contraffazione dei documenti alla commercializzazione vera e propria”, conclude la LAV.
Per questo Natale quindi l’invito che rivolgo è quello a regalare il vero rispetto animale: visita con i tuoi bambini il canile più vicino, dona a loro crocchette, coperte e tempo, se ne hai a disposizione, per fare volontariato. Regala il buon esempio, regala la bontà, regala la speranza di un mondo migliore. Il collarino con i brillantini può aspettare.
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